mercoledì, Settembre 11, 2024
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Dopo l’appostamento il blitz dei carabinieri: tre persone in arresto

Coca nascosta nel bungalow

L’indagine che ha portato i carabinieri di Salò all’arresto di tre persone e al sequestro di un chilo di cocaina pura è scattata ai primi di gennaio. Ad insospettire i militari del Nucleo operativo guidati dal maresciallo Giorgio Sganzerla l’incontro tra alcuni pregiudicati in un bungalow del camping Valverde di Polpenazze. Daniele S., 49enne di Brescia, ma già domiciliato sul Garda, con alle spalle più di un problema con la giustizia aveva preso in affitto un bungalow. E lì, ogni sera, avvenivano mediamente due o tre incontri. Daniele S., attendeva l’amico all’esterno del campeggio e insieme raggiungevano il bungalow. Poco dopo l’auto ripartiva. In due mesi i carabinieri hanno filmato i movimenti di una quarantina di persone, compresi giovani incensurati. Tutti identificati attraverso il numero di targa. Venerdì sera il blitz. I carabinieri hanno seguito Emanuele B., 39 anni di Costa Volpino per una decina di chilometri dopo l’incontro nel camping hanno deciso la perquisizione di una Opel «Zafira». I carabinieri di Salò hanno rinvenuto tre grammi di cocaina e nel cruscotto 20 mila euro. Una somma consistente. È scattata la perquisizione del bungalow. Nella casetta c’erano Daniele S., e Piera M., 36 anni di Gussago. La perquisizione ha portato al rinvenimento nel vano cucina di un chilogrammo di cocaina, oltre ad una bilancina di precisione e a 13.700 euro. In arresto tutti e tre con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Ieri mattina la convalida dell’arresto da parte del gip che ha però disposto la scarcerazione della donna che rimane indagata a piede libero. Non sono cadute le accuse nei suoi confronti, ma marginale è risultata la sua posizione. I carabinieri sospettano che sia stato Emanuele B., a portare la droga nel campeggio. Lo incastrano i soldi, quei venti mila euro, che aveva in auto. Al termine dei due mesi di appostamenti con uomini in borghese vicino e dentro il camping – i gestori erano all’oscuro dei traffici – gli investigatori di Salò hanno capito il perché di quegli incontri. Avveniva lo scambio droga-euro. Quantitativi anche consistenti, clienti anche da lontano.

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