lunedì, Aprile 29, 2024
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Fernando Sanson presidente della Catullo spegne le polemiche sullo scalo. Obbiettivo fissato: 300 mila passeggeri nel corso del 2001

«Così il D’Annunzio decollerà»

Roma e Londra, charter e low cost, scalo merci e vigili del fuoco. Impegni già presi e traguardi da raggiungere: Catullo dice sì a tutto. I tempi? Variabili, ma all’insegna del «prima è meglio». Montichiari vuol crescere e crescerà. Parola di Fernando Sanson. Il presidente della società che gestisce gli aeroporti di Verona e Brescia smorza le polemiche. Punto primo: Montichiari non smobilita, né si ridimensiona. «Gli obbiettivi strategici sono gli stessi di quando siamo partiti». Per questo il D’Annunzio non rischia di perdere Roma. «Ci siamo mossi con sei mesi d’anticipo, non appena abbiamo avuto sentore delle intenzioni di Air Dolomiti. Il suo posto non resterà vacante. Il problema è il tipo d’aereo: per questa linea l’ideale sono 60-100 posti. Troveremo la soluzione giusta. Montichiari conserverà Roma così come Londra e i voli a basso costo. Mi dispiace che la Ryanair abbia scelto Charleroi come base europea: evidentemente i belgi hanno fatto ponti d’oro… Spetterà alle autorità comunitarie verificare che lo Stato belga non abbia contribuito in modo determinante». Il 30 marzo è in calendario a Verona un’assemblea straordinaria per introdurre nello statuto della Catullo Spa le modifiche necessarie ad avviare un processo di privatizzazione. Condizione indispensabile per una vera attività imprenditoriale, «punto di partenza per programmare gli investimenti» a Montichiari come a Villafranca, è la trasformazione della gestione aeroportuale da parziale e precaria in totale. Il passaggio sembra ormai imminente, annunciato dall’atto di indirizzo con cui il ministro dei Trasporti Pierluigi Bersani ha permesso all’Enac (Ente nazionale aviazione civile) di definire in tempi rapidi le modalità per il trasferimento dei servizi dallo Stato ai privati. L’autorizzazione ufficiale del direttore generale Pierluigi Di Palma è attesa per i primi di aprile, anche se Sanson non si illude: «Nel luglio scorso Bersani mi disse che era questione di settimane… Siamo in marzo: aspetto ancora buone notizie». Entro fine mese dovrebbe liberarsi il grande hangar vicino allo scalo di Montichiari, finora dell’Esercito (che sta completando il trasferimento). «Gli spazi sono importanti per creare il centro cargo che rientra nelle nostre strategie – dice Sanson – ma da soli non basteranno. All’Ascab e agli spedizionieri dico che manterremo l’impegno di creare uno scalo merci, ma le cose non nascono di punto in bianco dalla sera alla mattina. Sarà fondamentale l’apporto di un partner tecnico e operativo. Lo sceglierà la società che avrà in gestione il D’Annunzio». Un mese fa l’aeroporto di Montichiari si ritrovava paralizzato per una pompa guasta. «Un paradosso, considerato che siamo gli unici in Italia a pagare 150 milioni al mese di tasca nostra per i Vigili del fuoco». I quali fanno gli straordinari per garantire due turni di servizio (a turno 8 per gli Atr, 12 per gli Airbus). A fine maggio, massimo a giugno dovrebbero arrivare i 48 Vigili del fuoco pagati dal ministero dell’Interno. «Qualcuno però mi dovrà spiegare perché li ha già ottenuti Cuneo, che fa 18 mila passeggeri all’anno… Non mi spaventano gli investimenti – spiega Sanson – quanto gli oneri impropri: per il Catullo sono 5 miliardi all’anno. Un’enormità». Nel 2000 Montichiari ha totalizzato 164.804 passeggeri (545 in transito, 34.615 di charter). Il traguardo per il 2001 è fissato a 300 mila (100 mila su charter): la quota dalla quale partì la grande corsa di Verona nel lontano 1986. L’anno scorso il Catullo ha superato i fatidici due milioni, con un 23 per cento di aumento rispetto al ’99. Predominanti i voli internazionali, con 1.359.142 passeggeri (455.919 di linea). Il sistema del Garda si è così assestato al terzo posto in Italia (dopo Roma e Milano) per i voli charter. «Montichiari non sarà una copia di Verona – precisa Sanson -. Senza dimenticare i voli di linea, punteremo molto sui charter. Li faremo crescere con i tour operator, sfruttando il marchio di qualità che abbiamo dimostrato di meritare negli anni. Un marchio che diventerà anche monteclarense». Bresciano di luogo e di scopi, il D’Annunzio resterà comunque a denominazione d’origine veneta. « Le polemiche non fanno bene a nessuno e io non ne ho mai fatte. A volte basta conoscere i problemi da vicino per capire meglio tutti i punti di vista. Sono convinto che Brescia e Verona voleranno in alto insieme, anche se mi preoccupa la crescita annunciata di Linate. Bergamo ne risentirà sicuramente. Spero non succeda la stessa cosa anche a noi». Montichiari spiccherà il volo ad alta quota, anche se Sanson non nega le discussioni con Provincia e Camera di Commercio di Brescia. «Forse i vertici bresciani avevano sottovalutato certe questioni, credendo a promesse che non mi hanno mai incantato… Ma basta capirsi. In questo momento – assicura il presidente della Catullo – la mia intenzione è una sola: veder nascere quanto prima la società di gestione del D’Annunzio. Per conto mio sarà costituita già il giorno dopo il rilascio della gestione totale. I soci che affiancheranno il Broletto e la Camera di Commercio a Brescia dovranno avere un know-how importante, ma non abbiamo preclusioni. Poi toccherà alla nuova compagine fare le sue scelte strategiche».

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