sabato, Aprile 20, 2024
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L'amara testimonianza di Franco Chemolli tra memoria e accuse

Spiaggia degli Olivi, 50 anni di gloria

Dopo quasi settant’anni d’ininterrotta attività (è nata nel 1933 per volontà dell’Azienda Autonoma di Soggiorno d’allora, su disegno di Giancarlo Maroni) per la prima volta nel periodo pasquale, la “Spiaggia degli Olivi” è chiusa. Il cuore pulsante della città del divertimento nel dopocena, il locale di rappresentanza di una stazione turistica, laddove proprio alla vigilia di Pasqua le autorità si davano convegno per l’apertura ufficiale della nuova stagione, è sbarrato. Per i vecchi rivani, per coloro che credono in certe istituzioni cittadine, per quelli che trovano ancora valido ed attuale il messaggio ideato, portato avanti e lasciatoci dai nostri padri, è un colpo al cuore vedere quel magnifico complesso coi catenacci ben serrati. Siamo, è ben vero, in un momento di transito, tra la vecchia gestione e quella nuova, che peraltro si deve ancora individuare, ma certi ritardi fan male al cuore.RIVA. Ne parliamo con Gianfranco Chemolli, per lunghi anni diretto responsabile del complesso, che gestisce in prima persona da alcuni decenni, ma che ha visto la sua costante presenza per circa 50 anni, da quando, ragazzino, iniziò come cameriere.Dopo 70 anni la “Spiaggia” è chiusa, perché? “Non c’è da meravigliarsi – risponde il popolare Franchino – vista la confusione politico-amministrativa in cui versa attualmente la città. E’ doloroso dirlo, ma pare che se ne freghino tutti. L’occasione è opportuna anche per rispondere ai molti amici e clienti, rivani e non, ed alle telefonate di ospiti affezionati del “Tiffany”, che mi chiedono quando riaprirà il locale”.Ecco, appunto, quando riaprirà?”Prima di parlare di riapertura, vorrei fare una cronistoria, anche se non è facile condensare mezzo secolo. Dunque, il 28 febbraio scorso è cessato il mio impegno contrattuale con il Comune di Riva e la collegata “Lido Spa” attuale proprietaria dell’immobile. Tornando indietro si deve ricordare che esso era dell’Azienda di Soggiorno, ente col quale abbiamo sempre avuto cordiali e proficui rapporti, nonché intese e collaborazione per gestire al meglio l’ospitalità. Naturalmente tutto l’ambiente ha sempre avuto bisogno di interventi, di migliorie, di adeguamenti alle mutate necessità, cose alle quali la mia azienda ha sempre fatto fronte. Perché il discorso dell’Azienda di Soggiorno era questo: “Franco, fai tutto quello che credi, ciò che ritieni opportuno, ma non chiederci soldi, anche se siamo noi i proprietari!” Cosa che io ho fatto, sobbarcandomi gravosi costi per tenere assieme un immobile che andava sempre più mostrando i segni del tempo. Peraltro tutto filava liscio, con rapporti di reciproca stima, al fine di creare, giorno dopo giorno, un’azienda all’altezza del compito assegnatole. Da questa politica turistica nel 1975 è nato il “Tiffany Club”. Poi l’Azienda Soggiorno fu soppressa per lasciar posto all’Apt. La proprietà passò alla Provincia, poi al Comune e finalmente alla “Alberghi Atesini” e “Lido Spa”.”Nuovi proprietari, perciò nuove idee…”Macché nuove idee! In otto anni non ho mai avuto un qualsiasi interlocutore, una persona che rappresentasse la proprietà. Nessun politico, nessun amministratore era in grado di ascoltare o suggerire, perché nessuno era investito di tale compito. In questa paradossale situazione ho letteralmente dovuto inventarmi la gestione. Speravo nella “Lido Spa”; speravo in una visita del suo Presidente, o chi per lui, per mostrargli il complesso che avrebbe dovuto amministrare. Avete visto qualcuno, voi? Io