D’Annunzio rimase senz’altro soddisfatto e commosso per il conferimento della cittadinanza onoraria ricevuta da Salò nel gennaio 1923, giuntagli peraltro, qualche mese prima che a Gardone si prendesse uguale deliberazione. Egli volle, quindi, in qualche modo sdebitarsi ma, soprattutto, volle far capire alle autorità salodiane, con un gesto significativo, che si sentiva onorato della cosa. Per questo, come apprendiamo da un documento custodito presso gli archivi del Vittoriale, egli donò alla città di Salò la copia autografata di una sua opera da poco pubblicata. Il documento non ne riporta il titolo.
Si può supporre, forse, che si tratti del Notturno, ma non lo si può dire con certezza. Quel che sembra certo, invece, è che quel libro sembra essere svanito. Bisognerebbe fare qualche ricerca puntuale. A noi, oggi, rimangono comunque le parole espresse dalla Rappresentanza comunale che, rispondendo, grata, a d’Annunzio, così scriveva: «Salò Vi acclama primo fra i suoi cittadini, riaffermandoVi quella devozione fraternamente affettuosa che è già nel cuore di tutti».
Erano passati solo due o tre anni da quando il Poeta soldato si era accasato a Cargnacco, sul Garda.
Pino Mongiello