Cornavirus: attenzione alle bufale su social e chat (Istituto Ricerche Mario Negri — IRCCS)

22/03/2020 in Sanità, Salute
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Di Redazione

In questi giorni di iso­la­men­to casalin­go il modo più dif­fu­so per ten­er­si infor­mati e rimanere in con­tat­to con par­en­ti e ami­ci è l’utilizzo di social e chat. Purtrop­po, però, stan­no cir­colan­do tan­tis­sime notizie false e persi­no peri­colose. Con­sigli sbagliati, rac­co­man­dazioni fat­te da per­son­ale tec­ni­co o pre­sun­to tale, rime­di da te per pre­venire l’infezione Covid-19.
La mag­gior parte del­la volte ques­ta cat­ti­va infor­mazione è causa­ta da un modo impre­ciso di inter­pretare arti­coli sci­en­tifi­ci e rel­a­tive ricerche. In questo modo si finisce col fornire ai media e al pub­bli­co rias­sun­ti fat­ti di parole sem­pli­ci e accat­ti­van­ti, ma fon­da­men­tal­mente sbagli­ate.

Ricor­dan­do, quin­di, di atten­er­si sem­pre alle rac­co­man­dazioni isti­tuzion­ali, vedi­amo qui di segui­to alcune false notizie cir­co­late in questi giorni, insieme al nos­tro esper­to Dr. Anto­nio Claven­na.

BUFALA #1: Possiamo auto-diagnosticarci il Covid-19.

L’u­ni­co modo per effet­tuare la diag­nosi è sot­to­por­si al tam­pone rino­faringeo, ese­gui­to da per­son­ale spe­cial­iz­za­to in lab­o­ra­to­rio, per ricer­care la pre­sen­za del virus nel mate­ri­ale prel­e­va­to.

Quin­di, l’affermazione del ricer­ca­tore di Tai­wan sec­on­do cui basterebbe trat­tenere il respiro per 10 sec­on­di per capire se c’è fibrosi nei nos­tri pol­moni è fal­sa.

Per­ché ques­ta notizia è peri­colosa? Per­ché in per­sone poco allenate, trat­tenere a lun­go il respiro può causare sin­to­mi fas­tidiosi, come gira­men­ti di tes­ta oppure sen­sazione di sven­i­men­to. Meglio stare atten­ti, quin­di.

I sin­to­mi che pos­sono far sospettare la pre­sen­za di una pol­monite, e che neces­si­tano subito di una val­u­tazione med­ica, sono la tosse par­ti­co­lar­mente insis­tente e la man­can­za d’aria.

BUFALA #2: il consumo di bevande calde e acqua uccide il coronavirus.

covid19 e bevande calde

Non c’è nes­suna evi­den­za che sostiene ques­ta affer­mazione.

Il nuo­vo coro­n­avirus, come tut­ti gli altri virus d’altronde, non solo è capace di resistere a tem­per­a­ture di 26–27° C, ma è anche in gra­do di repli­car­si in un organ­is­mo che ha una tem­per­atu­ra di cir­ca 36–37° C.

Quin­di, il mes­sag­gio audio che gira sul social What­sApp in questi giorni, è asso­lu­ta­mente fal­so!

Con­sideran­do che nem­meno le bevande molto calde sono in gra­do di alter­are la tem­per­atu­ra cor­porea, è molto improb­a­bile che con­sumar­le pos­sa avere alcun effet­to sui pol­moni, dove si nasconde il coro­n­avirus Sars-CoV­‑2.

In un altro mes­sag­gio, poi, viene con­siglia­to di bere spes­so acqua per tenere la gola sem­pre umi­da: questo, infat­ti, con­sen­tirebbe di elim­inare il virus dalle vie aeree spin­gen­do­lo nel trat­to gas­troin­testi­nale, dove ver­rebbe annien­ta­to dall’acidità del­lo stom­a­co. Atten­zione, ci tro­vi­amo di fronte ad un’altra fake news! E’ sicu­ra­mente impor­tante assumere ogni giorno un’adegua­ta quan­tità di liq­ui­di, ma non come pre­ven­zione di Covid-19.

BUFALA #3: la vitamina C previene il Covid-19.

covid19 e vitamina C

Non ci sono prove sci­en­ti­fiche che dimostri­no come l’as­sun­zione di vit­a­m­i­na C sia effi­cace nel pre­venire l’in­fezione da Covid-19, o nel ridurre il ris­chio di sin­to­mi gravi, oppure nel diminuire la dura­ta del­la malat­tia.

