La gestione di una catena di approvvigionamento presenta punti critici che, se non affrontati in maniera adeguata, rischiano di influenzare in maniera decisiva il grado di efficienza delle operazioni. Diventa fondamentale, pertanto, prendere in esame tutte le sfide correlate con la programmazione e la collaborazione tra i distributori, i produttori e i fornitori, così da far emergere strategie utili per far sì che il flusso delle merci possa essere ottimizzato e i rischi risultino mitigati. È solo approfondendo e analizzando questi aspetti critici che si può avere un quadro chiaro e completo, alla base dell’ottimizzazione della catena di approvvigionamento aziendale. Si pensi, per esempio, alla fornitura automatizzata dei prodotti, ma anche al real time delivery management: non sono pochi gli elementi da prendere in considerazione nella prospettiva di una catena di fornitura che si dimostri efficiente, anche grazie al ricorso ai Big Data.
La tracciabilità degli articoli
Scopriamo dunque alcuni dei punti critici più significativi della supply chain, da cui dipendono i risultati economici che possono essere ottenuti dalle imprese del mondo retail se supportati a dovere da aziende esperte del settore come LCS Group. Va detto che nel corso degli anni più recenti la crescente disponibilità di un numero sempre più elevato di dati ha rappresentato un prezioso aiuto per le aziende del settore, che hanno avuto la possibilità di definire gli orari precisi di consegna grazie all’analisi della posizione dei vettori, del traffico e del meteo. Tramite i servizi garantiti dai fornitori logistici, l’intera catena può essere monitorata, in virtù di dati disponibili in tempo reale.
Supply chain su misura
Un altro aspetto critico su cui è bene focalizzarsi è quello relativo alla segmentazione delle supply chain, che oggi come non mai necessitano di essere personalizzate e studiate su misura. Gli acquirenti odierni, infatti, pretendono e reclamano articoli e servizi su misura. Diventa obbligatorio per i rivenditori, pertanto, studiare le interazioni dei clienti sul web e in particolare sui social network, per capire in che modo i prodotti acquistati vengono utilizzati. La catena di fornitura può, per esempio, essere segmentata in modo che vengano messi a disposizione dei clienti prodotti che possono essere configurati sulla base di caratteristiche diverse (per esempio, il colore). Tutto ciò avviene in real time, tramite la corrispondenza tra i segmenti di clientela e i prodotti disponibili.
Le forniture automatizzate
Nel novero dei momenti più critici per la gestione della catena di approvvigionamento c’è senza dubbio la cosiddetta rottura di stock: si tratta di quello scenario in cui le scorte si rivelano non sufficienti per soddisfare le esigenze degli acquirenti e per garantire le vendite. Come reagire per non farsi trovare impreparati? Potrebbe essere utile affidarsi alle soluzioni di Big Data, grazie a cui si può usufruire di una visione completa, e in real time, non solo della domanda, ma anche del processo di sourcing. In questo modo, inoltre, i produttori hanno l’opportunità di conoscere i tempi precisi di consegna e capire se la vendita di articoli è stata condizionata da un fattore specifico, come per esempio una promozione.
I fornitori
In genere, i rivenditori non hanno a che fare con un fornitore solo per la supply chain. È anche per questo motivo che le soluzioni di Big Data analytics si dimostrano preziose, dal momento che esse permettono di gestire i rapporti con i vari fornitori in maniera efficiente e in tempo reale. In che modo? Per esempio attraverso l’analisi delle performance in relazione a molteplici indicatori chiave: fra i KPI più significativi ci sono le lamentele dei clienti, i ritardi nelle consegne, il livello di servizio e la redditività. Il monitoraggio in tempo reale dei KPI consente, fra l’altro, di ricevere un avviso nel caso in cui essi superino una certa soglia.
I rischi interni ed esterni
Le supply chain moderne sono caratterizzate da rischi non solo interni ma anche esterni, potenzialmente in grado di arrestare la continuità aziendale, con effetti pericolosi per qualunque organizzazione. Il consiglio è di ricorrere a un approccio olistico e collaborativo, affinché possano essere adottate le decisioni strategiche migliori per la valutazione dei rischi e la loro eliminazione. Soprattutto i rischi esterni, cioè provenienti da terzi, risultano complicati da prevedere: è anche per questo motivo che servono risorse ad hoc per contenere l’impatto delle eventuali minacce.
I rischi di fornitura e della domanda
Nel caso in cui l’approvvigionamento di materie prime dovesse essere interrotto, anche il flusso di prodotti rischierebbe di essere bloccato, e così pure le operazioni di produzione. Una particolare attenzione dovrebbe essere riservata anche al rischio della domanda: le imprese che non sono in grado di capire e interpretare le tendenze di acquisto precedenti non riescono a prevedere la domanda dei prodotti, esponendo dunque la supply chain a un rischio le cui conseguenze si potrebbero rivelare molto gravi.