La motovedetta dei carabinieri di Torri sparisce dal Garda ma appronta gli ormeggi sul tavolo del ministro dell’Interno, a Roma. La conferma di quanto aveva anticipato L’Arena nei giorni scorsi arriva ora direttamente dai vertici regionali e provinciali dell’Arma che, da Padova, hanno trasmesso al Comando di Verona le disposizioni circa i «Provvedimenti di razionalizzazione del servizio navale» sul Garda.Sull’intera faccenda, realizzata a tempo di record dal Comando Generale da Roma, dopo l’assessore regionale alla sicurezza, Massimo Giorgetti, interviene anche l’onorevole Alberto Giorgetti, di Alleanza Nazionale. Con una interrogazione parlamentare urgente rivolta al ministro dell’Interno, Giuliano Amato, il parlamentare scaligero porta il caso gardesano alla attenzione del Governo.In pratica, con una comunicazione datata 22 dicembre 2007, il Comando generale dell’Arma ha comunicato ai Comandi regionali e interregionali la razionalizzazione della presenza delle motovedette sul Garda. A fare data da giovedi 10 gennaio sarebbero dovute sparire alcune motovedette della «classe 200», ovvero le più piccole, presenti sul Garda e in luoghi turistici di tutta Italia.Per il lago un vero salasso: spariscono la motovedetta di Torri, quella di Gargnano, che dipende da Salò, e si ridimensiona al solo servizio estivo, con gommone, la presenza dei carabinieri di Desenzano. Massimo Giorgetti, nei giorni scorsi aveva scritto al generale Raffaele Vacca, capo della Compagnia della Regione Veneto. La stessa cosa ha fatto giovedi mattina il fratello deputato che, tra l’altro, ha chiesto al ministro dell’Interno «Quali urgenti provvedimenti intenda adottare per assicurare il servizio di vigilanza lacustre, ottenuto dopo tanti anni di battaglie e rivelatosi, una volta attuato, un elemento essenziale per la sicurezza di bagnanti e natanti».Nonostante la mobilitazione politica, che ha visto in campo le amministrazioni comunali di Torri e Brenzone oltre che quella della Comunità del Garda, le disposizioni romane procedono speditamente. I timori del sindaco di Torri, Giorgio Passionelli, di quello di Brenzone, Giacomo Simonelli, e del suo assessore, Davide Benedetti, sono che «L’area gardesana subisca un duro contraccolpo in termini di presenza dei Carabinieri sulle acque lacustri, nonché dei controlli necessari a contrastare abusivismo, furti e reati in merito alla corretta navigazione».A gettare acqua sul fuoco è però il colonnello Claudio Cogliano, capo della Compagnia provinciale di Verona. «C’è una disposizione da Roma», dice, «che riguarda tutto il territorio nazionale. Nei giorni prossimi riorganizzeremo il servizio come ci è stato comunicato da Roma». Il colonnello però vuole smentire le ipotesi di diminuzione del servizio sul Garda da parte dei carabinieri. E promette: «Nessun ridimensionamento colpirà la sponda veronese. La motovedetta di Torri sarà dismessa, ma il personale navale sarà reimpiegato sulla barca di Peschiera, che è più grande e che farà un maggior numero di ore di navigazione. In questo modo non si risentirà del venir meno della motovedetta di Torri. Il piano del Comando generale è stato studiato da molti mesi».Sarà, ma sul Garda gli amministratori non sembrano propensi a credere che l’imbarcazione di Peschiera possa agevolmente svolgere il lavoro di due motovedette, né coprire il territorio fino a Navene, 40 chilometri più a nord, sul confine col Trentino. E la stessa situazione si creerà sulla sponda bresciana dove, oltre a sparire la motovedetta di Gargano, resterà solo il servizio estivo a Desenzano.
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Confermata la «razionalizzazione» delle barche in dotazione ai Comandi dei carabinieri