Telecamere per difendere dai malviventi le persone, i quartieri, le attività produttive, le strutture pubbliche. È, questa, la risposta che i sindaci di alcune località sul lago di Garda s’avviano a concretizzare per cercare di rispondere alla richiesta di sicurezza che arriva, sempre più forte, dai residenti e anche dai turisti. Una situazione di emergenza e paura collettive creata dalla microcriminalità che non risparmia più queste cittadine caratterizzate da una ricca economia turistico-terziaria. Qui il business dell’industria del forestiero vale infatti ogni anno circa 1.500 miliardi di fatturato. Droga e prostituzione sono i due filoni d’azione della criminalità organizzata sul lago di Garda, che ha portato anche a conflitti a fuoco tra clan rivali, pestaggi e anche qualche omicidio. Molti sono anche gli arresti e i sequestri di partite di droga effettuati dalle forze dell’ordine. Ma a pesare sulla gente è la costante escalation dei reati minori: furti nelle case, scippi, rapine, truffe e borseggi. I dati statistici sono molto significativi. Infatti soltanto alla compagnia dei carabinieri di Desenzano, da gennaio a luglio di quest’anno, sono state presentate oltre 2.600 denunce di furto. E a queste vanno aggiunte quelle ricevute dal commissariato di polizia e anche il numero di quelle che non sono state presentate. Un altro filone del malessere è rappresentato dai furti d’auto di grossa cilindrata: nei 14 Comuni che fanno capo al comando carabinieri della zona sono in media circa 450 l’anno. Desenzano e Sirmione sono le più colpite. Nella prima località nel maggio di quest’anno i furti di vetture sono stati 20, saliti a 24 in giugno. «È il grandissimo malessere che ormai attanaglia i cittadini che ci spinge a cercare soluzioni nuove – spiega il sindaco di Desenzano, Felice Anelli, che guida una coalizione di centrodestra -. Abbiamo varato un programma di interventi che prevede anche l’installazione di cinque telecamere e l’attivazione di una centrale operativa. Il costo è di 200 milioni che salgono a 470 se si tiene conto dei due progetti di sicurezza collegati a questo. Abbiamo pensato alla videosorveglianza perché la microcriminalità è in preoccupante aumento». La Lega Nord, attraverso il capogruppo Rino Polloni, addirittura reclama a gran voce il posizionamento delle telecamere anche nelle frazioni. Sirmione, intanto, si appresta a raddoppiare il numero delle telecamere: ne ha già presenti all’ingresso del centro storico e nelle principali località della penisola. «Alle sette già operative, fornite in comodato dalla società appaltante del servizio di vigilanza notturna – spiega il sindaco Maurizio Ferrari – ne aggiungeremo presto altre sei. Verranno posizionate nei porti di Lugana e Colombare anche su alcune spiagge private per contrastare l’azione di vandali e ladri che saccheggiano imbarcazioni e danneggiano le strutture. Rispondiamo così a precise esigenze dei cittadini». Per salvaguardare la privacy delle persone le telecamere a Sirmione sono state collocate in posizione elevata, così da riprendere i volti dall’alto in basso rendendoli poco riconoscibili. Però, proprio grazie alle telecamere, sono stati recentemente catturati due malviventi che erano già schedati. Un progetto di telesorveglianza interessa anche Padenghe e Pozzolengo che si sono consorziati con Sirmione per una gestione intercomunale della polizia municipale. «Anche se le forze dell’ordine mostrano grande impegno – spiegano i siandaci – la microcriminalità sta egualmente dandoci notevoli problemi». Una considerazione che viene condivisa da moltissimi altri sindaci della zona del Garda , tanto che la Regione Lombardia è stata subissata di richieste di finanziamento dopo il varo della legge numero 8 sugli interventi regionali per la sicurezza nei Comuni. E forse i 15 miliardi già stanziati non basteranno.
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Già adottate da Sirmione e Desenzano. I sindaci: la polizia non basta
Troppi furti, telecamere sul Garda
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