Da ventisette anni, a Brenzone, il 25 novembre si fa festa. È infatti dal 1974 che alla Fiera di Santa Caterina è stata data veste ufficiale, anche se la tradizione ha radici molto più lontane, legate alla pratica della pastorizia e della transumanza. Tempi in cui gli animali venivano portati a valle dall’alpeggio e il paese si rianimava d’improvviso. Oggi gli animali da accompagnare lungo i sentieri non ci sono quasi più e quel viaggio non ha più ragione di essere. Ma la Fiera di Santa Caterina resiste ancora, in una versione modernizzata in cui sono cambiati i protagonisti. A farla da padrone adesso sono l’olio e le olive, tanto che la Fiera di Santa Caterina si potrebbe anche chiamare la «Fiera dell’Olio Nuovo», perché cade proprio nel periodo in cui esso compare sulle tavole. Due i concorsi che rappresentano il momento clou della manifestazione: quello per l’olio nuovo, in cui assaggiatori professionisti si incaricano di assegnare la palma dell’olio più buono, affiancato dal concorso che incorona «l’oliva d’oro». In questo caso sono i cesti stracolmi di olive selezionate di Drisser, la varietà più diffusa sul Garda assieme al Leccino, che devono passare al vaglio di un’apposita giuria. Anche quest’anno, nel rispetto della tradizione, ci sarà la gara degli «scalii» (le scale che si usano per raccogliere le olive dagli alberi). Una gara che vuol essere anche un modo per non dimenticare quella che da molti viene considerata un’arte vera e propria, quella del «goier», ovvero l’arte del raccogliere le olive.
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