mercoledì, Maggio 1, 2024
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Varato il recupero dello stabilimento dei fratelli Taschetti che ha chiuso i battenti tre anni fa. Aprirà un supermercato, opposizioni critiche sulle procedure

Alloggi nell’ex «cartierina»

Il Consiglio comunale di Toscolano Maderno ha approvato definitivamente il piano di recupero della Cartiera Gardesana, con il voto favorevole della maggioranza, che si riconosce nelle posizioni del centrodestra, e contrario delle minoranze (centrosinistra). La fabbrica, situata in via Religione, era chiamata la «cartierina», per differenziarla dal grande stabilimento del gruppo Marchi. Sfornava 400 quintali al giorno e dava lavoro a 16 dipendenti. Apparteneva al gruppo Ada dei fratelli Gianfranco e Adriano Taschetti di Lecco, proprietari (nella loro città) di altre unità produttive, tra cui uno scatolificio. Nel novembre 2001 ha chiuso i battenti. Frequenti, in passato, le polemiche legate alla situazione ambientale. Albergatori e campeggiatori hanno inviato numerosi esposti all’Asl e alla Procura della Repubblica per gli odori insopportabili, che facevano storcere il naso al vicinato. Essendo a ciclo chiuso, l’azienda chiudeva il sabato e riapriva il lunedì. Col risultato che, dall’acqua ristagnante, esalava un profumo di marciume. La scarsa economicità e il braccio di ferro con gli abitanti hanno indotto i Taschetti a gettare la spugna. La Progemi di Brescia (Marco Zucchi presidente del consiglio di amministrazione, Ezio Stagnoli e Narciso Mensi i delegati) ha presentato richiesta di variante e piano di recupero. Progetto redatto dall’architetto Giorgio Rovati. Il sindaco Paolo Elena e i suoi, impostisi alle ultime elezioni con il 60% dei voti, hanno accettato la trasformazione: i 17.950 metri cubi esistenti diventeranno residenziali (almeno 11mila mc.) e commerciali (un supermercato inferiore a 1.500 metri quadrati). I privati cederanno al Comune 1.824 mq. di superficie e monetizzeranno gli altri 2.585 mq. al prezzo di 250 euro al mq., per un totale di 646 mila euro, in aggiunta al versamento degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, nonchè del costo di costruzione. La maggioranza ha respinto le osservazioni pervenute. Maria Luisa Cordani Camozzi, che appartiene alla famiglia proprietaria del Montebaldo e della spa Centro nautico del Garda, ha contestato l’intera operazione, sostenendo l’irregolarità della procedura adottata (legge 23 del ’97). Risposta dell’assessore Vincenzo Chimini: «Vista l’esiguità dell’intervento, a Milano ci hanno consigliato di procedere secondo la legge 23. I discorsi sull’agibilità e sull’Ici sono ininfluenti ai fini della pratica». Antonio Foglio e Giuseppe Zambiasi, consiglieri di minoranza, hanno ripetuto che «l’operazione non porta vantaggi alla comunità, ma solo agli speculatori edilizi. Le numerose varianti al Prg hanno già fatto lievitare la volumetria residenziale. C’è bisogno (semmai) di interventi economico-popolari, e non di tipo speculativo. Sarebbe più opportuno destinare l’ex cartierina ad attività turistiche, in sintonia con le aree vicine (campeggi Toscolano e Foce) , o artigianali leggere, tali da non creare disturbo alle abitazioni esistenti». E ancora: «I 17.951 mc. menzionati nel piano di recupero sono in parte abusivi. Negli anni ’70 il Comune aveva rilasciato licenze per una volumetria inferiore, e non abbiamo trovato successivi condoni o sanatorie. Infine non sappiamo chi siano gli effettivi proprietari dell’ex fabbrica, dato che la srl Cartiera Gardesana è in liquidazione, e la Fincart (socio unico) ha venduto il 100% delle quote a Progemi con semplice contratto preliminare». Replica di Chimini: «La legittimità della domanda presentata da Progemi è stata accertata dagli uffici. Alcuni volumi tecnici, tipo ripostiglio, locale caldaia o vano annesso al capannone vasche, non erano soggetti ad autorizzazione». Il sindaco Paolo Elena: «Si trattava di uno stabilimentino obsoleto, che nessuno voleva. In una situazione del genere bisogna andare incontro alle richieste dei privati, che riqualificheranno l’area. Per quanto riguarda l’individuazione di una zona per gli artigiani, abbiamo deciso di far fronte alle loro richieste di volta in volta, secondo le necessità». «Se l’iter o i dati sono sbagliati – ha concluso il sindaco Paolo Elena – rifaremo la procedura. Faccio presente che, in cinque anni di mandato amministrativo, non ho mai ricevuto denunce».

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