venerdì, Novembre 15, 2024
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Dopo l’annuncio del mese scorso, il Comune conferma il suo progetto di realizzare un impianto vicino al rifugio Chierego

Prima torre sulla Costabella

«Le torri eoliche sono bellissime. Bianche sulla neve e nel cielo tra le nuvole. Dorate nel sole, in riva al mare e sulle colline. Ma non è ancora detto che potranno davvero stare sul Baldo. Prima bisogna sapere se il vento c’è e se avrà la potenza sufficiente a produrre energia elettrica. Per questo dovremo prima istallare per un anno una torre anemometrica, il cui impatto ambientale è pressoché nullo».Non ha dubbi, Vittorio Ronchi, ingegnere civile di Creazzo (Vicenza), della società d’ingegneria Sta idraulica di Verona che, per conto del Comune di Brenzone, sta seguendo il progetto che prevede di istallare a una quarantina di metri dal Rifugio Chierego tre o cinque torri eoliche. «Non si può dire che tipo di torre sarà eventualmente sistemata. Prima dovremo sapere se il vento c’è, poi sarà redatto un progetto che dovrà essere subordinato alla Valutazione d’impatto ambientale, la Via, ed essere approvato dalla Regione».Intanto Ronchi sfodera il disegno della torre anemomterica che, entro settembre, inizierà a registrare la presenza del vento a quota 1900 circa. «Non è altro che un palo alto 30 metri con un diametro di 15 centimetri, che sarà messo in opera senza scavi. Si tratta, infatti, di una staffa d’acciaio sorretta da tiranti dello stesso metallo. Sulla torre, a 15 e 30 metri dal suolo, sono montanti due anemometri che misurano appunto la velocità del vento. A un metro da terra c’è un “datalogger”, uno strumento che memorizza i dati degli anemometri, dati che saranno scaricati, portati in ufficio, messi al computer ed elaborati. Saranno le cifre a dire se avrà senso realizzare il campo eolico».Le torri: come e dove sono?«In Italia ce ne sono in Calabria, Campania, Sicilia, Toscana, non mi risulta che in Veneto ne esistano (in realtà a Badia Calavena un simile progetto sembra prendere corpo, ndr). La Regione dove ce ne sono di più è la Puglia». Non ce ne sarebbero però in montagna: «Si trovano soprattutto sul mare e sulle colline».Non ci sarebbe neppure una torre standard. «L’altezza, il diametro delle pale e la potenza elettrica che si può produrre sono in funzione del vento, che se è poco non consente di realizzare un impianto dato che esso verrebbe a costare tantissimo quindi nessuno farebbe l’intervento», spiega l’ingegnere. L’idea di installare le torri sul Baldo non sarà, però, nata a caso. «Sto facendo una ricerca sul vento, che potrà anche non esserci. In questo caso smonterò la mia torre anemometrica e me la porterò a casa».Il Baldo però è un potenziale parco naturale e molte delle specie vegetali e floristiche che vi crescono sono endemiche: «Dove e se installeremo le torri avremo il massimo rispetto della natura e in ogni caso io reputo queste torri belle ed eleganti anche se non si vedrebbero mai dalla pianura», e lo dice come se la cosa quasi gli dispiacesse. Poi lancia un affondo: «Gli ecologisti vogliono le energie pulite senza sacrificare nulla. Niente inceneritori, niente nucleare… la fonte che non rovina e non inquina è il vento. Dovremo pur sacrificare qualcosa…», dice.Quello che il Wwf però non vuole sacrificare è il Baldo, la linea del suo orizzonte, forse brullo ma unico: «Ripeto il progetto dovrà essere approvato dalla Via». Ed eventuali obiezioni ambientaliste? «Terremo conto di tutte le osservazioni intelligenti. Ripeto che l’ambiente e la flora del Baldo non saranno sacrificati».[FIRMA]

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