mercoledì, Maggio 1, 2024
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Dopo il recupero dell’escavatore finito nel lago i volontari e le forze dell’ordine al lavoro nella notte per evitare l’inquinamento.
Per rimettere in funzione la piattaforma ci vorrà ancora qualche giorno

Chiazze d’olio in acqua subito arginate

Proseguono i lavori di recupero della piattaforma affondata martedì mattina nelle acque antistanti il porto.Nella sera di martedì era stata riportata a riva la ruspa per metà soprofondata insieme alla piattaforma galleggiante, mentre per tutta la giornata di ieri, con tanto di lungolago gremito di curiosi, sono proseguite le operazioni di recupero della chiatta. Si tratta di una piattaforma di 19 metri di lunghezza e 9 di larghezza dal peso di circa 600 quintali.Per il recupero della ruspa, un Caterpillar, era stata messa in piedi un’operazione spettacolare, che aveva richiesto l’intervento di grossi mezzi attrezzati, in particolare una gru dalle dimensioni eccezionali, larga tre metri e lunga 18, accompagnata da quattro autoarticolati della ditta Santoni di Trento. I mezzi eccezionali sono stati scortati martedì pomeriggio, con autorizzazione della Prefettura, dalla polizia stradale di Bardolino e dalla polizia municipale di Torri, dall’uscita dell’autostrada ad Affi fino a Torri, facendo accostare tutte le auto provenienti dalla corsia opposta della gardesana. Alle 19 la piazza porto del paese così era piena di mezzi di intervento, camion dei vigili del fuoco e della protezione civile.I vigili del fuoco hanno ripreso ieri mattina alle nove il lavoro interrotto verso la mezzanotte di martedì dai volontari della protezione civile. «Non è un intervento semplice, ci vorrà del tempo, speriamo di farcela in un paio di giorni», spiega il responsabile del comando di Bardolino, «intanto stiamo svuotando con una motopompa la zattera che si è riempita d’acqua, in modo da alleggerirla e farla venire a galla». Per fortuna già martedì sera intorno alle 21 era stata tratta a terra la ruspa affondata insieme alla piattaforma, che veniva utilizzata per la posa in acqua di grossi pali di legno necessari alla costruzione di un pontile-terrazza al servizio dell’hotel Al Porto. Ieri alle 12 erano stati ripescati dall’acqua anche 13 pali, mentre altri 10 dovevano ancora essere recuperati dalla piattaforma. L’escavatore affondato era la cosa più preoccupante «Perché», spiega il comandante della polizia municipale Domenico Tenca, «si cominciava a segnalare la presenza in acqua di chiazze di idrocarburi, ma sopratutto il diffondersi di olio che fuoriusciva dal motore della gru. Così abbiamo richiesto un ulteriore intervento della protezione civile provinciale che, coordinata dall’ingegner Armando Lorenzini, è intervenuta verso le 21,30 con il gruppo di Castelnuovo del Garda. I volontari, con molta disponibilità, hanno lavorato fino intorno alla mezzanotte per la posa in acqua di salsicciotti in materiale specializzato nell’assorbire idrocarburi e oli».La piattaforma invece non aveva gasolio a bordo, come precisa la squadra nautica dei carabinieri di Torri: «Si tratta di una chiatta esente da idrocarburi e carburanti, con un sistema idraulico di pompe sigillato, a pressione. Mentre la gru ha un serbatoio da 15 litri che però era ormai vuoto». Il sindaco, Giorgio Passionelli, ringrazia quanti sono intervenuti: «La vicenda è stata risolta con maestria; l’escavatore, che era la cosa che poteva creare grossi problemi, è stato tratto a riva subito dopo l’arrivo dei mezzi eccezionali. Infatti prima si era tentato con delle gru normali, ma queste non riuscivano a sollevare il peso dell’escavatore, così si è dovuti aspettare l’arrivo del grosso mezzo da Trento. Ringrazio quindi le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e la protezione civile di Torri, che sono stati tutti puntuali».Forse però la puntualità non è stata l’aspetto principale, considerato che la chiatta ha iniziato ad affondare nella notte tra lunedì e martedì ed i primi interventi sono avvenuti nel tardo pomeriggio di martedì. «Questo perché», spiega Tenca, «subito non si è avuto la percezione della portata del problema. Poi la piattaforma ha iniziato ad affondare sempre più, così intorno alle 15 abbiamo allertato vigili del fuoco e protezione civile». La ditta che sta svolgendo i lavori del pontile è la Braido Sub di Trento e la chiatta e l’escavatore erano a noleggio dalla ditta Coges srl di Bagholo San Vito, in provincia di Mantova.

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