domenica, Maggio 28, 2023
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“Forum del Garda 2016”: a Riva del Garda si discute del futuro turistico e “Patrimonio dell’Umanità UNESCO”

A Riva del Gar­da fer­vono i prepar­a­tivi da parte del locale Rotary Club pre­siedu­to dal­l’avv. Ger­mano Berte­ot­ti per alle­stire l’edi­zione 2016 del “Forum del Gar­da” (in pro­gram­ma per lunedì 9 mag­gio 2016, ore 18.00, pres­so l’Ho­tel Du Lac et Du Parc di Riva del Gar­da), inizia­ti­va uni­taria itin­er­ante orga­niz­za­ta a turno da uno dei tre Rotary Club che si affac­ciano sul lago per val­oriz­zare l’im­mag­ine e l’e­cono­mia bena­cense, che quest’an­no verte sul tema “Il futuro tur­is­ti­co del ”.

«Un argo­men­to di scot­tante attual­ità – affer­ma il pres­i­dente del Rotary Club Riva del Gar­da, avv. Ger­mano Berte­ot­ti — per sti­mo­lare il dibat­ti­to intorno alla neces­sità, sem­pre più sen­ti­ta, di svilup­pare inizia­tive pro­mozion­ali uni­tarie del Lago di Gar­da in cam­po tur­is­ti­co, la mobil­ità e la tutela del ter­ri­to­rio, per indi­vid­uare in modo con­giun­to anche quali pos­sano essere gli even­tu­ali prob­le­mi e le soluzioni, par­tendo dal fat­to che il set­tore tur­is­ti­co rap­p­re­sen­ta per il ter­ri­to­rio garde­sano una base strate­gi­ca fon­da­men­tale per lo svilup­po del sis­tema eco­nom­i­co locale. Il tut­to nel­l’ot­ti­ca di sce­nario del riconosci­men­to del Lago di Gar­da, da parte del­l’Unesco, come “Pat­ri­mo­nio del­l’U­man­ità”, e le pos­si­bili ricadute sul­la realtà bena­cense». Un even­to, sot­to­lin­ea Berte­ot­ti, «reso pos­si­bile gra­zie alla fat­ti­va col­lab­o­razione di InGar­da Spa, Cas­sa Rurale Alto Gar­da, Medi­aS­tu­dio Gior­nal­is­mo & Comu­ni­cazione e Dornier Con­sult­ing Inter­na­tion­al che ci han­no sup­por­t­a­to finanziari­a­mente e tec­ni­ca­mente nel­l’or­ga­niz­zazione».

Numerosi i con­tribu­ti da parte di esper­ti del set­tore, politi­ci e di oper­a­tori garde­sani pre­visti durante il “Forum”. Per l’asses­sore al tur­is­mo e pro­mozione del­la Provin­cia autono­ma di Tren­to, Michele Dal­lapic­co­la, «momen­ti d’in­con­tro e rif­les­sione come quel­lo del “Forum del Gar­da” sono utili per dis­cutere nuove forme di coor­di­na­men­to e di col­lab­o­razione tra Enti diver­si per val­oriz­zare l’ec­cezion­al­ità del Lago di Gar­da, anche attra­ver­so un’azione di pro­mozione tur­is­ti­ca e del ter­ri­to­rio con­giun­ta ed uni­taria tra Trenti­no, Lom­bar­dia e Vene­to, sen­za per­me­t­tere che riaf­fiori quel par­ti­co­lar­is­mo che si è riv­e­la­to estrema­mente dan­noso». Per Dal­lapic­co­la «par­ti­co­lar­mente inter­es­sante è anche lo sce­nario Unesco: bene il per­cor­so che è già sta­to delib­er­a­to dai tre ter­ri­tori che si affac­ciano sul Gar­da per arrivare alla dichiarazione di “Pat­ri­mo­nio del­l’U­man­ità” del baci­no bena­cense, che potrà cos­ti­tuire la por­ta d’in­gres­so merid­ionale ad un altro “Pat­ri­mo­nio del­l’U­man­ità” come la cate­na delle Dolomi­ti, anch’es­sa realtà che abbrac­cia più ter­ri­tori come il Gar­da».

