mercoledì, Luglio 2, 2025
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Questa sera al via la tradizionale manifestazione

Comincia la Festa dell’Anitra Capolaterra ritorna all’antico

La «Festa dell’Anitra», tradizionale manifestazione popolare desenzanese, sta per aprire i battenti grazie al lavoro costante degli ottanta volontari dell’oratorio di Capolaterra, capitanati da Flavio Falappi, che si sono impegnati per allestire al meglio la grande festa. Si inizia oggi e si va avanti fino a domenica in piazza Garibaldi a Desenzano, in occasione della ricorrenza di San Giovani, ed è organizzata dalla parrocchia di S. Giuseppe Lavoratore con il patrocinio del Comune, assessorato al Turismo. Per quella che è da sempre la più genuina manifestazione popolare del quartiere «alto» di Desenzano, saranno tre giorni intensi di allegria, con musica, sport, giochi di società, cultura, concerti, dove gli abitanti di Capolaterra si ritroveranno a fare festa uniti a molti turisti. Le serate saranno allietate da uno stand gastronomico che offre il meglio della cucina nostrana, dallo spiedo alle grigliate miste, primi piatti, polenta e gorgonzola, tutto annaffiato con del buon vino di casa nostra: Groppello, Lugana e Chiaretto. Il programma: stasera alle 20.30 brindisi di apertura. Alle 21 concerto della Banda cittadina. Domani alle 21 ballo liscio in piazza; nel corso della giornata saranno di scena il 5° torneo di Calcetto «M. Manfrin» ed il 4° torneo di Bocce. Sarà allestito uno spazio con giochi per ragazzi ed è stata organizzata anche un’estemporanea di pittura per bambini. Domenica è prevista la finale dei tornei sportivi e dei giochi per ragazzi, alle 21.30 concerto classico degli allievi della Scuola di Gavardo. Per chi ancora non lo sa, è opportuno cogliere l’occasione per ricordare che la Festa dell’Anatra trae origine da un fatto accaduto nel 1800. Era usanza che i mezzadri delle campagne offrissero ai loro padroni contributi in natura. Narra la tradizione che, un giorno, un contadino di Vaccarolo che stava portando la più bella anatra al padrone, decise di ribellarsi. Le tagliò le zampe e le legò alla maniglia del portone padronale, riportandola a casa. L’atto restò impunito e l’anno dopo su tutti i portoni padronali comparvero zampe d’anatra. A metà dell’800 e fino al secolo scorso, del resto, attorno a piazza Garibaldi era tutta campagna e si teneva un mercato di bestiame. Tra i platani e i pali che delineavano la piazza, con le corde si creavano recinti per il bestiame.

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