sabato, Aprile 20, 2024
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Incontro con la coordinatrice degli accompagnatori, prof. Ala Azarenko – “Garda Solidale in controtendenza rispetto alle altre associazioni italiane: in cinque anni abbiamo assistito almeno quattromila bambini” spiega il presidente Fabio Perin

Oltre 400 ragazzi bielorussi si disintossicano sul Garda

Probabilmente la notizia, data quasi “di traverso” dai maggiori organi d’informazione, è sfuggita ai più; o comunque non ha avuto l’eco che – purtroppo – avrebbe meritato: qualche giorno fa, in uno dei mercati più importanti di Mosca, sono state sequestrate tonnellate di mirtilli. Nonostante preoccupazioni, disposizioni e divieti, provenivano da Ucraina e Bielorussia e contenevano una percentuale di cesio più che alta, vertiginosa. La causa? La solita: Chernobyl. Sono passati sedici anni da quando accadde l’immane tragedia e le conseguenze ancora si fanno sentire in modo tanto drammatico. Conseguenze contro le quali, da anni, s’impegna fortemente a lottare l’Associazione Garda Solidale, con i suoi progetti che la portantoad intervenire direttamente in Bielorussia, a Gomel come a Vietka, come ovunque vi sia bisogno. Ma soprattutto portando qui, sulle sponde del lago, ogni anno, centinaia di ragazzi per un soggiorno dimostratosi importantissimo per la loro salute fisica e psicologica. “E’ stato calcolato – dice il presidente di Garda Solidale, Fabio Perin – che i guasti prodotti nel fisico di questi ragazzi, tutti nella delicatissima età compresa fra i 7 e i 14 anni, da cesio e stronzio, frutto velenoso della radioattività impazzita della centrale di Chernobyl, possono venire riparati dal nostro ambiente naturale ed umano e dal nostro clima, almeno per il 30% in un mese: ciò significa che un soggiorno teorico sul lago, nei mesi centrali della stagione estiva, fra giugno e settembre, fa cominciare il recupero della loro salute. E lo fa continuare ad ogni ritorno, come dimostrano ampiamente i 420 piccoli ospiti che saranno rimasti con noi anche quest’anno ed i cui primi scaglioni sono già qui”.“Quello che stiamo facendo – continua ancora presidente di Garda Solidale, Fabio Perin – è agire all’interno di un progetto di cambiamento, così che il nostro operare crei quel legame di solidarietà che sta alla base di ogni conquista di pace. Se è vero che i fenomeni fisici non sono mai episodi, bensì il frutto di una ferrea concatenazione di eventi, questa legge vale anche per i comportamenti umani, che non sono mai indifferenti gli uni agli altri, ma ciascuno ha un suo preciso riflesso sugli individui, sulla società, sul mondo. In questi gironi si parla tanto di globalizzazione e antiglobalizzazione. Ho già avuto modo di dirlo, ma è utile ripeterlo: deve esistere anche una globalizzazione – senza anti – della solidarietà, che è assi più importante di quella dell’economia. Ad essa nessuno può pretendere di restare indifferente. Anzi, abbiamo tutti il preciso dovere di diventarne protagonisti”.Sul piano generale, in Italia siamo di fronte alla diminuzione dei minori ospitati passati dai 51.000 del 1996 agli attuali 32.000, ma “non è certo il nostro caso: infatti l’Associazione Garda Solidale è in netta controtendenza, dal momento che, a quinquennio di attività concluso (1997 – 2002) saranno circa 4000 i ragazzi che avranno potuto passare un periodo da noi”. Non solo, ma “una novità importante si aggiunge in questa campagna 2002: infatti, alle famiglie che ospitano un minore nuovo viene chiesto un contributo di soli 150 euro, compresi volo aereo di andata e ritorno, assicurazione, accompagnatore e quant’altro, anziché quello consueto di 360 euro, come previsto per i reinviti”. Ed eccoci ad un “nodo” importante: quello, accennato, degli accompagnatori. Sono figure essenziali quanto importanti per la delicatezza del ruolo. Da cinque anni gli accompagnatori medesimi vengono coordinati dalla professoressa Ala Azarenko, giovane docente dell’Università di Minsk, dove insegna lingue e letterature neolatine. “E’ stata ed è tuttora un’esperienza esaltante” dice Ala Azarenko, che vorrebbe rimanere sempre più a lungo in Italia. Data la sua preparazione professionale, l’italiano è ovviamente perfetto. E, a domanda, risponde che il suo “ruolo è quello di catalizzatrice e coordinatrice di chi assiste e segue i ragazzi dall Bielorussia a qui. Sul Garda mi sono subito trovata benissimo, come i ragazzi stessi: con molti di loro siamo – se si può dire – cresciuti insieme”. Ci saranno pur state delle difficoltà… “Più che altro psicologiche, direttamente drivate dal diverso approccio dei bambini. Chiaramente chi ha una famiglia qui si sente in vacanza; chi è orfano tende quasi a radicarsi qui da voi, al punto da chiamare subito papà e mamma gli adulti delle famiglie che li ospitano”.E la gente del Garda? “Eccezionale. Ormai ci conoscono tutti, ci hanno accettati pienamente. Addirittura c’è chi si trova alle prese con un desiderio di adozione ammirevole, ma reso difficile da realizzare a causa di leggi troppo macchinose. Se c’è una cosa che fa la differenza fra qui e Minsk è che là, in città, ci si può perdere o disperdere. Qui certamente no”.Il riferimento a Minsk porta il pensiero di nuovo al Nord Europa: Perin è tornato da poco dalla Bielorussia, dov’è andato a “prendere” i bambini. “Ho visto con grande soddisfazione la nostra ambulanza, ritargata e in ordine, impegnata a pieno regime sulle strade di Gomel. Così come funziona bene la nostra sede di Gomel. E’ una spuinta importante per continuare”.Come si sa, sulla via Kurcatova della città bielorussa, al numero 9, la sede di Garda Solidale formalizza visivamente una presenza divenuta negli anni più che un prezioso, probabilmente un insostituibile punto di riferimento per una popolazione duramente provata dalla crisi economica e dai travagli di un crollo ideologico/politico non ancora completamente assorbiti e rielaborati verso una società con radici più solide.E’ un ulteriore passo avanti nel rapporto fra la medesima Garda Solidale e la gente di quella lontana regione europea; un passo che si distende sulla direttrice – limpida e forte – lungo la quale si muove l’attività dell’Associazione benacense. La quale, sia ricordato per inciso, lavora al di qua e al di là dei confini lacuali anche in varie altre parti della Lombardia: da Puegnago a Treviglio, da Cologno al Serio a Vittuone, da Mantova a Milano, così che non poteva mancare il riconoscimento della Regione Lombardia, concretizzatosi con la delibera d’iscrizione all’Albo ufficiale apposito.Concludiamo con una doverosa segnalazione, , che non ci stancheremo mai di ripetere: chi voglia saperne di più – e magari contribuire concretamente – può rivolgersi alla sede centrale di Garda Solidale, a Desenzano, in via Bardolino 14, telefono 030.9120099 / 9120757, fax 030.9993887; indirizzo di posta elettronica: garda.solidale@gardasolidale.org; sito Internet www.gardasolidale.org. Si può anche compiere un gesto di solidarietà attraverso il conto corrente bancario 12400, aperto presso l’agenzia Desenzano 1 del Banco di Brescia.

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