Per l’asses­sore allo svilup­po eco­nom­i­co del­la , , «l’area del Gar­da è un ter­ri­to­rio uni­co che si muove in un mer­ca­to tur­is­ti­co inter­nazionale che con­tin­ua a crescere e ad offrire nuove sfide ed oppor­tu­nità, che al con­tem­po richiede una rin­no­va­ta capac­ità di fare mas­sa crit­i­ca per essere vis­i­bili ed attraen­ti. Il Lago di Gar­da cos­ti­tu­isce un esem­pio pos­i­ti­vo di col­lab­o­razione inter­re­gionale che va sicu­ra­mente svilup­pa­ta ed ampli­a­ta». Sul­la stes­sa lunghez­za d’on­da Fed­eri­co Caner, asses­sore al tur­is­mo del­la Regione del Vene­to: «il Lago di Gar­da cos­ti­tu­isce un unicum, sia per essere il mag­gior baci­no d’ac­qua dolce d’I­talia e uno dei più gran­di in asso­lu­to a liv­el­lo europeo, che per offrire una bio­di­ver­sità ambi­en­tale molto var­ie­ga­ta, pas­san­do da un ter­ri­to­rio tipi­ca­mente mari­no tipi­co del bas­so lago ad uno tipi­ca­mente alpino delle vette del monte , pas­san­do attra­ver­so una plu­ral­ità di prodot­ti agroal­i­men­ta­ri tipi­ci uni­ci, ad iniziare dal più conosci­u­to, l’o­lio extravergine d’o­li­va Gar­da Dop. Il baci­no del Gar­da cos­ti­tu­isce un pat­ri­mo­nio uni­co che ben meri­ta il riconosci­men­to di “Pat­ri­mo­nio del­l’U­man­ità Unesco”, obi­et­ti­vo che vede la Regione del Vene­to forte­mente impeg­na­ta così come abbi­amo già fat­to con le Dolomi­ti».

, seg­re­tario gen­erale del­la , sot­to­lin­ea la strate­gic­ità del baci­no garde­sano: «il lago con i suoi oltre 50 chilometri cubi­ci di acqua dolce è un ele­men­to essen­ziale sia per il tur­is­mo che per l’a­gri­coltura, oltre che per il cli­ma. Si trat­ta di un ter­ri­to­rio uni­co, che vede con­vi­vere al suo inter­no cli­mi che spaziano da quel­lo tipi­co mediter­ra­neo a quel­lo alpino, le cui acque con­tribuis­cono a mit­i­gare il cli­ma, a pro­durre una con­sis­tente fet­ta del­l’en­er­gia rin­nov­abile prodot­ta in Italia, ad irri­gare buona parte delle cam­pagne del­la pia­nu­ra Padana e ad assi­cu­rare il riforn­i­men­to idropota­bile di gran parte del­la popo­lazione che si affac­cia sul lago e che vive nelle sue vic­i­nanze. E’ un bene ambi­en­tale uni­co che sposa la val­oriz­zazione eco­nom­i­ca del ter­ri­to­rio con la sua pro­tezione e tutela, cosa che dovrà essere sem­pre più anche in futuro anche gra­zie al suo inser­i­men­to come “Pat­ri­mo­nio del­l’U­man­ità” Unesco, prog­et­to cui la Comu­nità del Gar­da crede fer­ma­mente e che si can­di­da a coor­dinare».

Che effet­ti può avere la dichiarazione di “Pat­ri­mo­nio del­l’U­man­ità” Unesco? La rispos­ta la for­nisce Mas­si­mo Tedeschi, gior­nal­ista e socio dell’“Ateneo di scien­ze let­tere e arti” di Bres­cia, già rela­tore di even­ti sim­ili nei mesi scor­si nel bas­so lago e autore di un appro­fondi­men­to ded­i­ca­to a questo tema. «L’e­sem­pio — spie­ga Tedeschi — viene dalle Dolomi­ti e dalle Langhe. Le prime entrate nel­la “World her­itage list” del­l’Unesco nel 2009, le sec­onde nel 2014. Questo è il momen­to in cui nel pres­ti­gioso club dei posti più bel­li e più impor­tan­ti del mon­do ven­gono ammesse anche realtà com­p­lesse, siti seri­ali, aree che rac­chi­udono val­ori stori­ci, pae­sag­gis­ti­ci, nat­u­ral­is­ti­ci real­mente uni­ci ed eccezion­ali. Il Gar­da è un can­dida­to nat­u­rale a far parte di questo club spe­ciale, che oggi com­prende 1.007 siti di 161 Pae­si». Per Tedeschi «è tem­po che su questo tema si pas­si dalle dis­cus­sioni ai fat­ti. Chi conosce il Gar­da sa i val­ori che quest’area esprime: il Bena­co rac­chi­ude il 40% delle risorse di acqua dolce ital­iana, è figlio di un fenom­e­no geo­logi­co stra­or­di­nario man­i­fes­tatosi nel­l’era glaciale, ha dato vita a inse­di­a­men­ti umani di eccezionale inter­esse, ha gen­er­a­to un pae­sag­gio e architet­ture agri­cole uniche al mon­do (dalle limon­aie ai vigneti delle zone col­li­nari, agli alpeg­gi in quo­ta, agli oliveti più set­ten­tri­on­ali di tut­ti), ospi­ta un pat­ri­mo­nio orni­to­logi­co stra­or­di­nario oltre che endemis­mi veg­e­tali e pae­sag­gi già vari­a­mente tute­lati. Il Gar­da potrebbe anche con­tare, a liv­el­lo mon­di­ale, su ambas­ci­a­tori d’ec­cezione: gli scrit­tori europei che da sec­oli ne decantano le bellezze».

