giovedì, Aprile 25, 2024
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Pellegrini per fede e per promessa Hanno rifatto il cammino del 1975

Sono partiti in cinque per il Giubileo.

La soddisfazione maggiore? L’hanno vissuta il 30 agosto, quando l’auto del Papa è passata a un paio di metri da loro. Attorno 50 mila persone ad applaudire il Pontefice in piazza San Pietro. In un istante, il gruppetto di gardesani, pellegrini piuttosto originali che avevano scelto di raggiungere la capitale a piedi per il Giubileo, ha dimenticato il caldo e la fatica.Erano partiti per Roma la mattina del 19 agosto:cinque podisti e un automezzo di appoggio. E se approdare nella Città etema a piedi in occasione del Giubileo di quest’anno è stata un’impresa compiuta anche da molti altri, i gardesani hanno almeno potuto vantare una singolarità: il nucleo storico del gruppo benacense aveva percorso la stessa strada (626 chilometri) anche nel 1975, sempre in occasione dell’Anno santo.«Torneremo a piedi a Roma nel Duemila», avevano promesso 25 anni fa. E così, del gruppo scattato dal sagrato della chiesa di Santa Maria Assunta di Navazzo alle 5 di mattina, facevano parte anche Elio Forti, 48 anni, geometra, e Maurizio Bertanza, 41 anni, idraulico: i reduci dal la sgambata di un quarto di secolo fa. Con loro, in questa occasione, c’erano Mauro Castellini, pensionato 54enne, Sergio Dallaguardi, 28enne impiegato comunale, e l’unica donna del gruppo: Mariangela Bontempi, casalinga.Tutti si sono tenuti costantemente in allenamento, anche se qualche cartuccia in più l’avevano in serbo Dallaguardi (il più giovane) e Castellini (il più in forma). Sul mezzo d’appoggio si sono alternati Claudio Tavemini – operaio in Cartiera – e Giacemmo Samuelli, maestro elementare. Forti e Bertanza hanno mantenuto quindi la promessa di tornare fatta 25 anni fa.Non c’è invece riuscito Aurelio Bontempi (fratello di Mariangela), all’epoca fresco diplomato all’Istituto Magistrale: adesso guida un’impresa edile, e l’impegno professionale non gli ha consentito di cimentarsi nuovamente nella fatica.Forti aveva 23 anni nell’agosto di allora, mentre Bertanza aveva da poco finito la scuola media. Coprirono i 626 chilometri in meno di dieci giorni. Partiti il primo agosto da Navazzo (ovviamente alle 5 di mattina e dal sagrato della chiesa), vennero fotografati davanti al colonnato del Bernini a mezzogiorno in punto del 10 agosto. La macchina d’appoggio (una vecchia Fiat 500) era guidata da darà Pace, da pochi mesi sposata con Forti.Il percorso di allora è stato ripetuto con qualche variante. In alcuni tratti – raccontano – le strade sono diventate tangenziali, e i Tir sfrecciano veloci e vicini. Nove giorni e mezzo non sono stati sufficienti questa volta, ma non ci sono volute neppure le 13 tappe messe in preventivo: la distanza è stata coperta in dieci giorni e mezzo (Navazzo-Olgiata), cui va aggiunta un’altra faticosissima mezza giornata per portarsi dalla periferia al centro della capitale, in mezzo a traffico e caos.Sul diario di viaggio hanno annotato tutto. Le giornate sono state scandite da una tappa in matti nata (partenza alle 6) che consentiva di percorrere 32-33 chilometri. Il pomeriggio riprendevano il cammino alle 4, scarpinando per altri 15-20 chilometri. I problemi principali? Il caldo e l’asfalto bollente, che provocava vesciche e gonfiori dei piedi. Al termine della fatica, la chiusura in bellezza:trovano i biglietti e entrano a San Pietro. E il Papa passa proprio lì, a due metri.

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