giovedì, Aprile 25, 2024
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In dirittura di arrivo la vicenda, che dura da anni, legata al destino della piattaforma galleggiante Blitz all’alba, aperto il cantiere. Intervento da 108 mila euro

Si demolisce lo Space boat

È, cominciato ieri mattina il conto alla rovescia per la demolizione dell’Ufo galleggiante, ormeggiato da parecchi anni in stato ormai d’abbandono nello specchio acqueo antistante il parcheggio Monte Baldo.Erano le sette in punto quando gli uomini ed i mezzi della ditta Pavoni di Vobarno, incaricata dal Consorzio dei Comuni del Lago di Garda, hanno fatto il loro ingresso nel posteggio, sistemando la rete di recinzione e gli automezzi che, nel giro di pochissimi giorni, realizzeranno una sorta di pontile provvisorio per far transitare le ruspe ed iniziare così il complesso lavoro di demolizione dello Space boat. Entro venti o trenta giorni al massimo dell’Ufo non dovrebbe restare più nulla, se non il ricordo. Un intervento che comunque costerà alle casse pubbliche 108.700 euro, finanziato dalla Regione, dal Consorzio e dal Comune, soldi che serviranno anche alle opere di smaltimento delle 1000 tonnellate di materiale tra ferro, legno ed altro.Si è trattato di un vero e proprio blitz, quello di ieri mattina. Nessuno, tranne i pochi funzionari e gli amministratori comunali di Sirmione, erano a conoscenza dell’operazione di demolizione della nave di proprietà della Sane di Tremosine, il cui amministratore unico è il sirmionese Attilio Scalmana, 66 anni. Per evitare qualche eventuale iniziativa legale da parte di Scalmana, è stato deciso per il fattore sorpresa, anche perché, dalla sentenza di merito del 22 febbraio scorso del Tar di Brescia, non è stato presentato dalla Sane alcun appello al Consiglio di Stato. «Questa amministrazione – afferma il sindaco Maurizio Ferrari – ha finalmente saputo risolvere il grave problema dello Space boat, abbandonato lì da tanti anni con un’immagine non certo edificante per Sirmione: dobbiamo dire quindi grazie sia al consorzio del demanio di Salò che al consigliere delegato Luca Azzoni per aver saputo con caparbietà intraprendere questa operazione».E infatti è stato proprio Azzoni a (ri)prendere in mano l’annosa vicenda dell’Ufo galleggiante, dopo che «dal 1999 giace semiaffondato, con la chiglia appoggiata sul fondo del lago, e nelle sue parti emerse è in stato completo di abbandono senza che siano state intraprese da allora opere di sorta intese a rimetterlo in condizioni di navigare». È il passaggio chiave della sentenza definitiva con cui i giudici amministrativi hanno dato la spallata definitiva alle speranze di Scalmana di tenere ancora in piedi l’ex discoteca galleggiante matricola 3l-4056, iscritta nel 1989 nei registri dell’Ispettorato di Porto. Da quel tempo, per l’artigiano sirmionese sarebbe cominciato un autentico calvario, segnato da circa 30 tra ricorsi ed appelli ai tribunali amministrativi, tutti vinti, contro comune, regione e ministeri delle finanze e dell’interno. Una vicenda incredibile che, forse, con un po’ di buon senso da parte di tutti i suoi protagonisti sarebbe potuta finire meglio, senza lasciare sul terreno gente che ha visto svenarsi le proprie risorse economiche ed enti pubblici e funzionari insolitamente «solerti» che non hanno fatto certo una bella figura. «Esprimo la mia personale soddisfazione per la chiusura di questo lungo capitolo di storia sirmionese – dice Luca Azzoni – vorrei perciò ringraziare l’ufficio del demanio di Salò, gli avvocati Sina, Ballerini e Bertuzzi che a vario titolo hanno saputo sbrogliare la matassa giuridica».

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