«È necessario rilevare – sostengono gli amministratori gardesani – che negli ultimi anni si è mantenuto un livello delle acque sempre più alto. E l’acqua alta crea gravi problemi alle sponde, erosione e graduale perdita delle spiagge, dissesto dei lungolaghi e pericolo per i cittadini». Nel Veronese in particolare gli alti livelli del Garda determinano anche infiltrazioni e «acque parassite» nel collettore della depurazione. D’altra parte, l’acqua troppo bassa crea problemi agli attracchi dei battelli e compromette il paesaggio rivierasco. Per queste ragioni i Comuni hanno chiesto di stringere la forbice dei livelli consentiti, alzando quello minimo e abbassando quello massimo. Se ne è discusso in un recente incontro indetto dalla Comunità del Garda, nel corso del quale l’ingegner Luigi Mille, direttore dell’Aipo, ha accolto la richiesta, ovvero: abbassare il limite massimo delle acque da 135 a 120 centimetri e alzare il livello minimo da 5 a 40 (in condizioni normali) o a 20 (in condizioni di magra). «Nel rispetto del principio di proporzionalità – scrive ai sindaci il presidente della Comunità Aventino Frau – le quantità massime di deflusso sono ridotte nei diversi periodi dell’anno di almeno il 10% rispetto alle erogazioni massime attualmente consentite». Frau ribadisce inoltre che «lo scolmatore Adige-Garda verrà utilizzato solo nei casi assolutamente necessari». La proposta è stata definita «tecnicamente accettabile» dall’Aipo e i nuovi limiti sono già in vigore. Il provvedimento dovrà comunque essere ratificato dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici, che nel lontano 1965 aveva fissato i livelli.s. bott. 21.1.2011