La Palazzina storica non è alienabile: il parere, decisivo, emesso dalla Soprintendenza Regionale mette fine alla vicenda nata a settembre con l’aggiudicazione, tramite regolare asta, della Palazzina storica da parte della Consap, l’agenzia incaricata di alienare i beni immobili demaniali. Un’aggiudicazione che poteva, però, essere resa definitiva solamente dopo il parere positivo da parte della Soprintendenza sull’alienabilità stessa dell’immobile. Il parere negativo è stato comunicato a Roma, da Venezia, nei giorni scorsi, ma a Peschiera, in Comune, la conferma è arrivata solo ieri. Una conferma che va ben oltre il destino della Palazzina, visto che nel documento redatto dalla Soprintendenza si dice che il vincolo sussiste «per l’intera piazzaforte di Peschiera, inalienabile secondo quanto disposto dall’articolo 2, comma 1, lettera b del Dpr 283/2000». La piazzaforte è stata dichiarata da un decreto ministeriale «di interesse particolarmente rilevante ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera b del decreto legislativo 490/1999», vale a dire la legge di riferimento sulla destinazione e utilizzo dei beni immobili di proprietà dello Stato. È sulla base di questi presupposti che la Soprintendenza regionale ha risposto alla Consap che «non può trovare accoglimento» la richiesta di parere positivo sull’alienazione della Palazzina storica. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione dai funzionari del Comune, in primis dal commissario prefettizio Maria Rosaria Laganà e il segretario comunale Giovanni Peruzzi, che insieme al responsabile dell’ufficio tecnico Marcello Ghini e all’architetto e storico Lino Vittorio Bozzetto erano andati lo scorso 4 novembre a Venezia, dalla soprintendente regionale baronessa Rubin de Cervin. Incontro seguito, una settimana dopo, da un sopralluogo a Peschiera da parte dei funzionari delle Soprintendenze regionale e provinciale. «Sono certo che tutta Peschiera sia felice per questo esito», è il commento di Bozzetto, «così come sono sicuro che il forte interessamento da parte della cittadinanza, chiaramente espresso durante l’incontro a Venezia, hanno motivato ancor di più le istituzioni preposte ad attivare quei dispositivi di legge che ci sono ma che a volte, per non essere adottati nel momento giusto, finiscono per risultare nulli». Sulla vendita della Palazzina era stata presentata anche un’interrogazione dal senatore Umberto Chincarini, che si era fatto promotore di un primo incontro con la Soprintendenza regionale mentre l’ex consigliere comunale Giulio Bichel aveva promosso un apposito Comitato civico che aveva raccolto le adesioni anche di tutte le forze politiche locali. Ora si tratterà di vedere se e come la decisione di Venezia potrà comportare la cancellazione sia della Palazzina storica che, addirittura, dell’intera piazzaforte arilicense dall’elenco di beni alienabili.
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Il parere della Soprintendenza mette fine alle polemiche. Vietato alienarla. E tutta la piazzaforte è vincolata
Palazzina storica non in vendita
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