lunedì, Aprile 29, 2024
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Gli ambientalisti lanciano l’allarme: nella zona sud del lago distrutto dall’uomo gran parte dell’habitat naturale Situazione molto grave nella zona di San Vito a Colombare, complice una pala meccanica e l’inquinamento 

Così spariscono i canneti

È allarme canneti sul lago di Garda. Sono le associazioni ambientaliste del basso lago a fare il punto delle situazioni a rischio, tutte oggetto di esposti presentati nelle ultime settimane.I problemi interessano soprattutto la penisola cara a Catullo ma anche il confinante comune di Desenzano. In particolare nel mirino del comitato per la tutela di Punta Grò e del territorio sirmionese e di altre associazioni sono finiti i canneti della zona San Vito a Colombare distrutto nella parte centrale e quello antistante via XXV Aprile che sarebbe stato cancellato con una pala meccanica.Ma vediamo la situazione.I canneti costituiscono l’habitat naturale rivierasco del lago di Garda. Un tempo la loro diffusione era notevole. Le modifiche ambientali ma soprattutto gli interventi dell’uomo hanno prodotto, in poco più di 50 anni, una drastica rarefazione.Il censimento dei canneti del basso lago effettuato dal Centro di rilevamento ambientale di Sirmione, con il concorso di volontari, ha individuato, misurato e monitorato con sistema gps, i canneti sopravvissuti. Quelli presenti sulla costa di Desenzano sono 12 per una superficie di circa 47.000 metri quadri. Le aree a canneto di Padenghe sono invece 13 ed occupano 7.000 metri quadrati. Il primato spetta a Sirmione con ben 32 zone rivierasche che occupano quasi 11 ettari d’areale.L’importanza dei canneti e delle zone umide è presto spiegata. Costituiscono una riserva ambientale preziosa. Permettono infatti la vita ad uccelli, rettili, anfibi, pesci, insetti, plancton e benthos, un insieme di forme di vita che viene definito con il termine di biodiversità. I canneti del basso lago ospitano una ricca avifauna e sono anche una difesa dalle erosioni del moto ondoso. Sono tutti protetti dalla legge regionale del 1977 sulla tutela della flora spontanea che dispone il divieto di danneggiamento o distruzione. Anche la legge interregionale sulla navigazione privata a motore prevede il divieto di accesso a qualsiasi imbarcazione nelle zone mantenute a canneto e nella fascia esterna di 300 metri.Ed è tenendo conto di questi riferimenti che ieri mattina esponenti del Comitato per la tutela di Punta Grò e del territorio di Sirmione, del Comitato parco delle colline moreniche del Garda che ha sede a Desenzano e associazione Roverella di Padenghe hanno fatto il punto della situazione canneti. In particolare hanno illustrato quella che hanno definito la «contaminazione» di un canneto disseccato e in parte distrutto e, in altra zona la quasi totale distruzione di una seconda porzione di canneto. Il caso più grave riguarda la zona a lago in località San Vito, sul versante che guarda Desenzano della penisola sirmionese, proprio all’altezza di un grande cantiere edile. La segnalazione inviata all’Assessorato al territorio ed a quello all’ambiente della Provincia, al corpo forestale, ai carabinieri del Noe ed a quelli di Sirmione oltre che al Comune, dice che «la porzione centrale del canneto, proprio in corrispondenza dell’arrivo di una tubazione, si presenta contaminata e con le piante completamente disseccate».Lo evidenziano le foto aeree scattate nel 2007 e nei mesi scorsi mentre quelle riprese a terra mostrano la presenza di uno scarico di acque reflue proprio all’interno del canneto. La documentazione fotografica è integrata anche da un filmato. Più in dettaglio è stato spiegato che il canneto aveva un’ampiezza di circa 6.000 metri quadrati e che, a causa del probabile sversamento di sostanze inquinanti attraverso una tubazione fotografata, ben il 40 per cento del canneto è stato distrutto. Da qui la richiesta di procedere a constatare il grave danno alla vegetazione protetta accertando le eventuali responsabilità. L’esposto è stato sottoscritto anche da Italia Nostra di Brescia, dal Circolo del lago di Garda di Legambiente, dall’Associazione Roverella.Una seconda segnalazione riguarda il canneto posizionato all’altezza dei civici 58-60 di via XXV Aprile. Qui un’altra porzione di canneto – segnala il Comitato – «è stata quasi totalmente distrutta con mezzo meccanico». In questo caso viene chiesto alle autorità competenti un intervento sanzionatorio così da costituire un deterrente ai continui attacchi all’ambiente.

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