Ottenere il riconosci­men­to di sito Unesco è utile? «Sì – affer­ma con deci­sione Tedeschi — per­ché porterebbe ad allargare la conoscen­za del Gar­da, ne qual­i­ficherebbe l’im­mag­ine, raf­forz­erebbe il tur­is­mo di qual­ità che già oggi carat­ter­iz­za l’area, impeg­nerebbe le comu­nità locali in un’­opera di sal­va­guardia». L’iter da affrontare ovvi­a­mente non è dei più sem­pli­ci. «Serve anz­i­tut­to un sogget­to pro­mo­tore – ricor­da Tedeschi -: in Lom­bar­dia l’idea è sta­ta aval­la­ta da una mozione approva­ta all’u­na­nim­ità dal Con­siglio regionale (e lo stes­so è avvenu­to anche in e in Provin­cia di Tren­to), ha ottenu­to ade­sioni sig­ni­fica­tive in alcu­ni Comu­ni (Desen­zano in prim­is) e asso­ci­azioni, la vec­chia pres­i­den­za del­la Comu­nità del Gar­da ave­va man­i­fes­ta­to un forte inter­esse su questo pun­to, riaf­fer­ma­ta anche dal­la nuo­va pres­i­den­za Gelmi­ni. La com­p­lessità ammin­is­tra­ti­va del­l’area non dovrebbe scor­ag­gia­re: sot­to la for­ma del­la fon­dazione, le Dolomi­ti han­no saputo riu­nire 3 regioni e 5 province, le Langhe 3 province e 75 comu­ni. Il vero tema è la volon­tà polit­i­ca».

Man­fred Schweigkofler, esper­to di pro­mozione tur­is­ti­ca e di ges­tione di even­ti per Dornier Con­sult­ing Inter­na­tion­al, sot­to­lin­ea la por­ta­ta del­la pro­mozione uni­taria del Gar­da e le ricadute del riconosci­men­to come “Pat­ri­mo­nio del­l’U­man­ità” Unesco: «super­are, così come si sta facen­do, la tri­par­tizione nel­la pro­mozione tur­is­ti­ca del baci­no garde­sano è fon­da­men­tale per pro­porre sui mer­cati inter­nazion­ali il lago e il suo entroter­ra come des­ti­nazione uni­taria, per­ché la con­cor­ren­za inter­nazionale è estrema­mente agguer­ri­ta e andare sui mer­cati con tre diverse offerte tur­is­tiche del Gar­da oggi è uno sce­nario che non paga più, oltre a gener­are sprechi eco­nomi­ci che nes­suno si può più per­me­t­tere. Vedrei bene fare anche un pas­so in più, pro­po­nen­do anche un “mar­chio ombrel­lo” garde­sano des­ti­na­to per le strut­ture ricettive o per tut­ti i real­iz­za­ti nel suo ambito, in modo da accrescerne la riconosci­bil­ità e la speci­ficità, mag­a­ri da pro­porre uni­tari­a­mente al riconosci­men­to di “Bene del­l’U­man­ità” Unesco». A pro­pos­to di Unesco, Schweigkofler sot­to­lin­ea come «l’I­talia con 51 siti oggi è il paese con più siti Unesco al mon­do, cui potreb­bero aggiungersene altri 41 in lista d’at­te­sa. Il Gar­da potrebbe essere una can­di­datu­ra for­tis­si­ma e si potrebbe anche legar­la a doppio filo ad un altro “Pat­ri­mo­nio del­l’U­man­ità” come le Dolomi­ti, di cui il Gar­da cos­ti­tu­isce la por­ta d’in­gres­so sudoc­ci­den­tale, oltre a sfruttare le acque che sgorgano dai suoi crinali».

 

 

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