sabato, Luglio 27, 2024
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Chiesto l’esproprio per il Belvedere. Gli ambientalisti contro i divieti di passaggio

È battaglia per la «collina proibita»

«Riaprite ai cittadini il monte Belvedere»: con questo slogan il comitato di salvaguardia del territorio di Castiglione riapre l’annosa questione della collina «proibita».«Nel 2003 – spiegano gli ambientalisti – abbiamo chiesto di ripristinare i sentieri sia di collina che di pianura, e in particolare di dichiarare la zona panoramica di Belvedere, con il relativo sentiero pedonale, zona di pubblica utilità, al fine di mantenere percorribile, esclusivamente a piedi, un’area naturale di notevole pregio».Una richiesta molto sentita dalla gente del basso Garda, che ha per esempio un precedente simile a Desenzano per l’area del Monte Corno.«Con nostra grande soddisfazione – aggiungono – il 28 settembre 2004 è stata approvata una variante al Piano regolatore con cui si rende percorribile al pubblico passaggio la parte alta della collina Belvedere. Questo intervento è stato inserito anche nel progetto che prevede la realizzazione della rete di sentieri approvata dal Comune».Ora, nonostante siano passati due anni dall’approvazione della variante, il sentiero e il punto panoramico non sono ancora fruibili per la mancata sistemazione dell’area, ma anche per la presenza di cartelli in cui si vieta espressamente l’accesso.«La decisione di dichiarare di pubblica utilità quell’area era stata concordata con il proprietario – sottolinea il comitato – per cui non riusciamo a capire cosa sia intervenuto dopo, per arrivare al punto in cui la pratica di rogito dell’area interessata non è stata ancora definita a causa di un continuo contenzioso con il proprietario».Ma ecco l’affondo del comitato: «L’amministrazione comunale nel perseguire l’obiettivo di pubblica utilità della sommità del monte Belvedere e del relativo sentiero, considerando le forti resistenze al completamento della pratica, avrebbe dovuto intervenire con un atto di esproprio. La prevalenza dell’interesse della comunità, che si è manifestata con l’approvazione della variante e con l’inserimento nella rete dei sentieri delle colline moreniche, non può essere vanificata».Per tali motivi, il comitato chiede al sindaco «di avviare la procedura dell’esproprio, nel caso in cui il proprietario non sia disponibile a concludere la pratica, e di far rimuovere i cartelli di divieto di accesso messi ben in vista sulla sommità del monte all’inizio del sentiero».

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