martedì, Aprile 23, 2024
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All'inizio del secolo ospitava la trattoria Al Bastione

Restaurata la villa di Maroni

Può un immobile carico di vicende non solo tornare alla sua origine, ma guadagnare in storia grazie a un restauro che interpreta il messaggio iniziale, quello che gli ha dato il “la”? E magari permettere una lettura più genuina? Accade sulle pendici del Monte Oro per la casa del costruttore del Vittoriale architetto Gian Carlo Maroni, che da abitazione è passata da molto a locale turistico, ma che proprio ora ridiventa grazie a un restauro oculato e attento la “vera” casa del Maroni, accogliendo un raffinato ristorante, la Villa Negri “ai Germandri”. Chiosando, potremmo dire che la casa del Maroni solo ora è tale, dopo essere stata sottoposta a decisa”maronizzazione”. Artefice l’architetto Carlo Oradini, fine cultore da sempre della “materia maroniana”.Su incarico del nuovo proprietario, Benito Negri, ha impostato una ristrutturazione tesa a inglobare stilisticamente la pesante aggiunta dell’ala nord, risalente agli anni 60.Maroni, l'”artista degli archi”, opera non solo al Vittoriale ma anche all’esterno, nella sua città di Riva (veramente era nato ad Arco, nel 1893, da genitori ledrensi): appunto questa sua poliedrica attività era stata oggetto di indagine nel 1993 da parte del Museo Civico rivano, con una bella mostra.Il “magister de vivis lapidibus”, fautore dell’ambientismo, e dell’italianizzazione attraverso il gusto neoclassico e la mediterraneità degli olivi, per la “sua” città, Riva, progetta numerose opere: nel 1925 la centrale elettrica del Ponale, quindi il campo sportivo Benacense, la Spiaggia degli Olivi con il suo caratteristico trampolino, numerose case di abitazione civile come Bettinazzi e Marzani, Palazzo pretorio, l’Hotel Sole, l’edificio una volta della Banca d’Italia, il Giardino d’Infanzia.Si deve all’architetto del Vittoriale anche il progetto per la nuova circonvallazione della città: il Comune di Riva riconoscente gli dona la casa al Monte Oro.A partire dal 1935 Gian Carlo ristruttura il rustico per farne una dimora accogliente, in posizione panoramica; e aggiunge alla costruzione originale un elegante porticato, tagliando la verticalità del volume con un tettuccio sui 3 lati: non la straordinaria avventura della casa di Gabriele D’Annunzio a Gardone, ma molto più umilmente il lavoro per il proprio recesso, aveva comunque creato un autentico gioiellino.Questo gioiellino è ora diventato il ristorante “ai Germandri” grazie a un appassionato di storia quale Benito Negri, una tradizione in famiglia, proprietaria della “Vecchia Riva” e gestore dell’Europa: il nuovo esercizio non fa che continuare una tradizione di ospitalità degli albergatori che l’hanno preceduto ai Germandri negli anni 60 (allora il ristorante era “la Pineta”).Era stato Gianni Morghen a rilevare l’immobile dalla contessa Cervi, vedova di Gian Carlo, e a trasformarlo in piccolo albergo con i Soave.Ma c’era un ma. C’era quella superfetazione, che rovinava il gioiello di Gian Carlo, l’ala a nord, e c’erano delle disarmonie. Così l’architetto Carlo Oradini ha riproposto la modularità dei pilastri a scandire la facciata principale, ricreando do lo stesso motivo anche sulle due ali: ora l’intera facciata risulta scandita dai pilastri ornamentali con uno sviluppo che ingloba la terrazza circolare e l’ala nord, con un porticato aperto speculare a quello sud.«Un altro dei principi costruttivi cari a Gian Carlo Maroni, il taglio dei volumi disposti a gradoni lungo il terreno digradante, tipico della Centrale elettrica, è stato utilizzato nella volumetria, mentre si sono ripresi altri motivi del vocabolario maroniano, finestre ad arco ed archi rampanti», dichiara Carlo Oradini. L’operazione più interessante è l’armonizzazione delle parti con la serie di “citazioni” delle limonaie o dell’Hotel Sole.Se il Vittoriale possiamo considerarlo un libro cui affidare la traduzione dell’opera dannunziana, la casa maroniana anche grazie agli interni assai accurati è un Vittoriale in miniatura, minuscola scheggia della più grande realizzazione di portici, archi, colonne in un sapiente dosaggio unito alla natura. Adesso più di prima.La storiadella casain pilloleNel 1935, l’11 maggio, il Comune di Riva concede a Gian Carlo Maroni, cittadino illustre, una casa colonica in località Germandri, vicino al Maso Ronch, già trattoria ai primi del 900 “Al Bastione”.Dallo stesso anno prende il via la radicale trasformazione della casa colonica in casa “maroniana”, caratterizzata dall’architettura ad archi, volte, in una mescolanza inusuale di elementi neoclassici e mediterranei, di tipo solare o legati alla coltivazione degli olivi tipica del Benaco.Maroni alterna la residenza al Vittoriale, dove è Soprintendente nominato da D’Annunzio prima della morte nel 1938, con quella ai “Germandri”, divenuta sua abitazione.L’architetto Maroni muore il 2 gennaio 1952 ed è sepolto nelle Arche del Vittoriale, lasciando la bella casa alla moglie

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