sabato, Maggio 4, 2024
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Gli impianti attivi nella nostra provincia portano Brescia ad essere in testa, per potenza prodotta, alle altre zone della Lombardia da Milano a Como

Fotovoltaico. Garda al top

Il sole scalda più sul Garda che a Napoli. Sembra un paradosso ma in fatto di energia fotovoltaica Brescia è la provincia italiana che vanta il maggior numero di impianti attivi: centottantaquattro, per la precisione, in grado di sviluppare complessivamente attorno ai 1500 chilowattora. Una quantità pari al 38% del potenziale della Lombardia che con seicento strutture fotovoltaiche operative e 4 mila chilowattora si pone ai vertici della graduatoria nazionale. LA SICILIA conta 146 impianti che producono soltanto 897 chilowattora. La sola Desenzano, con i suoi 12 “pacchetti” di pannelli fotovoltaici pari a 114,5 kwh, vale quasi un terzo dell’energia solare prodotta nell’intera Calabria dove il contributo complessivo dei 41 impianti certificati si ferma a 354 kwh. Maglia nera nazionale l’assolata Sardegna dove la risorsa sole sviluppa la miseria di 354 kwh attraverso 69 strutture di captazione. Brescia è comunque un passo avanti anche rispetto alle altre province lombarde: Milano si ferma a 81 impianti, seguita da Como e Lecco con 41. IN CODA SONDRIO con 10 e Lecco con 7. Il 30 per cento degli impianti fotovoltaici della provincia si concentra sul Garda: alle spalle di Desenzano, la città più riscaldata dal sole ci sono Salò, ma anche piccoli centri come Padenghe e Pozzolengo. Nell’elenco dei paesi che si sono convertiti al fotovoltaico spiccano per rapporto fra abitanti e impianti, Berlingo, Malegno e Calvagese come sorprende l’assenza di Comuni importanti come Orzinuovi e Ghedi. C’E PANNELLO E PANNELLO. Bisogna subito precisare una cosa: pannelli solari e cellule fotovoltaiche, a base di silicio le più comuni, non sono la stessa cosa. I primi producono calore che viene impiegato per il riscaldamento dell’acqua per usi domestici. Le cellule, invece, producono energia non accumulabile se non per mezzo di batterie. La convenienza del fotovoltaico sta nella possibilità di vendere l’energia prodotta in eccesso rispetto al fabbisogno della casa. IL BUSINESS. Il crescente interesse per il fotovoltaico nel Bresciano è determinato da diversi fattori. «Innanzi tutto – spiega Giambattista Gobbi consulente della società di ricerche delle fonti rinnovabili SolGem -, pesa la crescente coscienza ambientale della gente che si è manifestata anche nella mobilitazione contro le centrali a turbogas inserite, senza alcun fondamento scientifico, fra le fonti rinnovabili considerato che il metano non è un prodotto eterno. Anche la decisione del Governo di inserire incentivi specifici per chi decide di produrre energia pulita ha dato una spinta importante in una provincia già di per se stesso storicamente attenta al problema». AFFARI ECOLOGICI. I vantaggi del fotovoltaico sono evidenti: si può installare ovunque ci sia luce solare anche se la resa dipende molto dalle condizioni ambientali. Per questo motivo è buona norma affidarsi a ditte specializzate anche perchè il contributo statale prevede appunto la certificazione dell’impianto da parte di tecnici iscritti all’albo. Per chi abita in una zona poco soleggiata o in montagna diventa indispensabile un progetto di fattibilità che studi l’angolo di irragiamento solore della casa in modo da posizionare al meglio le cellule cattura sole. Ma anche la posizione geografica dell’impianto è diventata un dettaglio se si guardano ai 7 impianti fotovoltaici attivi a Malegno o ai 14, 984 kwh prodotti a Darfo. L’OSTACOLO BUROCRAZIA. Tutto facile allora? Nemmeno per sogno. L’energia solare fai da te ha un grande nemico: la burocrazia. Anche per chi è armato di buone intenzioni e con in tasca un progetto valido, l’iter amministrativo sembra fatto apposta per scoraggiare l’autonomia energetica. I documenti da presentare al Gse per ottenere l’incentivazione sono tanti e complessi. Di solito della domanda se ne occupano direttamente le ditte installatrici che in questo modo certificano anche la loro affidabilità. FINANZIAMENTI. Anche i mutui rivestono un aspetto fondamentale per le famiglie che si affidano al fotovoltaico. L’investimento domestico si aggira dai 20 ai 30 mila euro. Gli impianti standard connessi alla rete costano in media dai 5.500 ai 7 mila euro per chilowattora di potenza. Ci sono banche che sottoscritto convenzioni specifiche con il gestore per cui incamerano direttamente il contributo offrendo al cliente condizioni di mutuo agevolato. L’ULTIMA FRONTIERA. Dalla casa ai capannoni zootecnici il passo è stato davvero breve per gli impianti fotovoltaici. Nel Bresciano, una provincia ad alta densità di allevamenti si stanno sviluppando forme di accordo fra società private e imprenditori agricoli per l’installazione attraverso consorzi di cellule fotovoltaiche su capannoni avicoli e suinicoli. L’investimento è quasi sempre interamente a carico delle società di trading elettrico che oltre a fornire energia gratuita garantiranno agli allevatori una percentuale sugli utili derivanti dalla vendita dei khw prodotti.

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