Per ora si sa che sono 11 mila le piante distribuite sul territorio urbano di Riva. Tra qualche anno di ognuna di esse, o quasi, si conoscerà tutto: età, altezza, specie e varietà, posizione, stato di salute…Una carta d’identità completa, che chiunque potrà vedere consultando l’archivio informatico dedicato a cui stanno lavorando giardinerie comunali e Istituto Agrario di S.Michele.Il primo stimolo è venuto dagli Amici della Terra, che qualche tempo fa suggerirono all’amministrazione comunale di censire tutti gli alberi secolari, che in quanto tali, secondo l’associazione ambientalista, meritavano attenzioni e cure molto speciali. I responsabili delle giardinerie, che di cure ne dispensano senza favoritismi a tutte le piante che abbelliscono viali, aiuole e parchi, ritennero che se si voleva procedere con un censimento, era giusto e soprattutto utile, vedremo poi perché, prendere in considerazione l’intera «popolazione verde». E così alla fine s’è deciso di fare. L’altro giorno, su proposta del vicesindaco Pietro Matteotti, l’esecutivo ha deliberato e nei prossimi mesi gli esperti del dipartimento foreste dell’Istituto di S.Michele eseguiranno il check-up ai primi 350 alberi. I più imponenti e preziosi, parte non solo del patrimonio vegetale di Riva, ma anche della sua storia: i platani del Brolio, le piante del parco della Rocca, dei Giardini di Porta Orientale, del parco del Lido, il maestoso tiglio di piazza Cavour e altri ancora, il pioppo di piazza Catena. Questi spiccano nella aerofotogrammetria con la quale si è potuta valutare la consistenza numerica – come si diceva circa 11 mila esemplari. Accanto ad essi ci sono, ad esempio, 584 olivi, palme, magnolie e una miriade di arbusti e alberi la cui manutenzione costa tempo, lavoro e risorse. Grazie al censimento e alla creazione del database (che diventerà una sezione del sito Internet del Comune), le giardinerie potranno pianificare negli anni futuri i loro interventi, dalla manutenzione ordinaria alla scelta della varietà di pianta più adatta da mettere a dimora lungo un viale o nei giardini pubblici. Si eviteranno in questo modo gli errori che, del tutto involontariamente, si commettevano in passato, quando si badava più che altro all’effetto estetico, alla robustezza apparente e alla durata. Senza prevedere, magari, che gli ippocastani, tanto per fare un esempio, non erano ideonei per alberare un viale, perché lo sviluppo eccessivo delle chiome impone potature frequenti e importanti. E le potature comportano non soltanto molto lavoro, ma anche ferite profonde che danneggiano le piante e le espongono alle malattie. Ed una pianta malata è meno resistente e può rappresentare un pericolo se i rami deboli si spezzano durante un temporale. Insomma, tenere sotto controllo migliaia di alberi è un compito difficile, che però fra qualche anno diventerà meno gravoso.
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Il censimento servirà a formare un archivio informatico e a pianificare ed ottimizzare il lavoro delle Giardinerie. Il patrimonio vegetale del comune è costituito da 11 mila piante