giovedì, Novembre 30, 2023
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La chiesetta di San Galloriconsegnata ai fedeli

I fedeli pos­sono final­mente cel­e­brare le loro fun­zioni nel­l’an­ti­ca chieset­ta di San Gal­lo e i vis­i­ta­tori ammi­rare l’in­ter­ven­to di recu­pero con­ser­v­a­ti­vo che abbi­amo ese­gui­to quest’es­tate. Lo ricor­da il geome­tra Moreno Dal Bor­go, vicesin­da­co e asses­sore ai lavori pub­bli­ci, che, con l’ar­chitet­to Fabio Bel­trame, asses­sore al pat­ri­mo­nio e alla sicurez­za, ha segui­to i lavori di manuten­zione stra­or­di­nar­ia di quest’ar­chitet­tura sacra che sorge all’in­ter­no del cimitero di Pesina, a cui preesisteva.«Dalle doc­u­men­tazioni storiche si apprende che ques­ta chieset­ta in stile roman­i­co era inizial­mente ded­i­ca­ta a San­ta Cecil­ia», premette Dal Bor­go. «Nel 1460 è sta­ta ampli­a­ta e inti­to­la­ta anche a San Gal­lo, divenu­to patrono del­la frazione. Nel 1706», pros­egue, «durante la guer­ra di seces­sione spag­no­la, fu dev­as­ta­ta e il cimitero venne pro­fana­to. Essa fu così abban­do­na­ta e si può ipo­tiz­zare che, solo nel 1818, la strut­tura attuale sia sta­ta ricostru­i­ta uti­liz­zan­do anche mate­ri­ale di recu­pero del vec­chio edificio».L’architettura è molto sem­plice: c’è un’u­ni­ca por­ta d’in­gres­so, sovras­ta­ta da un tim­pano modana­to in mal­ta con due finestre incor­ni­ci­ate da pietra bian­ca locale.L’interno si pre­sen­ta in uni­ca «aula», una sola sala, sen­za altare, di cir­ca ven­ti metri qua­drati, non più uti­liz­za­ta per riti reli­giosi, ma ama­ta dai cit­ta­di­ni come ele­men­to stori­co e tipi­co del­la frazione.«Un tem­po», ricor­da Dal Bor­go, «era molto fre­quen­ta­ta, ma nel­l’ul­ti­mo decen­nio è sta­ta chiusa a causa dei gravi prob­le­mi sta­ti­ci del­la cop­er­tu­ra in pes­sime condizioni».Non si pote­va entrare, ma met­te­va tris­tez­za vedere quel­la por­ta di leg­no sbar­ra­ta e sapere che, intan­to, la chiesa anda­va dis­facen­dosi. «A causa di infil­trazioni del­l’ac­qua pio­vana, le travi di leg­no era­no marcite e cede­vano in più par­ti las­cian­do pen­e­trare l’ac­qua», dice l’assessore.«L’umidità ave­va in alcu­ni trat­ti intac­ca­to le pareti in sas­so e l’in­tona­co in calce, che ver­sa­vano in uno sta­to di con­ser­vazione pes­si­mo. Anche la fac­cia­ta ester­na, con il model­la­to a bug­na­to e il tim­pano orna­men­tale sul­l’in­gres­so, mostra­va man­canze e rigon­fi­a­men­ti. E ovunque, den­tro e fuori, si nota­vano inter­ven­ti di ripristi­no ina­dat­ti, suc­ce­dutisi in occa­sione di ampli­a­men­ti del cimitero».Con l’in­ter­ven­to di manuten­zione la chiesa è sta­ta resti­tui­ta al suo anti­co aspet­to con­forme­mente alle richi­este del­la Soprintendenza.«Si sono sos­ti­tu­ite com­ple­ta­mente la cop­er­tu­ra e sono sta­ti rifat­ti gli intonaci interni e parte di quel­li esterni. Quel­li del­la fac­cia­ta sono sta­ti rimossi fino al vivo del­la muratu­ra sten­den­do poi un nuo­vo intona­co a “raso sas­so”, quel­li interni si sono recu­perati pre­via demolizione delle par­ti non con­sol­id­abili. Ora l’ester­no è sta­to ripor­ta­to alle con­dizioni orig­i­nar­ie com­pre­so il rifaci­men­to del bug­na­to, larghi quadret­toni lavo­rati in bas­so rilie­vo. La cop­er­tu­ra di leg­no è sta­ta sos­ti­tui­ta con mate­ri­ali sim­ili ai preesisten­ti sia per l’ordi­tu­ra, travi in abete, sia per la cop­er­tu­ra, real­iz­za­ta recu­peran­do i cop­pi originali».Le opere sono state ese­gui­te in econo­mia dal per­son­ale del Comune spenden­do cir­ca 13 mila euro.«La chieset­ta di San Gal­lo ora è acces­si­bile e potrà even­tual­mente essere usa­ta per le fun­zioni che nor­mal­mente si svol­go­no nel­la cap­pel­la costru­i­ta una trenti­na di anni fa durante uno dei vari ampli­a­men­ti del cam­posan­to».

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