sabato, Gennaio 25, 2025
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L’amministrazione ha deciso di abbattere la pianta nella piazzetta della chiesa perché malata e ingombrante. Il sindaco: «Verrà sostituita». L’opposizione: «Rifate tutta l’area»

Il grande cedro divide il paese

Il grande cedro di piazza della chiesa sarà abbattuto a breve. A dirlo è una recente delibera della Giunta comunale che ha disposto, nell’ambito della sistemazione della piazza, l’abbattimento dell’albero entro 60 giorni dall’autorizzazione ambientale, salvo parere diverso della Soprintendenza di Verona. «Il cedro deodara al centro dell’aiuola in piazza della chiesa», si legge nella delibera della giunta, «oltre ad essere in pessimo stato di conservazione non costituisce alcun pregio ambientale. Anzi, la sua presenza deturpa il paesaggio urbano circostante perché non permette la piena godibilità panoramica della piazza della chiesa e degli adiacenti fabbricati di particolare rilevanza». Il riferimento è evidentemente alla Torre di Re Berengario Primo, che si trova proprio all’angolo della piazza, di recente acquistata dall’amministrazione comunale, che lì intende creare una biblioteca multimediale, su tre piani. «Il grande cedro al centro dell’aiuola in piazza della chiesa», ha ricordato la memoria storica di Torri, Mario Girardi, «dovrebbe avere circa una quarantina di anni e mi pare fosse stato piantato per essere utilizzato come albero di Natale dall’allora sindaco Igino Bonetti». Al posto del cedro, dovrebbero rimanere nell’aiuola «fiori e piante sempreverdi di altezza media, in modo da non compromettere la visuale di tutti i coni ottici», come recita ancora la delibera. Il paese tuttavia, al circolare della notizia dell’abbattimento del cedro in piazza della chiesa, pare si sia diviso abbastanza equamente tra favorevoli e contrari all’intera operazione. Secondo alcuni infatti sarebbe meglio lasciare l’albero al suo posto, dato che è ormai parte integrante della piazza e non è affatto brutto come si vuol fare credere, mentre per altri «la fruibilità e la godibilità della piazza aumenterebbero notevolmente». Di questo avviso sia il sindaco di Torri, Giorgio Passionelli, che l’assessore al commercio e alle manifestazioni turistiche, Agostino Danese. Quest’ultimo ha infatti illustrato: «Verrà creata una aiuola con piante basse e fiori, in attesa poi di riqualificare il lungolago verso nord, fino a Villa Melisa». A Danese ha fatto eco il primo cittadino, secondo il quale «questo è il primo passo per una vera riqualificazione dell’intera area fino a Villa Melisa, con la creazione di una bella passeggiata e di un’area pedonale». Pollice verso all’operazione arriva invece da Alberto Tomei, capogruppo di una delle due minoranze in Consiglio. «Non possiamo essere contrari all’abbattimento dell’albero in sé», ha spiegato Tomei, «dato che anche la nostra amministrazione lo aveva previsto. Invece siamo contrari a fare ora questa operazione perché è fine a se stessa, dato che la riqualificazione dell’intera piazza e del lungolago non inizieranno prima del 2006, secondo quanto previsto dalla attuale amministrazione». Simile il punto di vista del consigliere dell’altra minoranza in Consiglio, Stefano Nicotra, che però va addirittura oltre. «L’abbattimento del cedro», ha argomentato, «va fatto solo se concomitante all’eliminazione anche della aiuola, alla chiusura totale al traffico della piazza della chiesa con la creazione di un’isola pedonale e alla riqualificazione dell’intero lungolago. Togliere l’albero lasciando l’aiuola e non facendo il resto non ha senso. Quindi il cedro, per ora, resti dov’è». Ma, nonostante i pareri discordanti, il destino del povero albero pare ormai proprio segnato. A meno di clamorosi colpi di scena o di serrate proteste da parte di chi lo vuol difendere strenuamente. Per ora però solo a parole, e nei bar o nei negozi del paese.

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