Così come, nonos­tante si trat­ti di una cre­den­za molto dif­fusa, non ci sono solide prove sci­en­ti­fiche che la vit­a­m­i­na C sia effi­cace nel pre­venire il raf­fred­dore o l’in­fluen­za. Man­cano prove anche sul­l’­ef­fi­ca­cia di altri inte­gra­tori pro­posti in questi giorni (per esem­pio zin­co, lat­to­fer­ri­na) nel pro­tegger­ci dal coro­n­avirus.

In gen­erale, quin­di, è bene per la nos­tra salute avere un’al­i­men­tazione varia e ric­ca di frut­ta e ver­du­ra. Man­gia­re agru­mi e kiwi (come anche altri frut­ti) è sicu­ra­mente una scelta salutare e da con­sigliare. Tut­tavia per affrontare con minori rischi le infezioni, oltre che una cor­ret­ta ali­men­tazione è impor­tante che tut­to lo stile di vita sia sano (per esem­pio svol­gere attiv­ità fisi­ca, non fumare, evitare gli ecces­si nel con­sumo di bevande alcol­iche).

Dunque, la miglior pro­tezione è lim­itare il più pos­si­bile i con­tat­ti sociali, man­te­nen­do la dis­tan­za di un metro e rispet­tan­do le norme igien­iche: lavag­gio fre­quente e accu­ra­to delle mani, evitare di toc­care boc­ca, naso e occhi con le mani sporche, coprire boc­ca e naso con un faz­zo­let­to quan­do si tossisce o si star­nutisce.

BUFALA #4: Occorre aumentare la quantità di proteine ingerite per produrre più anticorpi.

Aumentare l’as­sun­zione di pro­teine medi­ante la dieta non for­nisce ben­efi­ci per il sis­tema immu­ni­tario.

La dose gior­naliera di pro­teine gen­eral­mente rac­co­man­da­ta è pari a 0.8 gram­mi per kg di peso cor­poreo. Ad esem­pio per un uomo di 70 kg che non svolge attiv­ità fisiche pesan­ti  56 gram­mi è suf­fi­ciente a garan­tire il nor­male fab­bisog­no del­l’or­gan­is­mo, tra cui la pro­duzione di anti­cor­pi.

Atten­zione per­ché aumentare l’as­sun­zione non for­nisce ben­efi­ci per il sis­tema immu­ni­tario, anzi! Potrebbe diventare un ris­chio per la salute, in quan­to un ecces­si­vo con­sumo di pro­teine, ad esem­pio, potrebbe dan­neg­gere i reni (anche se nel­l’uo­mo non ci sono dati con­clu­sivi a riguar­do).

BUFALA #5: è possibile confezionare mascherine in casa.

covid19 e mascherine fai da te

Non solo non è così, ma al con­trario l’u­so delle mascher­ine (anche di quelle chirur­giche) potrebbe fornire un fal­so sen­so di sicurez­za e dis­togliere l’at­ten­zione dal met­tere in atto le norme igien­iche o il dis­tanzi­a­men­to sociale (man­tenere almeno un metro di dis­tan­za dalle altre per­sone).

Il Min­is­tero del­la Salute e l’Isti­tu­to Supe­ri­ore di San­ità riten­gono, coer­ente­mente con quan­to rac­co­manda­to a liv­el­lo inter­nazionale dal­l’Or­ga­niz­zazione Mon­di­ale del­la San­ità, che le mascher­ine chirur­giche siano da ris­er­vare:

  • a col­oro che pre­sen­tano sin­to­mi influen­za­li, per ridurre il ris­chio di con­ta­gio di chi gli sta intorno;
  • a col­oro che assistono chi è ammala­to.

Le mascher­ine chirur­giche, oltre a non garan­tire un’el­e­va­ta pro­tezione con­tro l’in­fezione da virus, se indos­sate e tolte in maniera non cor­ret­ta pos­sono rap­p­re­sentare una fonte di trasmis­sione. Per esem­pio, se toglien­do la masche­ri­na si toc­ca inavver­ti­ta­mente la parte ester­na o inter­na, si rischia di con­t­a­m­inare le mani. Questo è uno dei motivi per cui non si rac­co­man­da a tut­ti l’u­so di mascher­ine, anche se può sem­brare razionale l’in­ten­to di impedire che cias­cuno con­ta­gi gli altri attra­ver­so le goc­ci­o­line res­pi­ra­to­rie. C’è, inoltre, da con­sid­er­are che la pri­or­ità di uti­liz­zo di questo tipo di pre­si­di deve essere ris­er­va­ta al per­son­ale san­i­tario. In un momen­to di scar­sità, non ci si può per­me­t­tere di las­cia­re sprovvis­to chi ne ha più bisog­no.

Le mis­ure igien­iche e di dis­tanzi­a­men­to sociale sono suf­fi­ci­en­ti, quin­di, a ridurre il ris­chio di con­ta­gio da Covid-19 e a loro deve essere ris­er­va­ta la mas­si­ma atten­zione.

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