Un balzo all’indietro nel tempo di cento anni per rivivere le usanze, le arti e i mestieri del nostri bisnonni. In Piazza Carlo Alberto, in corte Segattini, corte Gelmetti e in corte Pio Ricovero oggi e domani si terrà la seconda manifestazione delle Corti storiche: rassegna di arti e mestieri, all’interno delle iniziative promosse in occasione del 153° anniversario della Carica dei carabinieri. Il gruppo folkloristico di Cavareno (Tn), formato da 40 figuranti in costume, porterà a Pastrengo arti e lavori di un tempo. Sarà possibile vedere contadini alle prese con il grano o la segala al momento della battitura. Il grano viene stesso sull’aia (sul «somas») e per mezzo di appositi bastoni correggiati (i «fieri»), i chicchi vengono separati dal resto della spiga. Il lavoro un tempo veniva svolto collettivamente, sera dopo sera: era un’occasione per stare insieme, conoscersi, e spesso nascevano nuovi amori. Un tempo il fieno veniva tagliato con la falce, il grano e la segala con il falcetto (la «siesla», mentre «sieslar» era l’azione della mietitura) che, ogni tanto, andava battuto e affilato sul posto. Questo era compito dei più anziani. E quando gli attrezzi da taglio erano da sistemare, ecco entrare in scena operai specializzati: l’arrotino, «el moleta», spesso ambulante, il fabbro, «el ferar», che con la sua forgia e pedale costruisce per i contadini attrezzi nuovi o ripara vecchi. Un attrezzo molto particolare è il rastrello; servono tre tipi di legname: abete per il manico, faggio per la traversa del pettine, frassino per i denti, e un paziente lavoro. Per lavori complessi si ricorre al falegname («el tisler») che costruisce mobili, porte e finestre; al «marangon», che realizza i tetti delle case; «al rodar» che prepara le ruote dei carri, o il «pinter» che produce le botti di vino. Non mancano abili artigiani capaci di costruire cesti e gerle. I lavori tipicamente femminili erano molti perché a quel tempo tutto veniva fatto a mano: dal lavare, al cucire vestiti nuovi. Sarà presente anche un gruppo musicale, capace di riprodurre i balli, le cante e le filastrocche di un tempo. Domani i protagonisti saranno i paracadutisti dell’associazione Anp d’Italia sezione di Lazise, presieduta da Marcello Rizzi. L’appuntamento è alle 16 e a dirigere i lanci dal cielo, con l’atterraggio nel grande campo di calcio attiguo alla caserma dei carabinieri, sarà il direttore della scuola regionale di paracadutismo Raffaello Venturi. È un ex ufficiale da poco congedatosi, appassionato dei paracaduti e dei lanci nel grande vuoto. Sugli spalti di Pastrengo ci sarà anche un pezzo da novanta del mondo del paracadutismo: il tenente colonnello Piero Dal Fiume. Sarà lui il direttore di lancio della manifestazione. «È motivo di vanto poter avere tra noi», spiega Rizzi, «il colonnello Dal Fiume. È uno dei personaggi di questo mondo, spesso sconosciuto e sovente pericoloso, al limite dello sprezzo del pericolo, ma talvolta indispensabile per una positiva azione bellica».