sabato, Luglio 27, 2024
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Tecnici al lavoro per ore e ore, varato un progetto per potenziare la rete idrica e il sistema di sollevamento. Due giorni di emergenza e proteste per una catena di incidenti

Pompa rotta, paese senz’acqua

Due giorni senza senza l’acqua potabile. Un’emergenza piombata nel contesto di una siccità che si trascina da mesi, in condizioni di afa e di caldo con punte tropicali. Una situazione insopportabile e quindi motivazione di proteste da parte di cittadini e turisti del centro turistico lacustre, rimasti a secco per una serie di guasti all’acquedotto comunale. L’emergenza è scattata nella notte tra domenica scorsa e lunedì, a seguito inizialmente di una pompa di pescaggio a lago andata in tilt alla stazione di sollevamento in località Cavalla; unico impianto di tutto il Comune che dal lago pompa l’acqua al serbatoio principale in località Pigno, sul versante occidentale della Rocca Vecchia. Contrattempo tutto sommato banale, dato che l’impianto può contare su ben altre due pompe di sollevamento più quella di emergenza, se non fosse diventato a sua volta causa di un concatenarsi di inconvenienti. Ad aggravare da subito la situazione, del resto prontamente segnalata dal sistema di telecontrollo al tecnico incaricato dal Comune per i lavori all’acquedotto, la fusione dell’intero quadro eletterico che comanda anche tutte le altre pompe. Di qui la necessità di dover intervenire manualmente su ogni pompa, con forte riduzione dell’approvvigionamento di acqua, in attesa di rimettere in funzione il comparto elettrico. Ma non è tutto. Il livello delle acque del lago, molto basso a causa della siccità e dell’utilizzo delle acque per l’irrigazione delle campagne del Mantovano, aveva nel contempo innescato un ulteriore inconveniente: l’entrata di aria nella condotta a lago con l’impianto di sollevamento che girava a vuoto, in quanto le pompe non riuscivano a succhiare l’acqua dal lago. Quindi la necessità di fermare nuovamente l’intero sistema di sollevamento proprio nella mattinata di ieri, quando la richiesta d’acqua potabile era al massimo. Così in molte zone del paese e ai piani alti delle case l’acqua o non usciva per nulla o era ridotta ad un filo. Risultato, lo svuotamento di tutti e tre i serbatoi con l’intero impianto di distribuzione che rimaneva quasi a secco, con emergenza acqua potabile soprattutto nella zona collinare del comune dato che sia il serbatoio della Valle dei Molini che quello in località Molinet dipendono da quello centrale di località Pigno. Proteste sopra proteste di albergatori, con telefoni del Comune in rosso per il sovraccarico di proteste e con lo staff tecnico dell’acquedotto comunale impegnato ora ad aprire ora a chiudere le saracinesche per accontentare a rotazione un po’ tutti. «Un acqudotto moderno ma insufficiente», ammette il responsabile comunale del settore ecologia. Per questo l’amministrazone ha commissionato a Stefano Nervini, ingegnere idraulico della società Europrogetti di Novara, uno studio per intervenire drasticamente nel potenziare l’impianto. E come primo intervento la sistemazione dei misuratori di portata e di flusso in più punti dell’acquedotto per conoscere le necessità nei periodi più critici, soprattutto in estate, quando i consumi idrici aumentano di 2,5 volte rispetto al periodo invernale, con Garda che consuma annualmente un volume medio di acqua pari a circa 750 mila metri cubi. In quest’ottica è già esecutivo un progetto, con lavori che verranno appaltati a gennaio, per la posa di una nuova presa di acqua a lago con tubo da 400 millimetri che scenderà a una profondità di 50 metri in modo da avere acqua organoletticamente migliore e sufficiente. In fase di progetto anche il potenziamento del serbatoio della Valle dei Molini con spesa prevista di 500 mila euro.

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