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Allarme anticipato per i bassi livelli del lago: l’idrometro segna 84 centimetri contro una media stagionale di 107. I tecnici: «E’ la crisi peggiore. Si rischia lo stop all’irrigazione già da luglio»

Siccità record, Garda in emergenza

Poca acqua nel Garda, meno che mai: circa il 20 per cento in meno rispetto alla media storica della stagione. Quest’anno arriva con largo anticipo l’allarme sui livelli del lago, e non è un allarme prematuro ma un’emergenza vera. Discorsi che di solito si fanno in agosto anche nelle annate di estrema siccità, stavolta sono già qui a preoccupare i tecnici, quando non siamo nemmeno arrivati alla metà di maggio. Il più grande lago italiano si prepara ad affrontare la più grave crisi idrica del secolo, una crisi che è già nei numeri: i livelli del Garda segnavano ieri quota 84 centimetri sopra lo zero idrometrico, contro una media storica di 107. Catastrofiche le previsioni per l’irrigazione, per l’agricoltura, per la navigazione, per l’equilibrio del sistema Garda-Mincio. I precedenti. I dati di questi giorni sono decisamente peggiori di quelli di due anni fa, nel 2003, quando una siccità record obbligò, per la prima volta in 53 anni, a chiudere le dighe del Mincio, lasciando al fiume solo un minimo vitale di 15 metri cubi d’acqua al secondo. Ma accadde a settembre, alla fine di un’estate calda. «Stavolta si rischia una situazione ancor più critica – dice l’ingegner Massimo Galli, del Consorzio del Mincio – Nel 2003, anno della grande siccità e della chiusura della diga di Salionze, il lago in maggio era a 110 centimetri sopra lo zero. Quest’anno siamo già a 84: mai vista una stagione così. Se due anni fa dovemmo chiudere le derivazioni a metà settembre, quest’anno la quota limite si potrebbe raggiungere già a luglio, a meno che non ci siano un maggio e un giugno eccezionalmente piovosi». Ci vorrebbe un miracolo. La siccità. Un dato è certo: il lago non è mai stato così basso a metà maggio. La colpa principale è della siccità invernale e delle insufficienti precipitazioni di questa primavera. E’ vero che in passato si poteva ossevare una certa ciclicità nelle annate, che a un anno secco seguiva un anno piovoso: tanta acqua nel 2002, pochissima nel 2003, situazione tranquilla nel 2004, crisi nel 2005. Vero anche che a un inverno secco segue spesso un’estate piovosa. Ma non è un processo su cui fare sicuro affidamento. Dice il dirigente del Consorzio del Mincio: «Io non scommetterei più sulla regolarità dei fenomeni climatici. Il clima è diventato imprevedibile. E io non sono tranquillo». Il Mincio. Accanto alla siccità, all’origine dei livelli bassi del lago potrebbe però esserci dell’altro. Pioggia a parte, i casi sono due: o esce troppa acqua (dal Mincio), o ne entra troppo poca (dal Sarca e dagli altri torrenti). «La prima ipotesi è da escludere categoricamente – dice l’ingegnere -. Anzi, stiamo risparmiando acqua il più possibile. Dal lago al Mincio escono al momento solo 40 metri cubi al secondo, quando per regolamento potremmo farne uscire 68. Il problema è che dal 1° giugno comincerà la stagione irrigua, con una domanda di 88 metri cubi al secondo per l’agricoltura. Da quel momento, se la situazione climatica resterà come adesso, il lago comincerà a calare di un paio di centimetri al giorno, e avremo acqua al massimo per una quarantina di giorni. A quei ritmi, infatti, si potrebbe raggiungere entro metà luglio la quota limite di 15 centimetri sullo zero idrometrico. Raggiunta la quale saremmo costretti a chiudere di nuovo le dighe». Un’altra ipotesi è che nel lago sia entrata poca acqua dagli immissari. «L’acqua potrebbe essere stata trattenuta a monte da chi gestisce gli invasi di montagna – dice l’ingegner Galli -. Ma è solo un’ipotesi su cui faremo una ricognizione. Del resto non potremmo farci niente: non c’è un’autorità che possa governare l’intero sistema dalle Alpi al Po. Solo quando la crisi sarà all’apice, si finirà per convocare un tavolo di coordinamento. Che però, a quel punto, avrà ben poco da coordinare perchè di acqua non ce ne sarà più ».

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