La mobilità e le infrastrutture del Garda, temi caldi per la programmazione dell’area interregionale, poco interessano ai veronesi. Al convegno svoltosi ieri mattina in municipio, infatti, oltre al sottosegretario ai Trasporti, Raffaele Gentile, erano presenti rappresentanti della Lombardia, l’assessore di Riva Paolo Matteotti e nessun sindaco della sponda veronese, eccezion fatta per Davide Bendinelli che però, poco dopo i saluti di rito, ha abbandonato il convegno a causa di un altro impegno.Moltissima comunque la carne al fuoco anche se non si è capito a chi tocchi concretizzare i progetti, tanto che il sottosegretario ha concluso: «Sediamoci a un tavolo Stato e Regioni con un documento di intenti comuni e vediamo quali sono gli oneri. Lo Stato dà piena disponibilità ma sono le Regioni che devono dichiarare se sono disposte ad accollarsi i servizi. Lo Stato versa una quota di solidarietà, ma poi ci deve essere un concorso di aziende efficienti che assicuri la gestione di un servizio di trasporto pubblico. Certo che i servizi essenziali non possono essere lasciati solo ai privati, lo Stato può partecipare, ma il nodo è la volontà politica delle tre Regioni, diversamente non si cambia»La vera novità l’ha annunciata il presidente della Comunità del Garda, Aventino Frau, che ha spiegato: «per il Garda si sta studiando in accordo con il ministero e le Regioni un piano di trasporti integrati tra lago e terra». Quindi non più solo un progetto di trasporto su acqua, ma un intero sistema di mobilità del Garda. Dichiarazione che suscita qualche perplessità, considerato che se sono vent’anni che si parla di costituire una metropolitana dell’acqua un sistema integrato appare ancora più difficile. Forse le sfide piacciono, come ha confermato anche Gentile: «Il meccanismo finanziario messo in campo dal piano della mobilità varato dal ministro dice che non si finanziano più le singole opere, bensì si crea una specie di paniere con un’unica cabina di regia, dove si inseriscono tutti i progetti che creano sviluppo e con una visione generale si sceglie come spendere i soldi». Ha anche aggiunto: «Il lago di Garda è uno dei due o tre gangli vitali dell’intero sistema di comunicazioni italiane. Il ruolo di questa area, che contiene il lago, snodo di collegamento tra ovest ed est e nord sud, deve avere un sistema territoriale importante. Ci sono due aereoporti, due gardesane, le ferrovie, il progetto dei due corridoi dell’alta velocità».«Cosa dice il piano della mobilità nazionale?», ha proseguito il sottosegretario: «Tutte le modalità di trasporto devono essere messe in sistema tra loro, in un’ ottica di sviluppo compatibile. Ad esempio più porti si costruiscono, più si moltiplica il traffico: c’è un’inversione, l’offerta non viene con la domanda. Quindi bisogna affrontare la questione con una liberalizzazione, con all’interno una privatizzazione legata a una concezione di solidarismo. Gli studenti o i pendolari non possono usare sistemi di trasporto dai costi insostenibili, che allo stesso tempo però devono essere efficienti».Interessante anche l’intervento dell’ammiraglio comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto, Luciano Dassatti, che ha sottolineato il ruolo della Guardia Costiera, composta da 10.800 marinai di cui 600 donne: «Avete una massa enorme di turisti che si muovono nell’area (20 milioni di presenze annue solo quelle registrate da aggiungere ai pendolari), esiste uno studio sulla sicurezza globale dei trasporti, con i pericoli legati anche al terrorismo? Noi siamo disponibili a fornirlo, come anche un monitoraggio sull’inquinamento delle acque, che è una delle competenze che ci sono state date e di cui siamo capaci».Dunque, intreccio di grandi questioni economiche e sociali, come hanno descritto bene anche le relazioni dell’urbanista Marco Lucat, del presidente della Camera di commercio di Mantova, Ercole Montanari e dall’assessore ai trasporti della provincia di Brescia, Valerio Prignachi, (moderatore del convegno), che ora attendono l’intesa di tre Regioni per costituire una società mista di gestione per una regionalizzazione del trasporto su acqua, sino ad ora rimasta di competenza dello Stato.