giovedì, Settembre 28, 2023
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Prima torre sulla Costabella

«Le tor­ri eoliche sono bel­lis­sime. Bianche sul­la neve e nel cielo tra le nuv­ole. Dorate nel sole, in riva al mare e sulle colline. Ma non è anco­ra det­to che potran­no davvero stare sul . Pri­ma bisogna sapere se il ven­to c’è e se avrà la poten­za suf­fi­ciente a pro­durre ener­gia elet­tri­ca. Per questo dovre­mo pri­ma istal­lare per un anno una torre anemo­met­ri­ca, il cui impat­to ambi­en­tale è pres­soché nullo».Non ha dub­bi, Vit­to­rio Ronchi, ingeg­nere civile di Creaz­zo (Vicen­za), del­la soci­età d’ingeg­ne­r­ia Sta idrauli­ca di Verona che, per con­to del Comune di Bren­zone, sta seguen­do il prog­et­to che prevede di istal­lare a una quar­an­ti­na di metri dal Rifu­gio Chierego tre o cinque tor­ri eoliche. «Non si può dire che tipo di torre sarà even­tual­mente sis­tem­a­ta. Pri­ma dovre­mo sapere se il ven­to c’è, poi sarà redat­to un prog­et­to che dovrà essere sub­or­di­na­to alla Val­u­tazione d’im­pat­to ambi­en­tale, la Via, ed essere approva­to dal­la Regione».Intanto Ronchi sfodera il dis­eg­no del­la torre anemom­ter­i­ca che, entro set­tem­bre, inizierà a reg­is­trare la pre­sen­za del ven­to a quo­ta 1900 cir­ca. «Non è altro che un palo alto 30 metri con un diametro di 15 cen­timetri, che sarà mes­so in opera sen­za scavi. Si trat­ta, infat­ti, di una staffa d’ac­ciaio sor­ret­ta da tiran­ti del­lo stes­so met­al­lo. Sul­la torre, a 15 e 30 metri dal suo­lo, sono mon­tan­ti due anemometri che mis­ura­no appun­to la veloc­ità del ven­to. A un metro da ter­ra c’è un “dat­a­log­ger”, uno stru­men­to che mem­o­riz­za i dati degli anemometri, dati che saran­no scar­i­cati, por­tati in uffi­cio, mes­si al com­put­er ed elab­o­rati. Saran­no le cifre a dire se avrà sen­so real­iz­zare il cam­po eolico».Le tor­ri: come e dove sono?«In Italia ce ne sono in Cal­abria, Cam­pa­nia, Sicil­ia, Toscana, non mi risul­ta che in Vene­to ne esis­tano (in realtà a Badia Calave­na un sim­i­le prog­et­to sem­bra pren­dere cor­po, ndr). La Regione dove ce ne sono di più è la Puglia». Non ce ne sareb­bero però in mon­tagna: «Si trovano soprat­tut­to sul mare e sulle colline».Non ci sarebbe nep­pure una torre stan­dard. «L’al­tez­za, il diametro delle pale e la poten­za elet­tri­ca che si può pro­durre sono in fun­zione del ven­to, che se è poco non con­sente di real­iz­zare un impianto dato che esso ver­rebbe a costare tan­tis­si­mo quin­di nes­suno farebbe l’in­ter­ven­to», spie­ga l’ingeg­nere. L’idea di instal­lare le tor­ri sul Bal­do non sarà, però, nata a caso. «Sto facen­do una ricer­ca sul ven­to, che potrà anche non esser­ci. In questo caso smon­terò la mia torre anemo­met­ri­ca e me la porterò a casa».Il Bal­do però è un poten­ziale e molte delle specie veg­e­tali e floris­tiche che vi crescono sono endemiche: «Dove e se installere­mo le tor­ri avre­mo il mas­si­mo rispet­to del­la natu­ra e in ogni caso io reputo queste tor­ri belle ed ele­gan­ti anche se non si vedreb­bero mai dal­la pia­nu­ra», e lo dice come se la cosa qua­si gli dispi­acesse. Poi lan­cia un affon­do: «Gli ecol­o­gisti vogliono le energie pulite sen­za sac­ri­fi­care nul­la. Niente incener­i­tori, niente nucleare… la fonte che non rov­ina e non inquina è il ven­to. Dovre­mo pur sac­ri­fi­care qual­cosa…», dice.Quello che il Wwf però non vuole sac­ri­fi­care è il Bal­do, la lin­ea del suo oriz­zonte, forse brul­lo ma uni­co: «Ripeto il prog­et­to dovrà essere approva­to dal­la Via». Ed even­tu­ali obiezioni ambi­en­tal­iste? «Ter­re­mo con­to di tutte le osser­vazioni intel­li­gen­ti. Ripeto che l’am­bi­ente e la flo­ra del Bal­do non saran­no sacrificati».[FIRMA]

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