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Lo studio di Jacques Piccard sulle acque del lago del 1985: ancora attualissimo

La comunità del Garda ci ricorda un episodio straordinariamente significativo. Nel 1981, il rinomato scienziato di fama mondiale Jacques Piccard intraprese una missione di profonda rilevanza per esplorare le profondità del Lago di Garda con il suo batiscafo. Alcuni anni dopo, nel 1985, scrisse una lettera aperta alla comunità del Garda, originariamente composta in francese. Di seguito, troverete il testo originale tradotto. Una ricerca ancora attualissima in particolare nei suoi commenti conclusivi.

Cully (Svizzera), gennaio 1985

Il bacino del Garda è di una straordinaria bellezza. Avendo origine a nord fra le Alpi e penetrando profondamente nella pianura padana, il lago, con le sue rive dove si alternano i pini, gli aranci e le canne, le sue numerose valli laterali, le sue pareti rocciose che sprofondano quasi a picco nell’acqua e le sue innumerevoli calette, senza contare la celebre penisola di Sirmione con la villa di Catullo e le sorgenti termali, il lago di Garda non è meno ricco d’attrazioni di quanto lo sia la Costa Azzurra o la Costa Brava. I turisti hanno, d’altronde, contribuito alla creazione di tutto un apparato industriale (alberghi, ristoranti, teatri, esposizioni, negozi di cartoline, di antiquariato, circoli nautici, campeggi…) che apporta, bene o male, miliardi di cui beneficiano sia lo Stato che tutta la regione.

La maggior parte di questo turismo, nel senso ampio del termine, gravita sul lago. Oggi ogni lago d’Europa ha il suo tasso d’inquinamento, di eutrofizzazione; ogni lago, in qualche modo, ha i suoi giorni più o meno contati. Se l’inquinamento aggredisce il lago tanto da renderlo inadatto alla balneazione, trasformandolo in una vasta zona nauseabonda, allora i turisti andranno a cercare altrove i luoghi da prediligere, la zona diventerà quasi deserta, l’attuale fiorente commercio cadrà quasi nel nulla, il livello di vita di milioni di persone sarà minacciato, e il fantasma della povertà riapparirà all’orizzonte…

Questa minaccia è dunque perfettamente attuale, e l’ASCO, l’Associazione dei Commercianti della Provincia di Verona, ne ha compreso il significato e ne ha tratto la conclusione giusta: bisogna fare tutto il possibile per salvaguardare il lago. Considerando che nessuno conosce esattamente il suo stato, la prima cosa da fare è studiarlo, osservarlo, sondarlo. Da un lato, una campagna di ricerca apporterebbe un certo numero di dati preziosi, dall’altro attirerebbe l’attenzione delle Autorità responsabili e giustificherebbe la concessione dei finanziamenti che permetterebbero nuovi studi e la messa in funzione delle opportune misure di salvaguardia.

Per essere coerenti con se stessi, i commercianti di Verona, con l’appoggio della Camera di Commercio e di alcune organizzazioni private e pubbliche, hanno deciso di svolgere una vasta campagna di ricerche scientifiche nelle profondità del lago di Garda avvalendosi del FOREL, il sottomarino di ricerca della Fondazione per lo Studio e la Protezione del Mare e dei Laghi (Cully – Svizzera).

Per realizzare queste ricerche bisognava:

  • far venire il sottomarino dalla Svizzera,
  • riunire un’équipe scientifica che avesse già una certa conoscenza del lago e la possibilità di analizzare nei propri laboratori i campioni (sedimenti e acqua) prelevati a diverse profondità.

Le Università di Verona, Venezia, Padova e Parma, come auspicava la Fondazione per lo Studio e la Protezione del Mare e dei Laghi, si sono dedicate con entusiasmo a questa campagna.

Nel giro di tre settimane, 26 immersioni furono compiute con nove ricercatori e specialisti e con alcuni rappresentanti della stampa incaricati di presentare al pubblico l’aspetto “promozionale” del fondo del lago.

Complessivamente, più di 43 ore di immersione, soprattutto al largo delle coste Est e Sud, tra la superficie e i 342 metri di profondità. Decine di litri d’acqua e una serie di carote di sedimenti sono state prelevate per essere analizzate, particolarmente nel quadro di studi sul polline, sulla fitografia, sulla granulometria, sui prodotti contaminanti, così come sulla radioattività naturale e artificiale.

Durante queste immersioni, il lago è apparso, nell’insieme, abbastanza trasparente, soprattutto a partire da 30 metri di profondità. Intorno ai 300 metri, i grandi fondali hanno offerto un’acqua molto limpida e un’eccellente visibilità. La trasparenza in superficie varia evidentemente molto a seconda della stagione; comunque, la presenza di microrganismi, abbondanti durante il mese di settembre, non costituisce con sicurezza a priori un sintomo favorevole. Il disco di Secchi non era visibile che a metri 5,60 (media di 10 misurazioni). Ricordiamo che abbiamo trovato, nell’agosto 1982, una situazione inversa nel lago di Bracciano, dove l’acqua di superficie era nell’insieme molto chiara e il disco di Secchi era visibile oltre i 10 metri (media di 10 misurazioni con un massimo di metri 12,90); in profondità, l’acqua “girava” però in modo catastrofico e non offriva talvolta che una visibilità di qualche decimetro sui fondali di 150 metri.

Certo, l’inquinamento visibile non sempre è il più grave e non sono le particelle in sospensione nell’acqua che gli specialisti temono maggiormente, quanto il mercurio, il piombo, il cadmio, gli insetticidi e altri prodotti invisibili che, quando si concentrano risalendo attraverso le catene alimentari, diventano molto dannosi. Solo analisi costanti permettono di assicurarsi che il tasso di questi prodotti nell’acqua non superi la soglia critica.

Gli ampi fondali del lago di Garda sono ancora ben ossigenati. Un’analisi ha dato il 91% di saturazione, un’altra il 98% (quasi 11 mg/l). Questi valori possono essere confrontati con quelli di altri laghi europei, come il Lago di Ginevra, dove, al centro del lago, a una profondità di 150 metri, si osserva solo il 6,6% di saturazione.

Le ricerche che abbiamo effettuato sul lago di Garda, su iniziativa della Fondazione per lo Studio e la Protezione del Mare e dei Laghi, possono essere considerate come una prima fase. E’ importante proseguire gli studi e intensificare l’osservazione, anche per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Concludendo, la protezione del lago di Garda è un compito essenziale e urgente per il futuro. La bellezza e la purezza di questo lago sono un bene inestimabile per l’umanità e per l’ambiente. La Fondazione per lo Studio e la Protezione del Mare e dei Laghi, insieme alle istituzioni locali, è determinata a fare la sua parte nel preservare questo tesoro naturale.

Jacques Piccard

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