lunedì, Aprile 29, 2024
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In arrivo libro commemorativo. Esperienza nata nell’aprile del ’55 con un’ottica interregionale

Comunità del Garda 50 anni e futuro incerto

Quest’anno la Comunità del Garda spegne le sue cinquanta candeline. Mezzo secolo di vita con un passato alle spalle scandito da grandi eventi, da scelte spesso anche coraggiose, da traguardi raggiunti anche se a fatica. Ma con un orizzonte denso di nubi nere, senza squarci di luce per il momento. Per ricordare l’evento, tra poche settimane verrà presentato un libro scritto a sei mani da Sergio Onger, Mario Baldoli e Alberto Comini i quali, attraverso una ricerca accurata eseguita negli archivi, hanno ripercorso questo mezzo secolo di vita dell’ente. Una pubblicazione che si basa su documenti giornalistici e su interviste che ne hanno accompagnato la nascita e la crescita. Gli ultimi due anni sono stati per l’ente di Gardone Riviera particolarmente sofferti e dolorosi. Numerose le defezioni da parte dei soci storici, come Sirmione e Desenzano, ai quali si sono aggiunti Padenghe. Tempo fa, inoltre, altri enti locali avevano sbattuto la porta di via Roma per non fare più rientro. Eppure, la Comunità del Garda ha sempre tenuto in alta considerazione l’unitarietà tra le quattro province e tre regioni. Basta pensare al progetto del risanamento delle acque del lago con la successiva nascita del Consorzio Garda Uno, la disciplina della navigazione da diporto e il regolamento per la pesca, che nessun lago italiano può vantare. E ancora i problemi dei livelli del lago tenuti sempre sotto osservazione, la tutela dell’ambiente, la nascita dell’Autorità interregionale, la promozione del turismo sotto un unico ombrello, la pubblicazione dei dati sulla balneabilità in Germania e in altri Paesi europei. Questi solo alcuni degli obiettivi lanciati e raggiunti in parte. Comunque, i festeggiamenti sono cominciati. Era il 3 aprile 1955 quando un gruppetto di alcuni rappresentanti dei comuni rivieraschi del Garda decideva di dare vita ad un comitato permanente di coordinamento, poi battezzato «Comunità del Garda». Una scelta dettata dall’eccessiva frammentazione amministrativa che allora (non erano ancora sorte le regioni a statuto ordinario) si manifestava con particolare accentuazione. Un’idea geniale, indubbiamente. Primo presidente venne eletto l’avvocato Luigi Buffatti, allora presidente della Provincia di Verona, al suo fianco venne designato come segretario generale il professor Giovanni Dean. A dare l’accelerazione decisiva fu, però, l’avvocato Aventino Frau nei primi anni Settanta che, di lì a poco, più giovane deputato italiano, andò al Parlamento per cominciare una brillante carriera politica. Fu proprio Frau a imprimere la svolta per la costituzione del Consorzio Garda Uno, avendo al fianco un grande segretario generale: l’avvocato Luigi Canepa. Adesso, la Comunità del Garda naviga, dicevamo, in acque agitate. Una spinta autonomistica giunta da più parti ha provocato, si diceva, il forfait di alcune amministrazioni, alle quali però l’attuale presidente attuale Pino Mongiello conta di rispondere con nuovi ingressi. Insomma, l’emorragia sembra essersi arrestata.

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