martedì, Ottobre 3, 2023
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Lo studio di Jacques Piccard sulle acque del lago del 1985: ancora attualissimo

La comu­nità del Gar­da ci ricor­da un episo­dio stra­or­di­nar­i­a­mente sig­ni­fica­ti­vo. Nel 1981, il rino­ma­to scien­zi­a­to di fama mon­di­ale Jacques Pic­card intrap­rese una mis­sione di pro­fon­da ril­e­van­za per esplo­rare le pro­fon­dità del con il suo batis­cafo. Alcu­ni anni dopo, nel 1985, scrisse una let­tera aper­ta alla , orig­i­nar­i­a­mente com­pos­ta in francese. Di segui­to, tro­verete il testo orig­i­nale tradot­to. Una ricer­ca anco­ra attualis­si­ma in par­ti­co­lare nei suoi com­men­ti con­clu­sivi.

Cul­ly (Svizzera), gen­naio 1985

Il baci­no del Gar­da è di una stra­or­di­nar­ia bellez­za. Aven­do orig­ine a nord fra le Alpi e pen­e­tran­do pro­fon­da­mente nel­la pia­nu­ra padana, il lago, con le sue rive dove si alter­nano i pini, gli aran­ci e le canne, le sue numerose val­li lat­er­ali, le sue pareti roc­ciose che spro­fon­dano qua­si a pic­co nel­l’ac­qua e le sue innu­merevoli calette, sen­za con­tare la cele­bre peniso­la di Sirmione con la vil­la di Cat­ul­lo e le sor­gen­ti ter­mali, il lago di Gar­da non è meno ric­co d’at­trazioni di quan­to lo sia la Cos­ta Azzur­ra o la Cos­ta Bra­va. I tur­isti han­no, d’al­tronde, con­tribuito alla creazione di tut­to un appa­ra­to indus­tri­ale (alberghi, ris­toran­ti, teatri, espo­sizioni, negozi di car­to­line, di anti­quar­i­a­to, cir­coli nau­ti­ci, campeg­gi…) che appor­ta, bene o male, mil­iar­di di cui ben­e­fi­ciano sia lo Sta­to che tut­ta la regione.

La mag­gior parte di questo tur­is­mo, nel sen­so ampio del ter­mine, gravi­ta sul lago. Oggi ogni lago d’Eu­ropa ha il suo tas­so d’in­quina­men­to, di eutrofiz­zazione; ogni lago, in qualche modo, ha i suoi giorni più o meno con­tati. Se l’in­quina­men­to aggre­disce il lago tan­to da ren­der­lo ina­dat­to alla bal­neazione, trasfor­man­do­lo in una vas­ta zona nau­se­abon­da, allo­ra i tur­isti andran­no a cer­care altrove i luoghi da prediligere, la zona diven­terà qua­si deser­ta, l’at­tuale fiorente com­mer­cio cadrà qua­si nel nul­la, il liv­el­lo di vita di mil­ioni di per­sone sarà minac­cia­to, e il fan­tas­ma del­la povertà riap­parirà all’oriz­zonte…

Ques­ta minac­cia è dunque per­fet­ta­mente attuale, e l’AS­CO, l’As­so­ci­azione dei Com­mer­cianti del­la Provin­cia di Verona, ne ha com­pre­so il sig­ni­fi­ca­to e ne ha trat­to la con­clu­sione gius­ta: bisogna fare tut­to il pos­si­bile per sal­va­guardare il lago. Con­sideran­do che nes­suno conosce esat­ta­mente il suo sta­to, la pri­ma cosa da fare è stu­di­ar­lo, osser­var­lo, son­dar­lo. Da un lato, una cam­pagna di ricer­ca apporterebbe un cer­to numero di dati preziosi, dal­l’al­tro attir­erebbe l’at­ten­zione delle Autorità respon­s­abili e gius­ti­ficherebbe la con­ces­sione dei finanzi­a­men­ti che per­me­t­tereb­bero nuovi stu­di e la mes­sa in fun­zione delle oppor­tune mis­ure di sal­va­guardia.

Per essere coer­en­ti con se stes­si, i com­mer­cianti di Verona, con l’ap­pog­gio del­la Cam­era di Com­mer­cio e di alcune orga­niz­zazioni pri­vate e pub­bliche, han­no deciso di svol­gere una vas­ta cam­pagna di ricerche sci­en­ti­fiche nelle pro­fon­dità del lago di Gar­da avval­en­dosi del FOREL, il sot­tomari­no di ricer­ca del­la Fon­dazione per lo Stu­dio e la Pro­tezione del Mare e dei Laghi (Cul­ly — Svizzera).

Per real­iz­zare queste ricerche bisog­na­va:

  • far venire il sot­tomari­no dal­la Svizzera,
  • riu­nire un’équipe sci­en­tifi­ca che avesse già una cer­ta conoscen­za del lago e la pos­si­bil­ità di anal­iz­zare nei pro­pri lab­o­ra­tori i cam­pi­oni (sed­i­men­ti e acqua) prel­e­vati a diverse pro­fon­dità.

