venerdì, Aprile 26, 2024
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I roghi votivi, ritrovati sui due versanti delle Alpi ed interessanti Veneto, Tirolo, Engadina, Baviera, Salisburghese, offrono una specie di «koinè» cultuale alpina

Mostra protostorica in Rocca

I roghi votivi, ritrovati sui due versanti delle Alpi ed interessanti Veneto, Tirolo, Engadina, Baviera, Salisburghese, offrono una specie di «koinè» cultuale alpina che il Ferdinandeum di Innsbruck sta proponendo da un paio di anni all’attenzione degli studiosi e degli appassionati di archeologia attraverso una mostra che, dopo aver viaggiato nei paesi di lingua tedesca, è ora approdata, per il Trentino, nelle sale della Rocca. Dalla tarda età del bronzo fino all’età romana, questi luoghi di culto offrono un gran numero di reperti, carboni, ceneri, ossa (anche umane), armi, bronzetti: si ritiene che la distruzione di beni primari (come il cibo, l’offerta votiva di animali) o di prestigio (come una spada o un vaso) potrebbero rappresentare in tribù protostoriche uno degli strumenti utilizzati da singoli individui o da elites emergenti per riaffermare un proprio ruolo, in assenza di una gerarchia sociale rigidamente costituita. A questo tipo di materiale, per quel che riguarda la mostra in Rocca, risalgono la spada trovata ad Arco ed un gruppo di spilloni venuti fuori a san Giacomo, mentre alcuni agricoltori cercavano di piantare una vite. All’originario pacchetto di testimonianze, la versione «rivana» della mostra aggiunge alcune altre testimonianze legate e giustificate con l’appartenenza al territorio: e sono le statue stele di Arco ed il materiale proveniente dagli scavi del sito di San Martino, a Campi. Nel primo caso è più probabile che si tratti di eroi piuttosto che di divinità; nel secondo l’epoca interessata è più tarda rispetto al nucleo centrale della mostra. Resta egualmente interessante la testimonianza del perdurare lungo i secoli del luogo di culto, dall’età romana fino al 1600, quando i documenti testimoniano delle precarie condizioni della chiesetta che nel 1758 il vescovo di Trento ordina di radere al suolo (e dagli scavi saltan fuori transennature di balaustrate che risalgono al IX secolo).Durante questa estate il Museo Civico di Riva, in collaborazione con il Servizio beni culturali della provincia, proporrà una serie di visite guidate al centro di documentazione allestito nella frazione tennese di Pranzo e alla stessa area archeologica di San Martino. Dalla prima decade di luglio fino a Ferragosto è prevista la ripresa di una campagna di scavo a San Martino: in autunno, invece, fino a novembre, sarà svolta attività didattica nelle scuole.

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