Il prof. Henry Thode, docente di Storia dell’arte all’Università di Heidelberg, autore di molte monografie sui protagonisti della cultura italiana – da Francesco d’Assisi a Michelangelo, Giotto, Mantegna, Tintoretto, Correggio – fu il primo dei grandi intellettuali tedeschi a considerare Gardone Riviera il «paese dell’anima».Nel 1877, estinta l’antica famiglia gardonese Bonzanini, Villa Cargnacco e la tenuta (trasformati da d’Annunzio nel Vittoriale degli Italiani dal 1921) furono acquistati dalla famiglia Wimmer, che nel 1893 vi ospitò il prof. Henry Thode e la moglie Daniela Senta von Bülow, nipote di Franz Liszt e figliastra di Richard Wagner.L’1 marzo di quell’anno il professore prese in affitto dalle eredi Wimmer la casa e i terreni per alcuni anni, sino al 1898. Poi già nel 1907 avrebbe voluto acquistare Villa Cargnacco – messa in vendita dalla vedova Wimmer – ma difficoltà finanziarie non resero possibile concretare subito il desiderio. L’anno successivo, come già in passato, la sua vita fu resa difficile dalle crisi depressive della moglie Daniela, che sarà ricoverata in varie cliniche e nel 1909 anche a Maderno. Proprio in quell’anno Thode tornò a considerare la possibilità di acquistare Villa Cargnacco contro il parere della consorte, che riteneva la località troppo isolata. Nella lettera del gennaio 1910, indirizzata alla moglie a Maderno, il prof. Thode fece per la prima volta il nome della violinista Hertha Tegner, figlia di un magistrato di Copenaghen che diventerà la sua nuova compagna dopo il divorzio: lei aveva 26 anni, lui 53.Nonostante la difficile situazione familiare, il prof. Thode l’8 marzo 1910 acquistò le proprietà di Cargnacco dalle eredi Wimmer. Fu intenzione sua – e della stessa moglie Daniela che riuscì a convincere – di farne la dimora primaria dopo aver lasciato l’insegnamento universitario: lo si ricava anche dalla cura dell’arredo, dai libri dello stesso Thode e soprattutto dai cimeli, assai cari a Daniela: il pianoforte di nonno Liszt, i manoscritti del patrigno Wagner, i ritratti, fra cui quello della madre dipinto dal Lenbach, e altri ricordi dei due eminenti musicisti. Lo studioso vi collocò anche il proprio patrimonio librario che una relazione dell’11 giugno 1921 segnalava di «6.281 pezzi tra libri ed opuscoli dei quali 4.150 nella biblioteca e 2.131 nello studio al secondo piano».Il prof. Thode, laureato in storia dell’arte, diresse dal 1889 al 1891 l’istituto Staedel di Francoforte sul Meno; nel 1894 gli venne affidata la cattedra di Storia dell’arte all’Università di Heidelberg che tenne sino al 1911. La sua collaborazione alla rivista «Repertorium für Kunstwissenschaft» ne fece una figura di riferimento della critica d’arte tedesca; notevoli gli otto saggi del 1905 sulla pittura tedesca contemporanea.Testimoniò il suo interesse per la storia veneziana scrivendo il poema «Der Ring des Frangipani» (L’anello del Frangipani) che racconta la drammatica vicenda di Christoph Frangipani, condottiero fra i più valenti dell’imperatore Massimiliano. Il romanzo fu licenziato proprio da Villa Cargnacco «l’ 8 settembre 1894, festa di Santa Maria».Amò definirsi «l’eremita del Garda» ed ebbe un grande empito per il paese d’elezione; lo si coglie in alcune sue liriche dedicate a Gardone Sopra, e pure nella corrispondenza col pittore Hans Thoma. L’ammirazione di Thode per il «Benàco marino» traspare anche nella lettera a Thoma del 9 settembre 1893, una delle prime scritte da Cargnacco: «Tre settimane sono passate dacché siamo tornati al lago e ogni giorno ci ha visti alzarci al mattino con entusiasmo e coricarci la sera con gratitudine per tutto il bello che abbiamo visto. Le viti sono cariche di grappoli stupendi …tanta ricchezza della natura rende l’anima serena e la commuove …Sembrano ritornati i tempi del paradiso terrestre! Per la terza volta fioriscono quest’anno i rosai, e il calore dell’estate ha indorato i limoni. Che paese meraviglioso!»Anche i carteggi della moglie Daniela potrebbero rivelare l’eco di emozioni suscitate dall’ambiente gardonese. Scrisse alcuni libri, avendo ereditato la vena letteraria dalla nonna materna, contessa Maria Sofia d’Agoult de Flavigny, nota con lo pseudonimo di Daniel Stern.Thode ampliò la proprietà acquistando alcuni oliveti e fece eseguire lavori per adattare la dimora alle nuove esigenze; ordinò anche la demolizione del rustico trasformandolo in terreno seminativo. Ma all’entusiasmo per la nuova proprietà non corrispose una felice vita coniugale. Nell’esistenza di Thode era ormai entrata la giovane violinista Hertha Tegner, compagna di molti viaggi e conferenze, mentre la moglie ammalata era costretta a rimanere a Cargnacco o in case di cura. E già nei primi mesi del 1911 la strana relazione causò uno scontro fra Thode e il cognato Siegfried, figlio di Wagner. La situazione fu probabilmente motivo dell’aggravarsi delle condizioni di salute di Daniela, colpita da crisi di paranoia. Maturò così la decisione della separazione, che sfociò il 26 giugno 1914 nel divorzio. L’atto definitivo ebbe per Thode come conseguenza anche la dolorosa rottura con la famiglia Wagner.Poco dopo, il 7 luglio, Henry Thode sposò Hertha Tegner e con lei tornò a Cargnacco il 5 agosto 1914. Ma ormai la sua fortuna era al tramonto. Alcune settimane prima, il 28 giugno, l’arciduca Francesco Ferdinando era stato assassinato a Sarajevo. Il 24 maggio 1915 l’Italia sarebbe entrata in guerra contro l’Austria-Ungheria. E nel maggio 1915 i coniugi Thode diventarono «persone non gradite» per il governo italiano. Furono costretti ad abbandonare Cargnacco e partire per la Germania. Il 21 luglio 1918 la proprietà venne sequestrata dallo Stato. Due anni dopo lo studioso morì all’ospedale di Copenaghen in seguito a un intervento chirurgico allo stomaco.Sarà Gabriele d’Annunzio, dal gennaio 1921, a riportare Cargnacco a nuova vita e a oscurare la memoria del precedente proprietario Henry Thode, nemmeno ricordato nella toponomastica locale.
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Appassionato di cultura italiana scrisse di San Francesco e Michelangelo, Giotto e Mantegna
Henry Thode, elesse Gardone paese dell’anima
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