lunedì, Dicembre 4, 2023
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Treni veloci, ultimatum di Cavalli

«Il dibat­ti­to è nec­es­sario ma è ora che gli ammin­is­tra­tori locali, se devono pren­dere posizione, lo fac­ciano su aspet­ti che cor­rispon­dono real­mente alla ver­ità…». La Provin­cia stringe i tem­pi rispon­den­do colpo su colpo alle polemiche sul prog­et­to «», la lin­ea fer­roviaria ad fra Verona e Bres­cia. Il pres­i­dente Alber­to Cav­al­li e l’asses­sore ai Trasporti Vale­rio Pri­gnachi ieri han­no riu­ni­to la stam­pa per dire la loro, espri­men­do «con­sid­er­azioni analoghe a quelle di Corsi­ni e degli altri sin­daci ma opposte nel­l’o­bi­et­ti­vo finale». Il tut­to con un pizzi­co di polem­i­ca e sen­za andare trop­po per il sot­tile: «Con questo prog­et­to — ha spie­ga­to Cav­al­li — ci giochi­amo buona parte del­lo svilup­po eco­nom­i­co delle gen­er­azioni a venire. E’ un’­opera asso­lu­ta­mente impor­tante, del­la quale trar­remo gran­di ben­efi­ci se insis­ti­amo ora ed enor­mi dan­ni nel caso con­trario». Il rifer­i­men­to è alle polemiche che han­no tenu­to ban­co nelle scorse set­ti­mane all’in­do­mani del­la con­feren­za dei servizi del dicem­bre 2002 durante la quale era sta­to illus­tra­to il trac­cia­to del­la lin­ea. Ad alzare la voce era­no sta­ti soprat­tut­to alcu­ni sin­daci dei ven­tisette comu­ni bres­ciani attra­ver­sa­ti e qualche asso­ci­azione di cat­e­go­ria del mon­do agri­co­lo. Ma l’ipote­si che gli ammin­is­tra­tori del Bro­let­to pro­prio non con­di­vi­dono è quel­la di far pas­sare attra­ver­so il capolu­o­go l’asse por­tante del­la lin­ea: «Non mi pare — ha pros­e­gui­to Cav­al­li — che la cit­tà di Bres­cia abbia bisog­no di un’ul­te­ri­ore con­cen­trazione di fun­zioni, anzi. Ci sono già i dis­a­gi legati ai cantieri delle Lam e quel­li nel prossi­mo futuro per la costruzione del­la met­ro­pol­i­tana leg­gera. Non è il caso di aggiungerne altri… lun­go l’in­tera lin­ea tutte le realtà urbane ven­gono lam­bite ma non attra­ver­sate, è il caso di , Gen­o­va e Tori­no. Si trat­ta anche di man­tenere una cer­ta coeren­za. La ricostruzione ide­ale delle mura venete fa male a cit­tà e provin­cia». La lin­ea «Tav» è inseri­ta nelle opere del cosidet­to «cor­ri­doio infra­strut­turale 5» des­ti­na­to a col­le­gare l’Eu­ropa da Est a Ovest (da Lione a Kiev): «Per Bres­cia è par­ti­co­lar­mente strate­gi­co — ha det­to Cav­al­li — per­chè for­nisce la pos­si­bil­ità di unire le nos­tre imp­rese ai mer­cati in svilup­po del­l’est europeo. Lo stes­so Ciampi ne ha sol­lecita­to la real­iz­zazione». Sem­bra quin­di che di fronte a tan­ta impor­tan­za il Bro­let­to invi­ti tut­ti a strin­gere i tem­pi: «Sono con­vin­to — ha sot­to­lin­eato il pres­i­dente del­la Provin­cia — che Bres­cia in quest’­opera deb­ba trovare prospet­tive di svilup­po e pro­tag­o­nis­mo, non di penal­iz­zazione, per questo la scelta pri­or­i­taria è con­sid­er­are il trat­to a sud del­la cit­tà come asse por­tante del­la lin­ea. L’al­tra soluzione non è asso­lu­ta­mente idonea oltre che inadegua­ta a quel­lo che Bres­cia è oggi, non più una provin­cia che si divide net­ta­mente fra cit­tà e zone per­iferiche ma un sis­tema uni­co nel qualche queste due com­po­nen­ti si fon­dono». In quest’ot­ti­ca si inserisce anche la stazione che dovrebbe, sec­on­do gli inten­ti, essere costru­i­ta nel pun­to più prossi­mo allo sca­lo aereo di Mon­tichiari, come ha spie­ga­to Pri­gnachi: «La prospet­ti­va del­l’aero­por­to, a det­ta di molti, è quel­la di diventare uno sca­lo di pri­mo piano nel Nord Italia, ecco per­chè la fer­ma­ta del­la Tav è sta­ta pen­sa­ta in quel­la parte del­la provin­cia». Il tut­to sen­za vol­er evitare il con­fron­to con chi esprime per­p­lessità sulle pre­sunte ferite inferte al ter­ri­to­rio: «In ques­ta fase di prog­et­tazione sec­u­ti­va — han­no spie­ga­to Cav­al­li e Pri­gnachi — la Provin­cia con­tin­ua a svol­gere il suo ruo­lo di rac­cor­do in una log­i­ca ormai di con­sul­tazione costante sia con i comu­ni che con i sogget­ti pri­vati. Tut­ti, provin­cia inclusa, avvertono delle pre­oc­cu­pazioni ma, nonos­tante questo, ci poni­amo con grande atten­zione nei con­fron­ti di un’­opera impor­tan­tis­si­ma cer­can­do di evitare al min­i­mo i dis­a­gi». Pri­gnachi usa anche una metafo­ra: «La Tav è un come un vesti­to che la provin­cia deve calzare a per­fezione». Un ulti­mo accen­no del pres­i­dente va al mon­do agri­co­lo: «E’ assur­do pen­sare che una provin­cia che qua­si quo­tid­i­na­mente pro­muove questo o quel­l’aspet­to del­la sua agri­coltura non sen­ta pro­prie le pre­oc­cu­pazioni degli addet­ti ai lavori».

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