mercoledì, Maggio 1, 2024
HomeManifestazioniAvvenimentiPrada, tre acquedotti non bastano «Ma non voglio più vedere autobotti»
Da sempre alle prese con l’emergenza e quest’anno anche prima della stagione turistica. Il sindaco Zappalà non ha dubbi: «Entro l’estate risolveremo il problema»

Prada, tre acquedotti non bastano «Ma non voglio più vedere autobotti»

Prima ha cercato una soluzione che mettesse tutti d’accordo: tentativo fallito. Poi ha minacciato di ricorrere ad un legale. Ha avvisato i colleghi sindaci e la Comunità montana del Baldo: «O risolviamo da soli il problema o incarico un avvocato». Adesso aspetta i risultati. Con tanto di scadenza da rispettare: «È bastato mettere in giro la voce che mi sarei rivolto ad un esperto di diritto amministrativo per ottenere risposte positive. Meglio tardi che mai. Sono stato chiaro: per quest’estate deve essere tutto a posto». Il sindaco di Brenzone, Giovanni Zappalà, non usa mezze misure: «A Prada manca l’acqua. Praticamente da sempre. E praticamente da sempre non s’è voluto affrontare l’emergenza. Adesso basta. Ho puntato i piedi perchè non voglio più dover ricorrere alle autobotti: la gente deve lavarsi normalmente anche quassù, girando semplicemente un rubinetto». Di acquedotti che servono la zona ce ne sono tre. Non bastano. «Sembra un assurdo», sottolinea Zappalà, «eppure quest’anno i problemi sono cominciati anche fuori stagione, non più solo in agosto con l’arrivo dei turisti. È opportuno a questo punto intervenire e sistemare in maniera definitiva la faccenda, anche se significa spendere del denaro. Ne va del futuro di Prada e di tutta la zona: chi salirà più da queste parti senza l’acqua corrente? Anche i residenti, se non si interviene, saranno costretti a scappare abbandonando la loro montagna, una delle più belle del Veronese con vista sul lago. Quel che si dice: potenziare il turismo e tutelare attivamente il territorio!». Nei fine settimana e in periodo di vacanza, Prada si popola in modo consistente e alla dozzina di persone che ci vivono tutto l’anno, se ne aggiungono 500 in cerca di aria buona e tranquillità. «Succede che tutte queste famiglie, sapendo bene cosa significhi stare tre giorni a secco», spiega Zappalà, «si sono costruite un serbatoio di riserva, una sorta di cisterna da utilizzare nei momenti di bisogno. Ma questo sistema, di fatto, condanna Prada a rimanere senza acqua anche quando c’è perchè i turisti, appena possono, la utilizzano per riempire le proprie botti prosciugando in fretta l’acquedotto. È il solito gatto che si morde la coda: per trovarmi pronto ad affrontare l’emergenza, involontariamente la causo». Ma non sono certo queste le reali cause della siccità pradese. Nè lo è la mancanza di acqua. «Perchè quella c’è», sbotta Zappalà, «eccome se c’è: il guaio è che non arriva da noi perchè dal serbatoio di proprietà della Comunità del Baldo – che pesca direttamente alla sorgente Campiona – fatica a salire al nostro acquedotto e spesso i pradesi si devono accontentare dei metri cubi “avanzati” dagli altri Comuni. Le cose non vanno meglio nemmeno sul versante della Bergola, sorgente sopra Caprino, perchè Brenzone non è autorizzato a pompare da Corrubbio e a trarne beneficio è solo San Zeno di Montagna. Terza possibilità, che è un po’ una pietra dello scandalo: potremmo sfruttare l’acquedotto realizzato negli anni 70 che dal lago spinge l’acqua fin sopra Prada, a Baito di Scale, ma l’ultimo tratto, dalla località Sciafferra in comune di San Zeno, non è mai stato realizzato. Cosa resta? Che la Comunità del Baldo deve intervenire per potenziare il suo acquedotto, investendo il necessario per garantire un servizio che i cittadini pretendono dal momento che pagano le tasse; che, in generale, deve sensibilizzare maggiormente i suoi Comuni quando si presentano problemi ormai incancreniti come questo di Prada, evitando di trascinarli troppo a lungo; che deve coordinare in maniera più attenta le attività delle amministrazioni puntando su una gestione comunitaria del bene pubblico, nell’interesse di tutti. Oggi a non avere l’acqua è Prada, domani potrebbero essere San Zeno o Caprino ad avere bisogno di aiuto». Le soluzioni? «Pare che adesso», confessa Zappalà, «qualcosa finalmente si sia messo in moto, e non si tratta di interventi eccezionali. Per far arrivare l’acqua a Prada è fondamentale creare un sistema di approvvigionamento automatico in grado di pompare acqua nel serbatoio della Comunità e, da lì, di distribuirla nei vari Comuni. Basta un progetto di sollevamento e di telecontrollo e l’acqua a Prada arriva. Non è un granchè, eppure ho dovuto alzare la voce per farmi ascoltare», confessa Zappalà. «Ora stiamo a vedere. Ripeto: per quest’estate il lavoro deve essere concluso». Perentorio quanto convinto di portare avanti la battaglia «anche con le carte bollate, se serve», Zappalà non si sottrae a considerazioni generali che definiscono perfettamente la «sua» situazione. «Cosa dimostra tutta questa bagarre ?», domanda dispiaciuto, «Che basterebbe credere maggiormente nell’associazionismo per risolvere problemi facilmente districabili, invece non è così, e la prova in piccolo arriva proprio da Prada che a distanza di anni e continui appelli sta ancora lottando per avere l’acqua corrente. È essere lungimiranti, questo?».

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