L’ispettore generale degli Archivi di Stato, professor Re, il 15 ottobre 1950 stese, per il ministero degli Interni, la relazione delle carte contenute nei 68 pacchetti portati a Roma e trovati dalla polizia nelle casse sotterrate nel giardino di Villa Cervis a Gardone Riviera. Nell’elenco, pubblicato dal settimanale «Oggi» nell’edizione del 10 luglio 1952, non figura né il diario di Mussolini, né il carteggio Mussolini–Churchill. Ecco, dunque, l’inventario: «314 lettere d’amore autografe di Mussolini a Claretta con date dal 10 ottobre ’43 al 18 aprile ’45; diari di Claretta Petacci, senza soluzione di continuità, dal ’33 al ’43; telefonate con Mussolini, riferite con esattezza quasi stenografica; una serie d’informazioni di carattere politico; istanze per grazie, interessamenti, eccetera; elenchi di persone beneficate». La relazione così continuava: «Si cercano i diari di Mussolini. I più veri e importanti diari di Mussolini sono proprio questi della Petacci, dove il dittatore ridiventa uomo, si rivela senza trucchi e senza artefici. Nei diari e nelle lettere c’è non solo la vita sentimentale del dittatore, ma anche quella politica e quindi, nei momenti cruciali, la vita dell’intero Paese. La Petacci era tutt’altro che priva d’ingegno e qualche volta – quando non le faceva velo la gelosia – dotata anche di una notevole penetrazione. Essa non era soltanto l’amica del dittatore, ma ne era anche, per così dire, la “fiduciaria”, qualche volta l’incitatrice, se non la consigliera. Di qui l’interesse pubblico, l’importanza straordinaria e fuori dal comune che riveste questa corrispondenza». Il prof. Re concludeva la relazione raccomandando di conservare con la massima cura il carteggio «per gli usi che la storia vorrà farne».
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Ecco l’inventario dei documenti sepolti sul Benaco e custoditi all’archivio di Stato a Roma