martedì, Luglio 1, 2025
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Domani summit con i sindaci dei paesi attraversati dalla linea ferroviaria, mentre venerdì a Ghedi se n’è ampiamente discusso. L’assessore Prignachi: «Ascolteremo tutti, ma andiamo avanti». Si arricchisce il confronto sui costi ed i benefici delle grandi

L’Alta Capacità non si ferma

«Ascolteremo tutti, ma intendiamo rispettare i tempi. E gli impegni che ci siamo assunti sono quelli di presentare, entro fine giugno, le proposte definitive della Provincia di Brescia. Lunedì avremo un incontro con tutti i sindaci dei paesi attraversati dall’Alta Capacità. Sarà un altro momento di confronto. Ma poi decideremo». Valerio Prignachi, assessore ai Trasporti in Provincia, ha ribadito venerdì sera la conferma della volontà della Provincia di Brescia di andare avanti su uno dei progetti più imponenti – ma anche più controversi – che coinvolgeranno buona parte della provincia (una trentina di paesi) è venuta ieri a Ghedi, in occasione di un convegno promosso dalla Bcc dell’Agro Bresciano sul tema “Territorio e infrastrutture per la Bassa Bresciana” che, sul tema, ha chiamato al confronto tre assessori provinciali: Maria Stella Gelmini (responsabile del Territorio), Mauro Parolini (Lavori pubblici e viabilità), Valerio Prignachi (Trasporti) e due sindaci (Gianbattista Groli di Castenedolo e Osvaldo Scalvenzi di Ghedi) mentre il terzo primo cittadino annunciato, Gianatonio Rosa di Montichiari, ha preferito, all’ultimo minuto, non presenziare. Castenedolo, Ghedi e Montichiari ormai rappresentano quel che si annuncia essere il nuovo, maggior polo di sviluppo bresciano. Industrie, aziende di servizi, centri commerciali, continuano a trovare nella brughiera a sud-est della città, terreno in abbondanza: fino a quando non è dato sapere, anche se – ed è stata una delle valutazioni più ripetute anche venerdì – tutti si dicono consci del fatto che la terra non è replicabile. Il possibile nuovo stadio (Castenedolo), l’aeroporto (Montichiari, ma forse prossimamente anche quello di Ghedi) confermano che in questa zona si giocherà buona parte della crescita prossima di Brescia. Da qui, la richiesta – nel dibattito introdotto dal presidente della Bcc, Carlo Ruggeri, e coordinato dal collega Gianni Bonfadini – che la linea dell’Alta Capacità rappresenti anche un’opportunità per un territorio già lacerato oltre misura. Da qui la richiesta congiunta dei due sindaci di avere nella Bassa una fermata di quella linea. La proposta è considerata dalla Provincia «essenziale» per il via libera alla linea. E non vengono ad oggi ammesse deroghe: la fermata sarà a Ghedi o a Castenedolo (o nei pressi) e i tre assessori provinciali respingono al mittente le richieste del sindaco di Brescia che lamenta quella che viene considerata «una presunta dimenticanza»: Brescia – ha voluto ricordare Prignachi – avrà il quadruplicamento della linea su Ospitaletto che consentirà il passaggio dalla stazione cittadina di 54 convogli al giorno mentre al sindaco di Chiari, Mino Facchetti (fra gli oppositori al progetto), la Provincia ricorda che la società dell’Alta Capacità ha accolto la richiesta di realizzare su quel Comune un passaggio in viadotto. I tempi del progetto a questo punto appaiono stretti. Entro fine giugno, come detto, il via libera della Provincia; nel 2004 l’avvio delle pratiche di esproprio; entro il 2011 la linea Milano-Verona dovrebbe entrare in funzione con un investimento di 20 miliardi euro (40mila miliardi delle vecchie lire). Ma per recuperare quel che viene considerato un gap strategico (Brescia figura in 60ª posizione quanto a dotazione infrastrutturale) serve anche altro. Parolini ha ribadito l’impegno (sostenuto con 150 milioni di euro dalla Centro Padane spa) ad avviare il raddoppio della Ospitaletto Fenili Belasi e quindi il proseguimento da Capriano a Castenedolo della cosiddetta “corda molla”. Resta – sullo sfondo – il tema già accennato: più strade, meno terreno. L’assessore Gelmini stima in 60 milioni di metri quadrati (6mila ettari; 18mila piò) il terreno che “sparirà” complessivamente in provincia nei prossimi 10 anni. Come coniugare lo sviluppo e la salvaguardia dell’ambiente è il vero snodo che ha fatto da sfondo al dibattito. Qualche speranza, sul tema, l’ha fornita l’assessore Gelmini che ha annunciato l’imminente avvio del Piano territoriale provinciale.

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