giovedì, Ottobre 10, 2024
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La presentazione dei risultati dell'indagine ieri in municipio a Riva

Sono positivi i risultati dei controllisu un campione di fognature r

Quattro virgola sei: è il numero che riassume una buona, anzi buonissima notizia che riguarda il lago di Garda, ovvero la percentuale di insediamenti abitativi del centro storico e del lungolago risultati negativi al controllo degli scarichi fognari (quindi, a rischio inquinamento). Seppure riferito ad un campione di 327 insediamenti, che corrisponde al 10 per cento del territorio comunale, il dato colpisce perché sensibilmente inferiore alla media provinciale, il 14 per cento.Il controllo è stato eseguito all’interno del protocollo per la salvaguardia delle acque del Garda stipulato fra la Provincia Autonoma di Trento, i Comuni di Arco, Riva delGarda, Nago-Torbole, Tenno e Molina di Ledro. Concretamente, a entrare nelle case, negli uffici e nei locali pubblici sono stati, tra il settembre e il dicembre dell’anno scorso, i tecnici della cooperativa «Nircoop» del Consorzio Lavoro Ambiente, coordinati dal Servizio provinciale per la conservazione della natura e la valorizzazione ambientale e affiancati da quelli dell’Ags.Analizzato nel dettaglio, il dato del 4,6 per cento appare ancora più soddisfacente: i casi negativi in modo sostanziale, cioè concretamente preoccupanti, sono 11, di cui solo uno giudicato grave. Si tratta di uno scarico di acque nere che finisce nelle acque bianche, e la cui gravità tuttavia è del terzo grado (il peggiore è il primo grado). La normativa prevede un intervento obbligatorio e urgente per sanare la situazione.Un problema non strettamente connesso all’inquinamento delle acque è costituito dalle acque bianche che vanno a finire nella rete delle acque nere: si tratta di 320 metri cubi all’anno che vogliono dire prima di tutto un alto costo di depurazione, del tutto inutile (si stima che coi soli risparmi sull’inutile depurazione delle acque bianche civili in rete nera, a livello provinciale si finanzierebbe il 20 per cento dell’attività di ricerca e verifica).Attività di verifica che proseguirà: è di questi giorni la conferma del Servizio conservazione natura e valorizzazione ambientale per un successivo lotto che interesserà il resto del territorio comunale. Un lavoro che impegnerà due squadre di tecnici provinciali per 11 mesi, per un costo stimato in 200 mila euro.«Quello della tutela delle acque del Garda è un problema delicato da seguire con attenzione – dice l’assessore Paolo Matteotti – e se è vero che questi dati mi fanno tirare un sospiro di sollievo, è anche vero che molto ancora si può e si deve fare. Il problema nella sua globalità non ha cause eclatanti, ma tante piccole cause che solo un controllo esteso e puntale può aiutare a eliminare. In prospettiva, il mio sogno resta quello che le uniche acque bianche ad arrivare nel Garda siano quelle delle fontane».

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