giovedì, Marzo 28, 2024
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Remo D’Angella 3500 chilometri in mountain bike, da Trieste a Ventimiglia

Colà. Tremilacinquecento chilometri in mountain bike partendo da Trieste per giungere poi a Ventimiglia. Tutti pedalando, girando l’Italia, da solo, unicamente con uno zainetto da quindici chilogrammi sulle spalle. Una impresa che sta affascinando tutta Colà perché Remo D’Angella, nato a Merano 63 anni fa, da padre di origine pugliese, da molti anni risiede in via Tende a Colà. E’ uno sportivissimo pensionato, ex infermiere professionale presso l’ospedale di Merano, che da molti anni dedica molto del suo tempo al ciclismo. E non solo. E’ anche uno sciatore provetto ed un marciatore di tutto rispetto. Da buon alpino non può mentire. E’ iscritto al gruppo di Colà orgogliosamente.

E’ partito sabato 3 maggio da Trieste, città giuliana che ha raggiunto con il treno, e si è messo subito all’opera. Ogni giorno, con ogni tempo, macina mediamente 140­140 chilometri con la sua bici. Partenza alle sette del mattino, una macinata di chilometri, qualche barretta di cioccolato, uno yogurt liquido, se ci sta un panino. Si ferma verso le 17. Cerca una camera in un albergo o in qualche B&B e cena. Una sonora dormita e pronti per l’indomani per altre tappe. Prevede di raggiungere Ventimiglia verso la fine del mese di maggio. Poi rientra a Colà con il treno e la bici al seguito.

“Noi lo seguiamo con attenzione su Facebook e con i contatti telefonici ­ spiega l’amico Luigi Zeni­ perché non lo vogliamo lasciare solo anche se sappiamo, io e Mario Varner, amici per la pelle, che se la caverà egregiamente. E’ un uomo tutto di un pezzo. Meticoloso, preparato fisicamente, molto attento al codice della strada.

L’impresa l’ha voluta mettere in atto proprio nel bel mezzo del Giro d’Italia. In solitudine perché vuole macinare chilometri e non perdere tempo in chiacchiere e tira e molla. Vuole godersi l’Italia in bicicletta. “Era un sogno che accarezzava da tempo ­ sottolinea ancora Luigi Zeni ­ e questa volta lo ha messo in atto. Seguono le sue peripezie anche la moglie ed i due figli che sono rimasti a casa ma sono sempre in contatto con lui con i mezzi telematici.”

Lo abbiamo sentito al telefono stamattina.

“Sono a Reggio Calabria -­ ha dichiarato Remo D’Angella -­ perché sono partito di buon’ora da Riace dove mi ero fermato per la cena e la notte. Conto di risalire da Reggio sulla litoranea del mar Tirreno. La strada è buona ed il fisico anche. La metà che mi sono prefissato di raggiungere è alla portata.”

“Non avevo dubbi sul suo stato d’animo e fisico ­ continua Zeni ­ perché è fatto così. Non si perde mai d’animo. Giorni fa, in Basilicata ­ soggiunge Zeni ­ si è perso un pochino per le strade impervie. Ha sforato di trenta chilometri. Ha trovato un signore gentile che lo ha indirizzato. Pensi che le ha perfino offerto il pranzo. Dice sempre che il meridione è tutto un altro mondo. Giovialità, cortesia, accoglienza sono il loro motto. E Remo sicuramente in quelle zone si trova a casa perché è anche lui così.”

 

“Mi sono studiato per settimane le cartine Google, mi sono “creato” il mio percorso ­ ribadisce Remo D’Angella al telefono ­ e non ho lasciato nulla al caso. Percorrendo la nostra bellissima penisola mi sono accorto che è davvero meravigliosa e che la gente ti aiuta davvero. E’ una esperienza che mi sta gratificando enormemente. Un sogno che si avvera.”

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