martedì, Aprile 23, 2024
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L’Ulivo rilancia: «Salò e Fasano devono restare strutture di riabilita

L’Ulivo ha tenuto un’assemblea nell’auditorium dell’Istituto «Battisti», parlando della sanità per l’Alto Garda e la Valsabbia. E ha detto di no alla chiusura dell’ospedale di Salò e del S.Corona di Fasano, che vanno mantenuti come strutture riabilitative. «La Regione – ha detto Claudio Bragaglio, Ds – è stata indotta a mettere in campo amputazioni dolorosissime, sulla base di parametri truccati. Si è deciso di tagliare 5 mila posti letto, poi diventati 3.800, senza tenere conto che i dati reali erano diversi. C’è poi da registrare il fallimento della legge ’97: il deficit è fuori controllo. «Tanto che, per far fronte alla spesa corrente, il Pirellone ha dovuto chiedere mutui per settemila miliardi di vecchie lire. Finora i cittadini non hanno avvertito la differenza tra servizio pubblico e privato, e considerano ottimale il sistema misto. Ma non è così, e i risultati si vedono. E che dire degli investimenti? In giugno l’assessore Carlo Borsani e la maggioranza di centrodestra decidono di costruire il nuovo ospedale nella zona di Roè Volciano, stanziando 29 milioni di euro. A settembre il direttore generale dell’azienda di Desenzano, Mauro Borelli, che fa riferimento alla Lega, spiega che mancano i soldi per realizzare l’opera, e punta su Gavardo. Bisogna ridisegnare un progetto per l’area». Guido Galperti, della Margherita: «Si sono verificate le previsioni più negative. La Regione ha chiuso una cinquantina di punti di primo intervento, alcuni dei quali mai aperti. Le case di cura non hanno più fondi a disposizione. I fornitori vengono pagati a 400 giorni, e alcune aziende hanno ricevuto istanze di fallimento. Il gruppo operatorio del Civile, costato una quindicina di milioni e inaugurato un anno fa, non è ancora aperto. E ora si mette in campo un progetto da 400 milioni senza ascoltare il sindaco, gli ordini professionali, i sindacati. A Roè Volciano un nuovo ospedale per acuti da 200 posti letto costerebbe circa 60 milioni di euro. In Giunta regionale c’è una grossa discussione tra chi vuole continuare su questa linea, rigettando l’ipotesi-Borelli, e chi sembra intenzionato a cambiare idea. Noi, in ogni caso siamo contrari, a smantellare Salò e Fasano». Gian Paolo Comini, coordinatore di zona dei Ds, ha ripercorso l’intera vicenda, ricordando come «la giunta di Salò abbia concesso il cambio di destinazione all’ex albergo Astoria di Barbarano, consentendone la trasformazione in casa di cura». E, dal prossimo 1 gennaio, dovrebbe accogliere i posti letto dell’ospedale di Salò. «Non dobbiamo cadere nella trappola dei campanilismi, altrimenti diventa una guerra tra poveri. Occorre costruire un progetto unitario». Antonio Moro (Margherita), ha criticato la politica della maggioranza della Comunità montana Alto Garda. Gianluigi Chittò (Verdi) ha sottolineato la necessità di impiegare le risorse e di potenziare i servizi sul territorio. Numerosi gli interventi. Un paio di medici («bisogna tornare alle decisioni pubbliche e riportare la sanità a misura dei cittadini, altro che manager»), l’ex sindaco Riccardo Marchioro («dobbiamo riprendere il discorso della riabilitazione»), un paio di sindacalisti. Domani si riunirà in seduta straordinaria il consiglio di Salò: invitati Carlo Borsani, Carmelo Scarcella e Mauro Borelli. Il 18 novembre assemblea al centro Due Pini.

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