venerdì, Giugno 2, 2023
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Cinquant’anni per la gente

Cinquan­t’an­ni ben por­tati, ver­rebbe da dire. La pol­stra­da di ieri ha fes­teggia­to l’an­niver­sario del­la pro­pria sede locale e l’ha fat­to con tan­ti ami­ci, anche quel­li che furono tra i pri­mi a lavo­rare nel dis­tac­ca­men­to sul .Per avere un organ­i­co di soltan­to 16 ele­men­ti, di lavoro nel­l’ul­ti­mo anno ne è sta­to svolto parec­chio a giu­di­care dai dati resi noti dal coman­dante Fioren­zo Sbabo: 1.011 pat­tuglie effet­tuate, 214 inci­den­ti stradali ril­e­vati di cui otto mor­tali e con 11 per­sone dece­dute. E anco­ra 1.993 le vio­lazioni al codice del­la stra­da, di cui 144 per gui­da in sta­to d’e­brez­za o per stu­pe­facen­ti. Di rilie­vo anche l’at­tiv­ità di polizia giudiziaria, con 13 arresti di cui uno per omi­cidio, mascher­a­to da inci­dente stradale.Alla fes­ta, per­ché di questo si è trat­ta­to, poca buro­crazia e tante tes­ti­mo­ni­anze di sti­ma e anche d’af­fet­to. All’ap­pun­ta­men­to non sono man­cati i pri­mi cinque poliziot­ti che han­no lavo­ra­to nel dis­tac­ca­men­to: Eli­gio Romani, Fiore Mor­gan­ti, Gian­car­lo Mau­rel­li, Fil­ip­po Scarsel­la, Clemente Zaf­faina: «All’e­poca le nos­tre auto ave­vano l’om­brel­lo», han­no ricorda­to, sot­to­lin­e­an­do che ave­vano soltan­to moto, «quan­ti ricor­di, quan­ti dolori, ma quante gioie soprattutto».Pietro Meschi, sin­da­co di Bar­dolino ha sol­lecita­to i rap­p­re­sen­tan­ti del­la prefet­tura e del­la ques­tu­ra di far­si por­tav­oce del­la neces­sità che il gov­er­no stanzi mag­giori fon­di per le forze locali, sot­to­lin­e­an­do la col­lab­o­razione fat­ti­va che da sem­pre con­trad­dis­tingue il suo Comune.Tra gli invi­tati la cam­pi­ones­sa olimpi­ca di moun­tain bike Pao­la Pez­zo con il pic­co­lo Kevin, ma anche i vig­ili del fuo­co del dis­tac­ca­men­to, alcu­ni residenti.Il diri­gente del­la pol­stra­da del Vene­to, Pietro Lui­gi Saga, ha sot­to­lin­eato come il dis­tac­ca­men­to abbia sem­pre ono­ra­to il vin­co­lo con il lago di Gar­da e ha augu­ra­to al coman­dante Sbabo e a tut­ti i com­po­nen­ti del repar­to di man­tenere sem­pre vivi «lo spir­i­to di servizio, la cor­ret­tez­za, la spon­tanea corte­sia e la disponi­bil­ità dimostra­ta in centi­na­ia di inter­ven­ti di soc­cor­so, di oper­azioni di scor­ta a organi per trapianto, o in occa­sioni di gare ciclis­tiche e auto­mo­bilis­tiche o nel gestire emer­gen­ze legate all’in­ci­den­tal­ità stradale, all’im­po­nente traf­fi­co e alla tutela del­la pub­bli­ca sicurez­za». Dopo l’alz­a­bandiera e i dis­cor­si delle autorità, gli ospi­ti e la polizia han­no parte­ci­pa­to alla san­ta mes­sa nel­la chiesa di San Nicolò, assieme ai famil­iari e alle mogli, citate per la pazien­za e l’af­fet­to con cui atten­dono i loro mar­i­ti.

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