martedì, Luglio 1, 2025
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Il settimanale «Famiglia Cristiana» denuncia l’eccessiva urbanizzazione

Il Garda assediato dal cemento

Famiglia Cristiana punta gli occhi sul Garda. Il settimanale cattolico con più di cinque milioni di lettori dedica tre pagine al più grande lago d’Italia per condannare l’eccessiva cementificazione del territorio. «In particolare nella Riviera degli Olivi la cubatura è raddoppiata in venti anni», scrive Paolo Perazzolo dando voce alle affermazioni di Michele Bertucco di Legambiente. «Quasi tutte seconde case come a San Zeno di Montagna: le abitazioni non occupate sono il 76 per cento. E ciò provoca non solo la scomparsa del verde ma anche la trasformazione dei centri attorno al Garda in paesi fantasma per nove mesi all’anno». Non manca il solito esempio negativo del collettore fognario. «I lavori iniziarono nel ’76 con un costo preventivato 26 miliardi», ricorda ancora Bertucco. «Fino ad oggi sono stati spesi 300 miliardi e il collettore sarebbe da rifare, perché è stato costruito male, ha numerose perdite e prevede cinque dispersori che finiscono nei punti più profondi del Lago». Ma non è finita. «A Costermano i cittadini hanno raccolto le firme per indire un referendum per un piano regolatore a crescita zero», ricorda Gian Paolo Bastia presidente del comitato che ha raccolto 420 sottoscrizioni su 2100 elettori. Referendum che non si terrà come auspicato dallo stesso Bastia e dalle minoranze consiliari del “Il Mulino” il 7 ottobre in coincidenza con la consultazione nazionale sul Federalismo. «Non certo per l’avversità dell’Amministrazione comunale», tiene a precisare il sindaco Giorgio Castellazzi. «L’articolo 37 del nostro statuto, approvato ancora ad inizio anni ’90, dispone l’inammissibilità di una consultazione comunale in coincidenza con altre operazioni di voto». «Venerdì il consiglio comunale ha nominato la commissione che ha tempo un mese per valutare la validità delle firme raccolte», prosegue. «L’iter poi procederà finché verrà indetto il referendum che presumibilmente si svolgerà ad aprile», spiega Castellazzi, che aggiunge, «ritengo che a Costermano si sia cementificato meno o al massimo al pari di quanto avvenuto in altri comuni limitrofi. Non dimentichiamo inoltre che il quesito proposto dal comitato referendario chiede il blocco di nuove espansioni quando in realtà non ve ne sono. In pratica è come chiudere una stalla dopo che i buoi sono già usciti».

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