Le di Verona, Venezia, Pado­va e Par­ma, come aus­pi­ca­va la Fon­dazione per lo Stu­dio e la Pro­tezione del Mare e dei Laghi, si sono ded­i­cate con entu­si­as­mo a ques­ta cam­pagna.

Nel giro di tre set­ti­mane, 26 immer­sioni furono com­piute con nove ricer­ca­tori e spe­cial­isti e con alcu­ni rap­p­re­sen­tan­ti del­la stam­pa incar­i­cati di pre­sentare al pub­bli­co l’aspet­to “pro­mozionale” del fon­do del lago.

Com­p­lessi­va­mente, più di 43 ore di immer­sione, soprat­tut­to al largo delle coste Est e Sud, tra la super­fi­cie e i 342 metri di pro­fon­dità. Decine di litri d’ac­qua e una serie di carote di sed­i­men­ti sono state prel­e­vate per essere anal­iz­zate, par­ti­co­lar­mente nel quadro di stu­di sul polline, sul­la fitografia, sul­la gran­u­lome­tria, sui prodot­ti con­t­a­m­i­nan­ti, così come sul­la radioat­tiv­ità nat­u­rale e arti­fi­ciale.

Durante queste immer­sioni, il lago è appar­so, nel­l’in­sieme, abbas­tan­za traspar­ente, soprat­tut­to a par­tire da 30 metri di pro­fon­dità. Intorno ai 300 metri, i gran­di fon­dali han­no offer­to un’ac­qua molto limp­i­da e un’ec­cel­lente vis­i­bil­ità. La trasparen­za in super­fi­cie varia evi­den­te­mente molto a sec­on­da del­la sta­gione; comunque, la pre­sen­za di micror­gan­is­mi, abbon­dan­ti durante il mese di set­tem­bre, non cos­ti­tu­isce con sicurez­za a pri­ori un sin­to­mo favorev­ole. Il dis­co di Sec­chi non era vis­i­bile che a metri 5,60 (media di 10 mis­urazioni). Ricor­diamo che abbi­amo trova­to, nel­l’agos­to 1982, una situ­azione inver­sa nel lago di Brac­ciano, dove l’ac­qua di super­fi­cie era nel­l’in­sieme molto chiara e il dis­co di Sec­chi era vis­i­bile oltre i 10 metri (media di 10 mis­urazioni con un mas­si­mo di metri 12,90); in pro­fon­dità, l’ac­qua “gira­va” però in modo cat­a­strofi­co e non offri­va tal­vol­ta che una vis­i­bil­ità di qualche decimetro sui fon­dali di 150 metri.

Cer­to, l’in­quina­men­to vis­i­bile non sem­pre è il più grave e non sono le par­ti­celle in sospen­sione nel­l’ac­qua che gli spe­cial­isti temono mag­gior­mente, quan­to il mer­cu­rio, il piom­bo, il cad­mio, gli inset­ti­ci­di e altri prodot­ti invis­i­bili che, quan­do si con­cen­tra­no risal­en­do attra­ver­so le catene ali­men­ta­ri, diven­tano molto dan­nosi. Solo anal­isi costan­ti per­me­t­tono di assi­cu­rar­si che il tas­so di questi prodot­ti nel­l’ac­qua non superi la soglia crit­i­ca.

Gli ampi fon­dali del lago di Gar­da sono anco­ra ben ossi­genati. Un’anal­isi ha dato il 91% di sat­u­razione, un’al­tra il 98% (qua­si 11 mg/l). Questi val­ori pos­sono essere con­frontati con quel­li di altri laghi europei, come il Lago di Ginevra, dove, al cen­tro del lago, a una pro­fon­dità di 150 metri, si osser­va solo il 6,6% di sat­u­razione.

Le ricerche che abbi­amo effet­tua­to sul lago di Gar­da, su inizia­ti­va del­la Fon­dazione per lo Stu­dio e la Pro­tezione del Mare e dei Laghi, pos­sono essere con­sid­er­ate come una pri­ma fase. E’ impor­tante pros­eguire gli stu­di e inten­si­fi­care l’osser­vazione, anche per sen­si­bi­liz­zare l’opin­ione pub­bli­ca.

Con­clu­den­do, la pro­tezione del lago di Gar­da è un com­pi­to essen­ziale e urgente per il futuro. La bellez­za e la purez­za di questo lago sono un bene ines­tima­bile per l’u­man­ità e per l’am­bi­ente. La Fon­dazione per lo Stu­dio e la Pro­tezione del Mare e dei Laghi, insieme alle isti­tuzioni locali, è deter­mi­na­ta a fare la sua parte nel preser­vare questo tesoro nat­u­rale.

Jacques Pic­card

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