no! Siamo giunti alla disdetta del contratto (quattro righe di burocratica freddezza), senza che nessuno si facesse vivo!”Ma avrà pur avuto un contatto con qualcuno…”Solo per lettera. Il documento di disdetta inviatomi porta la data del 22 dicembre 1999. Quattro mesi dopo, l’11 aprile 2000, ho fatto pervenire alla “Lido Spa” una dettagliata relazione sui lavori che si dovevano fare, immediatamente, sullo stabile, con adeguamenti e migliorie assolutamente necessari. Ho steso pure una relazione per un rifacimento totale che prevedeva, non solo a parer mio, diversi interventi. Ricordo: le piscine per adulti e bambini con zona idromassaggi; la copertura di parte della terrazza con materiali leggeri e trasparenti, lo sviluppo del bar-gelateria e caffè verso il canale della Rocca; eventualmente un ristorante medio-alto negli attuali uffici dell’Apt, quando questi avrebbero trovato posto nell’ex stazione autocorriere; infine, il rifacimento della sala da ballo, con un locale multi uso, da usarsi per manifestazioni culturali, party, ricevimenti, concerti, serate per gli ospiti del Palacongressi e naturalmente ballo e divertimenti diversificati”.Qual è stata la risposta?”Nessuna! Questa lettera non ha mai avuto una risposta! Domando: è questo il modo corretto di gestire la cosa pubblica? Ho pure fatto presente che, ogni anno, vi sono impegni che interessano la città e che non possono essere disattesi. Sono quelli che derivano dalla vicinanza col Palacongressi, serate per gli incontri più vari: Carlo Erba, Expo Schu, Bike festival, TTG ed altri. Sono sorpreso del comportamento della “Lido Spa” ed anche dell’Amministrazione comunale che, tempestivamente informata di questo stato di cose, non si è sbilanciata. E’ ora che qualcuno mi dica cosa debbo fare! Anche per onestà verso chi ha sudato sangue per far sì che un complesso pubblico non cadesse a pezzi!”Visto l’andazzo, perché non prende la palla al balzo e se ne va in pensione?”Perché no! Perché devo dire che, nonostante i sacrifici, sono molto affezionato alla “Spiaggia degli Olivi”, quasi fosse una mia creatura. Insieme abbiamo vissuto momenti memorabili, manifestazioni irripetibili ed avvenimenti straordinari. Qui dentro si sono svolti spettacoli di successo, sono venuti personaggi famosi, si sono tenute serate incantevoli. E di questo hanno goduto diverse generazioni di rivani. Tutto questo è stata la “Spiaggia degli Olivi.” E con un’oculata gestione potrebbe tornare ad esserlo!Ora che debbo fare? Le mie valigie sono pronte. Sono pronto a consegnare le chiavi, non prima, però, di aver ricevuto le mie spettanze, quelle che mi competono per la disdetta del contratto e quel che mi spetta per aver tenuto su coi denti un complesso dimenticato dal proprietario.Ma è Pasqua e pur nell’amarezza vorrei fare gli auguri a tutti. In primo luogo ai miei amici, agli affezionati clienti, ai rivani, ma anche agli amministratori pubblici, affinché siano un po’ più tempestivi nelle loro decisioni. Sul futuro del complesso vi sono altre proposte e a tal proposito chiedo ai rivani: come vedreste l’allargamento della Fraglia fino alla “Spiaggia”, con un ristorante ed un negozio d’articoli sportivi e barche al posto della piscina? Questo è un complesso che deve svolgere l’attività per la quale è nato, perché essa è necessaria alla città, al turismo e al Palacongressi. La “Spiaggia degli Olivi” è stata ideata da personaggi lungimiranti e fecondi – conclude Franco Chemolli – che hanno inventato il turismo rivano e lasciato il segno nella storia della città. Snaturare il loro progetto è non fare gli interessi rivani!”

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