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Il senatore Chincarini accusa la vicina Regione di privilegiare i suoi agricoltori e non gli interessi complessivi del lago di Garda.

Livelli, la Lombardia pensa solo per sé

I livelli delle acque del Garda sono ormai troppo bassi. Tanto bassi che presto potrebbe andare in crisi anche il servizio pubblico di navigazione, come pure le poche barche rimaste dei pescatori. A fare il punto della situazione è il senatore della Lega Nord e vicesindaco di Peschiera Umberto Chincarini proprio all’indomani dell’incontro a Parma della Commissione istituita dall’autorità di bacino del Po, che rappresentano Lombardia, Veneto e Trentino, le tre regioni che si affacciano sul bacino benacense. Da poco più di un anno infatti la Commissione si occupa delle problematiche connesse alla gestione e alla regolazione dei livelli del più grande lago italiano, oggi davvero «in secca» a causa della scarsità di piogge e del deflusso delle acque verso i territori del Mantovano. «La situazione attuale dei livelli del Garda», spiega Chincarini, «rischia di diventare davvero preoccupante e può mettere in crisi sia l’aspetto turistico e ambientale del Garda, che quello connesso alla navigazione». Da un lato infatti i bassi livelli hanno fatto venire alla luce ciò che di solito è sommerso, e cioè «le grandi tubature che pescano l’acqua del Garda ed altri lavori mal fatti, connessi al collettore del Garda, quali gli sfioratori ed altre tubature del genere», commenta il senatore. Ma Chincarini, che ha avuto occasione anche come sindaco di Peschiera di seguire i problemi ambientali del lago, va oltre e punta il dito contro «l’inefficienza del Magistrato alle acque e al Genio civile, almeno per la provincia di Verona, a cui spetterebbe il dragaggio dei porti rivieraschi. Cosa questa che invece non è mai stata fatta e, in concreto, penalizza ora le imbarcazioni che rischiano d’incagliarsi entrando o uscendo dai porti». Ma se il basso lago piange, neppure l’alto Garda ride. Ad esempio, il primo cittadino di Torri Alberto Vedovelli ha evidenziato come «da quando vivo a Torri, non ho mai visto il monumento ai caduti del mare (che si trova vicino alla Baia dei Pini, a nord del paese, n.d.a. ) totalmente privo di acqua intorno». Insomma: le acque si sono talmente «ritirate» da far sì che l’imponente quadrato in cemento, sormontato da una stele ed una grossa vela in ferro e circondato da grosse catene, appaia mestamente aggrappato su una inconsueta ed ampia «spiaggia» di scogli e sassi. «A questo punto», ironizza il sindaco di Torri, «si potrebbe cogliere l’occasione per pulire le spiagge in vista della prossima stagione turistica. Ancora problemi seri non ce ne sono, ma se continua così arriveranno a breve». Di qui la necessità, secondo Vedovelli, di «avere dei referenti assai vicini alle esigenze dei comuni per la regolazione dei livelli delle acque. In questo senso, assai importante è il contributo del senatore Chincarini che, per carattere, non molla mai», chiude il primo cittadino. Dalla riunione della Commissione per la regolazione dei livelli del lago svoltasi a Parma, Chincarini è tornato comunque con qualche dato positivo e moderata soddisfazione. «Finalmente», spiega, «qualche passo avanti è stato fatto per la costituzione dell’Aipo, l’Agenzia interregionale del Po che avrà il compito di gestire materialmente questo problema e quelli analoghi di tutti i laghi del Nord Italia. I Consigli regionali del Piemonte e dell’Emilia Romagna hanno già deliberato in merito, mentre il Veneto affronterà il problema proprio in questi giorni». Secondo il senatore «chi è in grave ritardo è la Lombardia, che ancora non ha dato tempi certi. La realtà è che in pratica è proprio questa regione a tenere in mano le sorti del Garda in questo preciso momento. Lombardi sono infatti i terreni che devono essere approvvigionati, in provincia di Mantova, con le acque del Benaco e loro è pure la possibilità di disporre il deflusso dalla diga di Salionze. C’è sempre stata grande sproporzione tra l’acqua realmente necessaria alla campagna e agli agricoltori e quella che invece viene prelevata. Il tutto senza tenere conto delle esigenze turistiche e ambientali del Garda, che è visto esclusivamente come una riserva d’acqua per le campagne e non un bacino con precise necessità ambientali oltre che turistiche. A questo punto, è assolutamente indispensabile un organismo che riesca a conciliare e sintetizzare le esigenze dei comuni e dell’ambiente benacensi e quelle dell’agricoltura mantovana. La Lombardia però», dice Chincarini, «deve scegliere: o dare retta esclusivamente alle richieste della sua agricoltura o a quelle di tutte e tre le regioni che si affacciano sul lago. Il Garda peraltro è un patrimonio europeo e non di esclusivo possesso regionale».

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