venerdì, Aprile 26, 2024
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Il direttore del Poma illustra il piano e i tagli per l'Alto mantovano

Confermata la chiusura di ostetricia

Giovedì sera si è tenuto l’incontro voluto dal sindaco, nel quale il dottor Colombo ha spiegato i risultati dell’analisi fatta sulla situazione dell’azienda ospedaliera Poma e le proposte per il suo risanamento. La perdita mensile di 10 miliardi, impone di ripensare il modello organizzativo e di centralizzare il controllo sulla spesa con l’istituzione dei dipartimenti.L’analisi ha evidenziato che attualmente gli ospedali sono guidati dalla struttura dell’offerta: i sei ospedali hanno oggi le quattro specializzazioni di base (medicina, chirurgia, ortopedia, ginecologia-ostetricia), che non sono in grado di rispondere alla mutata domanda di cura, che deve invece guidare la riorganizzazione. Per il dottor Colombo, mancando le condizioni perché gli ospedali diventino centri di eccellenza in grado di esaurire l’intero ambito delle prestazioni sanitarie, l’unica possibilità per non vederli trasformati in residenze socio-assistenziali è tentare di recuperarli attraverso una specializzazione all’interno del modello dipartimentale, che garantisca condizioni di sicurezza e qualità della prestazione. Per l’Alto Mantovano, ciò si traduce nella proposta di chiudere il punto nascite di Castiglione, potenziando quello di Asola, e di trasferire al S. Pellegrino l’ortopedia, data la presenza in questo ospedale della rianimazione e di una radiologia attrezzata per la risonanza magnetica.Il tutto con un investimento di circa 25 miliardi nei due ospedali. Le motivazioni che hanno fatto propendere per mantenere in vita il punto nascite di Asola sono state spiegate dal dottor Colombo: «A guidare le scelte sono da una parte le leggi in vigore, che impediscono di mantenere un punto nascite che effettua meno di 500 parti l’anno, ed è questo il caso di Castiglione; dall’altro il fatto che comunque, anche venendo a mancare l’ostetricia al S. Pellegrino, la domanda locale può essere soddisfatta dall’Ospedale di Desenzano. Per Volta Mantovana è proposta una sperimentazione di gestione mista pubblico-privato: l’obiettivo, attraverso un investimento di 8 miliardi, è di accentuare la sua vocazione riabilitativa, mantenendo però, data la presenza di sale operatorie, la chirurgia diurna.

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