lunedì, Aprile 29, 2024
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I risultati dell’assemblea tra il Comune, il consiglio di amministrazione Rsa e i cittadini. Il parere prevalente: meglio alienare la vecchia struttura in centro

La casa di riposo è da rifare

La casa di riposo di Polpenazze deve essere restaurata o ricostruita. Aperta da don Galvani a inizio ‘900 con un prestito della sorella (7 lire) e restaurata nel 1985, ora non risponde più agli standard stabiliti nel 2001dalla Regione Lombardia per le strutture che ospitano anziani non autosufficienti. Il sindaco e l’Amministrazione, che non si erano ancora espressi al riguardo, sabato sera si sono confrontati con il Cda della Rsa e i cittadini, durante un assemblea pubblica tenutasi nella sala consiliare .Don Roberto, presidente del Cda, ha aperto l’incontro, presenti molti cittadini, presentando la storia della casa di riposo. Paolo Verzelletti, direttore della Fondazione casa di riposo San Giuseppe, ha esposto le differenze economiche tra restauro e ricostruzione: se si lavorasse alla struttura attuale, i costi sarebbero di 2,28 milioni di euro e, se si lavorasse a una struttura nuova, di 3,6 milioni di euro, ma, in questo caso 2,2 milioni di euro sarebbero garantiti dalla vendita della vecchia struttura, situata in centro storico. La fondazione attualmente ha una disponibilità economica di circa un milione di euro e con un mutuo potrebbe affrontare anche i lavori per una struttura ex novo, che, preferita dal Cda per motivi strutturali, richiederebbe anche la ricerca di un terreno adatto all’edificazione.Dopo la presentazione, i cittadini presenti hanno chiesto il parere del sindaco Giuseppe Turrina.«Sono qua solamente per ascoltare – ha risposto Turrina – sentire cosa ne pensi la popolazione».I pareri pubblici si susseguono inframmezzati da qualche esperienza personale con la Rsa. «E’ necessario coinvolgere le varie amministrazioni per avere un sostegno economico vista la centralità di Polpenazze e della sua casa di riposo nella Valtenesi». Tanti chiedono che l’Amministrazione intervenga per la ricerca di un terreno, ma «il problema della casa si estende a tutta la Valtenesi, perchè tutta ne usufruisce. Tutte le amministrazioni devo intervenire». Due signore riportano il problema tra le mura cittadine: «Valtenesi o no, il problema è comunque nostro, inoltre la casa di riposo è nella cultura di Polpenazze».Umberto Dolci, consigliere di minoranza, lamenta l’assenza di fondi dalla Regione per i lavori. Ma questa non darà contributi in danaro, avendo anche già dato una deroga per la scadenza ultima dei lavori. Inoltre la norma è statale e la Regione vi si è solamente adeguata.Giancarlo Ribelli, ex sindaco e consigliere della Fondazione, ricorda che «all’inizio si sperava in una deroga sulle misure, perchè alcune camere sono sotto lo standard solamente di mezzo metro quadro».Durante la serata, i cittadini esprimono la propria preferenza per una struttura nuova. Se non fosse che «è un grosso impegno per la comunità», la scelta parrebbe ovvia. Chiara e senza fronzoli si espone Vanda Maria Tironi, consigliere di maggioranza: «Gli anziani arrivano quasi tutti dai paesi vicini: che contribuiscano anche loro. Non è un problema di Polpenazze».Non tutti sono d’accordo. «Hanno fatto studi – sentenzia un signore – i conti tornano con un mutuo. Serve solo un terreno e a Polpenazze se ne svendono in continuazione, quale sarebbe il problema?». Nei giorni precedenti vi erano già stati contatti informali tra alcuni uomini dell’amministrazione e del Cda, ipotizzando una cessione quasi gratuita del terreno. Lo si acquisterebbe come agricolo e poi il Comune, con gli strumenti tecnici urbanistici in suo possesso, lo renderebbe edificabile.Il sindaco, a metà serata, decide di intervenire: «Siamo tutti d’accordo dell’ utilità sociale della casa di riposo, ma se la si costruisce nuova bisogna anche avere la certezza per i soldi della cessione della casa attuale. Spesso le altre amministrazioni si tirano indietro e quella di Polpenazze potrebbe avere bisogno di pianificare i conti. Inoltre bisognerebbe trovare un terreno vicino al centro storico, perchè sia vivibile».Ribelli sottolinea come attualmente la struttura sia in centro e nessuno la frequenti: «Si vedono sempre le stesse quattro faccie». Un tempo era frequentata da persone autosufficienti, ora è più tendente a un’assistenza di tipo ospedaliero. Giuseppe Mazzacani, ex sindaco che aveva aperto il mutuo per il primo restauro e consigliere della Fondazione, sottolinea ironicamente come non sia importante la posizione: «Le persone che vanno a trovare chi è alla casa di riposo sono autosufficienti».Prima il Palazzo comunale non si era mai esposto, perchè aspettava di sentire i pareri dei cittadini. Durante tutta la serata non sono mai emerse idee diverse dalla costruzione ex novo. L’assemblea si è conclusa verso le 23,30 e, incalzato da più parti, il sindaco si è sbilanciato: l’Amministrazione comunale ricercherà un terreno agricolo da rendere edificabile per la Rsa. Nei prossimi giorni si inizierà a operare in tali termini, cercando anche di trovare un contributo generale da tutte le altre amministrazioni della Valtenesi.

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