Nel basso lago ricordano ancora matasse di anguille morte finite a centinaia sulle rive, soffocate da un’alga viscida e verde. Acccadrà di nuovo? Allora, in seguito ad un difettoso funzionamento del collettore fognario circumlacuale, finivano nel golfo di Garda, subito sotto punta san Vigilio, quintali di acque nere. Ne seguì un aumento spaventoso della spirogira, un filamento verde, tenuissimo, del tipo di quello che si forma nelle fontane e nelle pozze dove ristagna l’acqua. Negli «aeroplani», particolari reti mobili usate per la pesca da Brenzone in giù, ne rimanevano impigliate anche 30 o 40 quintali, tanto da rendere problematico il recupero stesso delle reti. Quell’alga soffocava le anguille che poi la risacca spingeva morte sul bagnasciuga. Stavolta il fenomeno è fortunatamente diverso, anche perchè non c’è stato aumento del nutriente scaricato dentro il lago ma solo uno scombussolamento fuori stagione degli strati. I cavedani per ora continuano a scivolare indenni sotto le striature galleggianti della anabaena
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Nel basso lago ricordano ancora matasse di anguille morte finite a centinaia sulle rive, soffocate da un'alga viscida e verde.
La spirogira soffocava le anguille a centinaia
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