Ieri pomeriggio c’è stato un ideale abbraccio tra la «Sartoria Brancato» e Sirmione. E’ avvenuto quando la signora Eufemia Brancato, capostipite della famiglia milanese assoluta protagonista nella produzione di costumi di scena per l’Italia e il mondo, ha tagliato il nastro di quell’omaggio che, per stessa ammissione del figlio Mario, non era mai era stato offerto in Italia. Una folla nella quale si sono mescolati sceneggiatori, costumisti, stilisti (c’era per esempio Gianni Tolentino, che disegna per esempio costumi veneziani) e maestranze della stessa sartoria venute appositamente da Milano ha riempito palazzo Callas: la cornice nella quale, fino al 25 settembre, saranno esposti i magnifici costumi e gli accessori della Brancato. Impossibile citare i tanti ospiti illustri apparsi ieri nell’assolata piazza Carducci: il presidente della Provincia Cavalli (che ha definito «memorabile» la mostra), il sovrintendente dell’Arena Claudio Orazi, il grande Ferruccio Soleri, che ha indossato in oltre 2 mila rappresentazioni teatrali il costume di Arlecchino. Carla Fracci doveva essere la madrina della mostra, ma è stata trattenuta da impegni a Istanbul e ha mandato un messaggio caloroso al curatore Michele Nocera, e soprattutto alla signora Eufemia, definendo la sua sartoria «la fabbrica dei sogni».
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A palazzo Callas i vestiti di scena e gli accessori prodotti da un laboratorio milanese per il teatro e il cinema. Ieri la vernice della mostra dedicata ai capolavori della Sartoria Brancato
Sirmione, magie da palcoscenico
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