È esplosa una stella e dall’Osservatorio astronomico del Baldo lo spettacolo è stato unico. Il Circolo astrofili veronesi (Cav), che fa base a Novezzina, è stato l’unico gruppo volontaristico in Italia che è riuscito a registrare il fenomeno che riguarda la stella Rs Ophiuchi (dal nome della costellazione) e a elaborare grafici e dati scientifici finiti ora in tutto il mondo. Flavio Castellani, responsabile tecnico della struttura, nella notte tra 14 e il 15 febbraio, è rimasto ininterrottamente di vedetta con i telescopi puntati per riprendere l’evento che è di notevole rilevanza internazionale a livello di studi sull’evoluzione dell’universo. «Scientificamente quanto è accaduto si chiama Outbust, cioè “scoppio” e coinvolge due stelle doppie che orbitano l’una attorno all’altra», premette Sergio Moltomoli, segretario del Cav. «Accade cioè che una stella vecchia, una nana bianca, che ha ormai esaurito la sua vita, assorbe gli strati gassosi esterni della stella rossa gigante cui orbita intorno. A causa della enorme forza gravitazionale che possiede cattura una immensa quantità di idrogeno e gas dalla sua grande compagna di viaggio per cui la temperatura si alza al punto da innescare una accensione termonucleare che provoca appunto l’esplosione della crosta esterna della stella, un evento che diventa visibile attraverso strumenti specifici. La nana scoppiata tra il 14 e il 15 febbraio è passata dalla magnitudine di 11, 5 a alla magnitudine 4,5». Sono numeri che ai profani di astronomia sembrano strani, anche perché la magnitudine si calcola all’inverso. Un esempio: «Il nostro Sole, che è enorme, ha una magnitudine pari a meno 20, mentre una stella fissa a noi visibile a occhio nudo, come ad esempio Sirio, ha magnitudine meno 1,4». Nella notte di San Valentino il fenomeno verificatosi non era visibile a occhio nudo: «Questa nova ricorrente non esplodeva da 21 anni», spiega Moltomoli, «ma alcuni astronauti avevano segnalato che il fenomeno era in corso. Noi dunque siamo andati a Ferrara di Monte Baldo e, usando uno spettrografo applicato al telescopio Richard Cretien, siamo riusciti a vedere le emissioni della stella, in pratica l’esplosione in diretta di tutti gli elementi gassosi che bruciano sulla sua superficie come sodio, calcio, idrogeno e tutti gli altri. Si tratta di un dato importante perché permette di capire come si sviluppa questo Outburst dandoci modo di conoscere gli elementi che esistono e che si formano in questo momento molto importante della vita di una stella». L’osservatorio del Monte Baldo in questa avventura scientifica si è nettamente distinto: «È l’unico osservatorio in Italia, gestito da una associazione di volontari, che è riuscito a registrare l’outburst che è ora già in fase di esaurimento. Infatti, nel giro di due o tre giorni, la magnitudine della stella, che era passata da 11,5 a 4,5 è già risalita a 6,6 cioè si è ridotta moltissimo, era passata da una luminosità tenue a una luminosità altissima e ora sta tornando ai suoi livelli normali». Con questi rilievi l’osservatorio ha iniziato il lavoro scientifico di punta, che ora proseguirà. «Possiamo considerare questo evento il battesimo della ricerca scientifica dell’osservatorio», fa notare Moltomoli, «è il primo evento rilevante che studiamo nei dettagli dal momento dell’inaugurazione avvenuta l’estate scorsa».
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Il circolo astrofili veronesi è stato l’unico in Italia ad essere riuscito nell’impresa. Lo spettacolo è stato visto in diretta dall’osservatorio di Novezzina