venerdì, Marzo 29, 2024
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Il libro è edito dalla Grafo e dal Comune dell’alto Garda

Tutti i segreti delle limonaie nel volume di Domenico Fava

Domenico Fava, ricercatore limonese di storia locale, è tornato in libreria con la sua ultima opera, dal titolo «Limonaie e limoni a Limone sul Garda», edito dalla Grafo e dal Comune di Limone. Con Fava hanno collaborato altri nomi della ricerca storica locale: Beatrice Angelini, Piercarlo Belotti, Maria Luisa Crosina, Joseph Fava (attuale vicesindaco di Limone, Mario Trebeschi (archivista di fama, parroco di Limone tra la metà degli anni Ottanta e Novanta), Adriano Volpato. Nella presentazione del volume (184 pagine con numerose fotografie, mappe, statistiche, costo 25 euro) Ettore Albertoni, assessore regionale alla Cultura, sostiene che «la storia che viene presentata sulla coltivazione dei limoni è a doppio filo. Da un lato evoca paesaggi bucolici resi celebri dallo stesso Goethe nel suo «Viaggio in Italia». Dall’altro è una storia fatta di gesti quotidiani legati ai segreti della potatura, della vangatura ed agli strumenti di lavoro, nonché alle malattie e alle gelate che, quando facevano crollare la produzione, potevano mandare sul lastrico intere famiglie». Per Bruno Faustini, presidente della Comunità Montana Parco dell’alto Garda bresciano, «le limonaie distribuite lungo la riviera del Parco sono strutture architettoniche introvabili altrove, testimonianze tangibili di un’epoca e di una civiltà. Si è cercato e si cerca di recuperare e salvaguardare questo patrimonio, anche in omaggio alle tradizioni storico culturali e alla gente dell’alto lago». Franceschino Risatti, sindaco di Limone: «Sostenendo questa iniziativa editoriale, l’amministrazione ha inteso contribuire alla conoscenza delle limonaie ed in particolare alla valorizzazione di quella del Castel, completamente recuperata di recente, con la volontà di metterla a disposizione della cittadinanza, degli ospiti, degli appassionati e dei visitatori in genere». Peraltro la limonaia del Castel in un paio di anni ha già attirato un notevole numero di visitatori. Tra marzo e ottobre 2005, dice il vicesindaco Joseph Fava, sono stati almeno 25.000 i visitatori dell’antica struttura restaurata. La parte conclusiva del lavoro ha visto Domenico e Joseph Fava analizzare gli strumenti del lavoro dei «giardinieri dei limoni». L’analisi passa attraverso tutti i «ferri del mestiere» con la denominazione in italiano e dialetto: dallo «scalì» (una particolare scala), al «grümial» (sacca per i limoni), dal «cava ciç» (leva chiodi) alla «fiochèla» (roncola).

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